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Sunday, December 16, 2012

La strategia energetica nazionale in Basilicata - quale successo?




Notare la correlazione spaziale fra i pozzi (in rosso), i fiumi d'acqua (in azzurro) e gli idrocarburi ed il bario nel lago (in bianco).

Viggiano e' un piccolo comune in provincia di Potenza considerato l'epicentro del petrolio lucano.

E' qui infatti che arriva la maggior parte del petrolio della Val D'Agri Lucana ed e' qui che sorge il cosiddetto "Centro Oli", un mostro di ferro, zolfo, fumi e veleni, che da 15 anni raccoglie il petrolio per trattarlo e per eliminarne gli scarti sulfurei. Si innalza laddove prima c'erano vigneti, allevamenti di bestiame e aria pulita.


Viggiano e' anche il posto dove e' piu' evidente lo stampo dei petrolieri, e dove si combatte la battaglia d'immagine per convincere il resto d'Italia a seguirne l'esempio.

E' questo infatti il messaggio contenunto - in soldoni - nella famigerata "Strategia Energetica Nazionale" di Corrado Passera, ministro per l'economia: trivellare fa bene all'economia, alla nazione, alla bolletta.

E per addolcire la pillola, il governo sottolinea che si vuole fare "produzione sostenibile di idrocarburi nazionali", come se ci fosse qualcosa di eco, di sostenibile nel trivellare l'Italia.

A Viggiano si lavorano 104.000 barili di petrolio al giorno, poi mandati alla raffineria di Taranto, ci sono 39 pozzi nel circondario della Val D'Agri e, per l'anno 2011, ci sono stati ben 16 milioni di euro versati nelle casse pubbliche dalle varie ditte petrolifere che operano nella zona, ENI per prima con quasi 9 milioni.

Sembrano tanti soldi.

Ed ecco qui il risvolto della medaglia. E' un risvolto molto poco "eco", molto poco "sostenibile" che accade a pochi passi da Viggiano, e che viene a galla solo grazie alla testardaggine e all'impegno del tenente di polizia Giuseppe Di Bello e della professoressa Albina Colella.

Eccolo il successo della "Strategia nazionale energetica": idrocarburi nei sedimenti e nell'acqua di un invaso destinato al consumo umano.

Si tratta del lago Pertusillo dove da mesi si parla di carpe morte, di acque eutrofizzate e dove sono stati recentemente analizzati 4 campioni di acqua e 10 campioni di sedimenti, come descritto dalla OLA, l'Organizzazione Lucana Ambientalista,

Intanto, in Italia non esistono limiti per le concentrazioni massime di idrocarburi nei sedimenti dei laghi. Si puo' allora usare come confronto la soglia dei 60 milligrammi/chilogrammo, che e' il valore totale ammesso dalla legge per le concentrazioni di idrocarburi nei suoli.

Se si usa questa metrica, il risultato delle analisi e' che il 70% dei campioni analizzati mostrano concentrazioni di idrocarburi superiori ai limiti legali. Uno dei campioni mostrava addirittura 559 milligrammi/chilogrammo di idrocarburi, quasi dieci volte di piu' di quanto considerato legale!

I campioni hanno anche spesso evidenziato elevate concentrazioni di metalli pesanti e di altre sostanze piu o meno tossiche quali manganese, zinco, bario, vanadio, boro, cobalto, cromo, nichel, rame, piombo, alluminio, ferro.  Alcune di queste sostanze bioaccumulano negli organismi viventi e sono pericolosi alla salute con potenziale cancerogeno.

La domanda allora e': chi ha messo queste sostanze nel lago?

Beh, coincidenza vuole che fra gli ingredienti piu' comuni nel fluidi di perforazione ci sono proprio arsenico, bario, cromo, rame, piombo nickel e zinco!

Coincidenza vuole che attorno al Pertusillo ci siano solo boschi, fiumi e .. lupus in fabula .. i pozzi di petrolio dell'ENI.

Nessuno puo' dire con assoluta certezza se quegli idrocarburi e quei metalli pesanti riversati nel Pertusillo siano derivanti dai pozzi di petrolio, ma e' una ipotesi certo valida, e quasi solitaria, visto che ci sono ben poche alternative. Le foto parlano da se ed il semplice buonsenso punta in una direzione ben precisa.

Se non era per Colella e Di Bello, nessuno se ne sarebbe accorto.

Ci sara' qualcuno che indaghera'? Oppure, come detto al Congresso dei Geologi di Basilicata svoltosi a Potenza il 29-30 Novembre si dira' che il tutto e' causa di "qualcuno" che ha riversato kerosene nel lago?

L'Arpab, predisposta al controllo in Basilicata, ha qualcosa da dire? Ci saranno multe salate ai responsabili? Ci saranno bonifiche - pagate da chi ha inquinato? O dobbiamo aspettare che fra 10, 20, 30 anni tutto esploda come all'Ilva di Taranto per intervenire?

E quanto vale un lago inquinato? Qualcuno glielo dira' a quelli della Puglia che quell'acqua la berranno?

E siccome questo non e' un paese normale, proprio in questo giorni uno degli eroi di questa storia,
il tenente Giuseppe Di Bello e' stato sospeso dal servizio per avere denunciato l'inquinamento del Pertusillo!

Una nazione alla rovescia, veramente. Invece di ringraziarlo, gli si toglie il servizio! Ai miei occhi tutto questo e' strabiliante e spero che giustizia venga fatta e che chiunque abbia il potere di farlo, reintegri il tenente di Bello al piu' presto.

Occorre prendersela con i poteri forti, con gli speculatori, con chi inquina, e non con un onesto cittadino che semplicemente vuol sapere cosa c'e' dentro l'acqua che beve.




















3 comments:

Anonymous said...

Scusi professoressa, ma ho sentito che nei pressi del Lago Pertusillo ci sono sorgenti naturali dal quale esce petrolio ed acqua. Non può essere quella che inquina il lago finendo prima nei corsi d'acqua? Grazie di tutto quello che fa....Michela da Nova Siri

Anonymous said...

Maria ma i depuratori ci sono per le acque che entrano nel Lago Pertusillo? Approfondendo ho trovato questo link con l'esposto sull'inquinamento del Pertusillo (http://www.facebook.com/notes/briganti/lesposto-sullinquinamento-del-pertusillo-ancora-senza-risposta/10150553053964624) dove ci sono queste conclusioni:"La qualità delle acque dell’Alta Val d’Agri viene pertanto pesantemente compromessa nella discesa all’invaso, per responsabilità umane, dovute a depuratori non funzionanti, presumibilmente ad attività industriale (la Val d’Agri è sede di intensa estrazione petrolifera) e ad insediamenti urbani. Queste acque vengono utilizzate tal quali per l’agricoltura (con i conseguenti rischi per la salute, poiché gli inquinanti entrano nella catena alimentare), e vengono soggette a potabilizzazione per l’uso umano diretto. Tuttavia, la potabilizzazione con i metodi attualmente utilizzati comporta seri rischi alla salute, come suddetto: se essa quasi azzera l’inquinamento microbiologico, non riesce tuttavia ad eliminare i metalli e gli idrocarburi dannosi per la salute, e per giunta il cloro usato per potabilizzare, ed in particolare i suoi derivati, a lungo andare risulta dannoso alla salute.....".
Allora i pozzi non c'entrano? Mi dice qualcosa.....?Giancarlo

Elmoamf said...

Mi perdoni se intervengo fuori tema ma volevo solo segnalarle il seguente articolo:
Utilizzo del fracking e combustibili fossili non convenzionali, sei d'accordo? Te lo chiede l’Europa
(http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=19555)
Riporto solo uno stralcio per meglio chiarire il contenuto:
La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica sul possibile sviluppo in Europa dei combustibili fossili non convenzionali, come il gas da scisti che comporta l'utilizzo della fratturazione idraulica, nota come fracking.

«Tutti gli interessati (individui, organismi e autorità pubbliche) - spiega la Commissione in una nota - sono invitati ad esprimere le proprie opinioni sulle opportunità e le sfide che possono scaturire dallo sviluppo di progetti in questo ambito e sulle migliori modalità per affrontare i problemi fin qui emersi. La consultazione, che resterà aperta fino al 20 marzo 2013, è disponibile in tutte le 23 lingue dell'Unione europea»

Ho ritenuto opportuno renderla partecipe qualora non ne fosse già a conoscenza.

Un saluto,
Elmoamf Massimo Paglia