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Friday, September 4, 2009

Chiodi, Stati, diGiuseppantonio, Caporrella: prendete esempio

*** Qui EdG che risponde alle domande sul petrolio in Abruzzo. Di me possono dire quel che vogliono. Il mio obiettivo e' uno solo: non lasciare a nessuno di distruggere un posto dove ho vissuto per 10 anni e a cui voglio bene ***

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E cosi, dopo anni di sfruttamento petrolifero cieco della Basilicata, i lucani hanno iniziato ad arrabbiarsi e a dire no ad altri mostri nel loro mare, nelle loro terre.

Gli ci sono voluti quindici anni di petrolio nel miele, di tumori alle stelle, di emigrazione, di puzza di uova marcie, di tangenti, di falde idriche inquinate, di centraline non installate, di servizi televisivi bugiardi di Linea Verde, di poverta', di uva marcia, di benzina piu' cara, di disoccupazione, di raccolti di olive dimezzati.

Finalmente pero' i lucani si sono ripresi la loro dignita' e finalmente la REGIONE BASILICATA ha detto basta. Il ministero dell'Ambiente non ha potuto fare altro che ascoltarli e dargli ragione e cosi' la Apennine Energy se n'e' andata a casa con la coda fra le gambe.

Il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata ha espresso, questa mattina nel corso di un incontro che si è svolto presso il ministero dell'Ambiente, la propria contrarietà ad attività di ricerca di idrocarburi nel mar Jonio. I rappresentanti del ministero hanno accolto le osservazioni della Regione Basilicata ed hanno preannunciato parere negativo al programma di ricerca denominato «d148 DR-CS» presentato dalla società Apennine Energy.

Secondo Assomineraria la Appennine Energy e' controllata al 90% dalla Consul Oil & Gas di Londra e vuole trivellare dalla Pianura Padana al mare della Calabria.

Sono veramente contenta per questo risultato, e in questo momento voglio ringraziare tutti i lucani - quella della OLA, Miko, Pietro, Astronik, Enzo Palazzo - e tutti gli altri che si sono dati da fare per questo risultato. So che non e' stato facile, ma veramente dopo avergli rovinato tutto il territorio, non sarebbe stato accettabile che i petrolieri gli distruggessero pure il mare.

Tutto questo e' un inizio. E porta ad una sola conclusione, che quando LA GENTE E' CONTRARIA, alla fine i politici non possono che ascoltarci e non ci sono petrolieri che tengano.

Ecco cosa dice il presidente della provincia di Matera, Franco Stella, in maniera chiara e precisa:

Un ringraziamento particolare all'assessore regionale all'Ambiente Vincenzo Santochirico, a tutta la Giunta e al Presidente De Filippo, che con il loro diniego si sono fatti interpreti autorevoli delle esigenze e delle aspettative di tutta la comunità lucana.

Una popolazione che non intende più
sacrificare neanche un centimetro della propria terra, luogo vocato, per le sue eccellenze, al turismo e all'agricoltura. Pertanto vigileremo, Provincia e Regione insieme, sulla Basilicata. Il nostro sarà un presidio attento e permanente, affinchè logiche ignoranti e prive di scrupoli non decidano di strumentalizzare, per l'ennesima volta, il nostro territorio a vantaggio di biechi personalismi.

Il Mar Ionio, il parco del Curone sono successi della gente, e questo ci deve dare forza, ci deve far continuare a rompere le scatole ai politici, a dire le nostre verita', a volere salvare la nostra terra, il nostro paese. E' la democrazia che vince, e' l'Italia che vince. Siamo noi.

Noi abruzzesi abbiamo il lusso di non dover attraversare tutta quella litania di dolori e di problemi che il petrolio ha portato alla Basilicata, perche' lo sappiamo in anteprima che i pozzi di petrolio, in mare o in terra, non ci porteranno nulla di buono. E allora piu degli altri la nostra classe politica deve fare il proprio dovere.

Cosa aspettano? Cosa fanno? Si rendono conto che il popolo sta perdendo la pazienza, e che occorre uscire dal proprio torpore (o servilismo) e darsi da fare?

GIANNI CHIODI: VOGLIAMO CHE ANCHE LA REGIONE ABRUZZO VADA DAL MINISTERO A DIRE NO AI POZZI DI PETROLIO A PINETO, AD ORTONA, A VASTO.

Idem per tutta la cricca di polticucci locali. Qui si deve fare sul serio. Non va mica bene che i sostituti di Enrico di Giuseppantonio ci tranquillizzino senza fare nulla di concreto.

ENRICO DI GIUSEPPANTONIO: VOGLIAMO CHE ANCHE LA PROVINCIA DI CHIETI VADA DAL MINISTERO A DIRE NO AI POZZI NEL CHIETINO.

Ultima osservazione. Sia in Lombardia che in Basilicata i petrolieri sono stati scacciati grazie ad azioni in teoria non vincolanti: in Lombardia la Po Valley se n'e' andata di sua spontanea volonta',
perche' tutta la classe politica locale ha detto no, in Basilicata la regione ha dato il suo parere, non vincolante, e il Ministero ha detto no.

Quindi tutte le azioni vere hanno un peso, un valore e sono utili.

E' piu facile dire: non e' mia competenza come hanno fatto in molti, a partire da Franco Caramanico nel passato - ex assessore regionale d'Abruzzo per l'ambiente - fino ad arrivare a Daniela Stati, che lo ha succeduto e che invece resta muta sul tema.

E' invece piu' difficile, ma piu' dignitoso dire: anche se non e' mia competenza lo stesso
diro' quel che e' giusto dire, faro' quel che e' giusto fare, faro' la mia parte.

Come vorrei che Enrico di Giuseppantonio andasse in televisone a dire: cari Abruzzesi, cari petrolieri di mezzo mondo, io voglio bene a questo mare, e a questa provincia, ed e' per questo che faremo di tutto per vietare le trivelle ad Ortona e nel resto della provincia.

A fare le cose giuste ci si guadagna pure in immagine, in popolarita', in affetto. Ma questo ovviamente i politici abruzzesi non l'hanno ancora capito e preferiscono vivere nella penombra degli schifossimi equilibri del far quadrare il cerchio. Qualche volta preferiscono acquistare affetto con raccomandazioni e regalie di vario genere. Non va mica bene.

Andiamo avanti.

Altri articoli su questo tema dal blog di Apocalisse Italia, No-centro-oli, Nuovo Senso Civico
Fonti: Ansa.it



6 comments:

wanadobee said...

dal video del presidente della provincia:

"...non posso fare iniziative amministrative o giuridiche che contro deducono un parere del ministero dell’ambiente..."

Caro presidente, cosi' dimostri di non conoscere bene il processo di autorizzazione. Il ministero NON si e' ancora espresso. La legge concede 60 giorni di tempo proprio per presentare le osservazioni, solo DOPO che tutte le osservazioni sono arrivate il ministero prendera' una decisione.

Comunque, anche se non puo' esprimere parere contrario vincolante, un conto e' dirlo in una riunione sperduta, tutt'altro conto e' andare a Roma al Ministero e dire che lke trivelle gli rovinano il turismo e la salute della gente!

maria rita said...

e' vero,non si tratta di andare contro il ministero dell'ambiente
quanto di informarlo PRIMA che questo prenda una decisione.

E' piu' facile e piu' comodo dire non si puo' piuttosto che spiegarli perche'.

Tutto questo dimostra di che pasta sono fatti questi nostri politici, che ancora una volta dimostrano tutta la loro piccolezza.

Beata ignoranza!

Redarrow said...

Purtroppo ho poche speranze, la gente è tutta contro il centro oli, però quando si vota, i verdi prendono il 2% se va bene...

ABRUZZONO-TRIV said...

INFATTI QUESTA NON è STATA UNA BATTAGLIA DEI VERDI...
E' STATA LA BATTAGLIA DI CITTADINI CHE VOGLIONO BENE ALLA PROPRIA TERRA MA CHE HANNO PROVENIENZE POLITICHE DIVERSE...

Anonymous said...

http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2009/09/05/SD1SD_SD104.html

Saras, guerra giudiziaria al film Oil'

la Nuova Sardegna — 05 settembre 2009 pagina 01 sezione: CAGLIARI
CAGLIARI. Parte una nuova offensiva della Saras contro la diffusione del film-documento ‘Oil’ del regista milanese Massimiliano Mazzotta: i legali incaricati dall’azienda dei fratelli Moratti, Angelo Luminoso e Guido Chessa Miglior, hanno citato in giudizio civile l’autore accusandolo di diffamazione e hanno chiesto al tribunale che ordini il ritiro del documentario dal circuito cinematografico. La citazione segue l’istanza di sequestro probatorio presentata dagli stessi avvocati la primavera scorsa, sulla quale deve ancora esprimersi il giudice Vincenzo Amato. Non è finita: con una lettera i due legali hanno informato l’organizzazione del Fidra - Festival internazionale del reportage ambientale di Genova - delle iniziative giudiziarie assunte contro Mazzotta e hanno chiesto che venga valutata l’opprtunità di annullare la proiezione di ‘Oil’ in programma per il 17 settembre. Un’altra citazione in giudizio è stata notificata a Mazzotta dall’avvocato Roberto Casati del foro di Milano per conto dei dirigenti Saras Guido Grosso, Alessandro Zucca, Ignazio Piras e Giorgio Zonza che secondo il legale sarebbero stati intervistati dal regista grazie a una sorta di raggiro: non per un documentario «anti-Saras» - secondo la lettura dei dirigenti - ma per un lavoro rivolto a segnalare l’attenzione dell’azienda di raffinazione per la tutela dell’ambiente e della sicurezza. Mazzotta si è costituito in giudizio con l’avvocato Giuseppe Fornari e si prepara a dare battaglia: «Il mio film è ancora nel programma del festival di Genova e di altre rassegne, cui forse si rivolgeranno i legali della Saras. Vedremo quale sarà l’esito dei giudizi». La Saras, con in testa il direttore Guido Grosso, è al centro di un’inchiesta giudiziaria per omicidio colposo plurimo, condotta dai sostituti Emanuele Secci e Maria Chiara Manganiello, dopo la morte di tre operai di un’azienda dell’indotto avvenuta il 26 maggio scorso all’interno della raffineria. Per quella vicenda sono indagate quattro persone. (m.l)

Anonymous said...

ahahahahahahahaahhaha
già i verdi, ricordo benissimo la visita fatta al Feudo da Pecoraro Scanio disse: " qui non c'è bisogno di portare sviluppo, qui lo sviluppo c'è già ed è rappresentato da questi vigneti ed oliveti " ma alla domanda: " come mai il suo ministero ha espresso parere favorevole ai permessi di ricerca di idrocaburi in mare..... ha negato tutto e non solo, nell'ottobre 2007 una delegazione di cittadini mise nelle Sue mani tutta la pratica del centro oli malefico, con quali concrete azioni ?????? evidentemente nessuna !!!
Per finire, siano stufissimi di chiacchiere, è ora di fatti concreti NON SIAMO SUDDITI, VOGLIAMO DECIDERE ANCHE NOI SUL NOSTRI FUTURO, CE LO RICONOSCE LA COSTITUZIONE ( ex ART. 117 ) E NON SARANNO NE' PRESIDENTI DI REGIONE, NE' PRESIDENTI DI PROVINCIA NE' TANTOMENO SINDACI ECONOMICAMENTE INTERESSATI AD TOGLIERCI QUESTO DIRITTO SACROSANTO ED INVIOLABILE !!!!
Lo ripeterò fino alla morte: NON SI VIVE SANI, IN UN AMBIENTE MALATO. Giù la maschera, è ora che prendano in mano la situazione contro il futuro nefasto di un abruzzo petrolizzato; per EDG UNA ESORTAZIONE CHIEDA AI FUNZIONARI CHE HANNO RILASCIATO AUTORISSAZIONI IN BIANCO, DI REVOCARLE PER SOPRAGGIUNTI STUDI E NUOVE CONOSCENZE CIRCA LA NEGATIVITA' DELLA DERIVA PETROLIFERA DELLA NOSTRA REGIONE, E NON DIA RETTA AL GATTO E LA VOLPE, SinceraMente, SOLO NELLE LORO MENTI TENEBROSE E OFFUSCATE DAL DEMONE DENARO, POSSONO COESISTERE UN LITORALE BALNEARE CON UN CENTRO PETROLCHIMICO MALEFICO.