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Monday, June 29, 2009

L'ENI e il parco del Ticino


Ieri sono stata a LettoManoppello per parlare di nuovo di petrolio. E' stato, come sempre quando arrivo nei paesini delle montagne e dei colli abruzzesi, un viaggio emozionante, con le vedute di parchi, campi, boschi e mare. Mi ha fatto ancora piu piacere incontrare il gruppo Libera Scelta di LettoManoppello, perche' fatto quasi interamente di ragazzi venticinquenni che fanno del loro meglio per il bene del proprio paese, organizzando eventi e vigilando sull'operato di chi ha il potere. E' solo cosi' che ci riappropriemo del nostro paese, e non solo per il petrolio, o per l'ambiente, ma per la democrazia nel suo complesso. Sono stata veramente contenta di vedere tante persone giovani ieri.

Intanto, mi sono messa ad indagare un po di piu su Trecate, il paese in provincia di Novara dove esplose il pozzo ENI nel 1994. Piu precisamente il pozzo si trova a ridosso del parco del Ticino. A suo tempo, per quasi tre giorni ci fu pioggia ininterrotta di petrolio, con puzza di idrogeno solforato nell'aria e con campi impraticabili per anni su un area di almeno quaranta chilometri quadrati. Furono riversate in aria e poi nei campi circa 15 mila tonnellate di petrolio sporco. La parte piu' vicina al pozzo non e' stata mai bonificata.

Intanto, nel 2004, non felice dello schifo che aveva fatto a Trecate, l'ENI decise di aprire altri pozzi di petrolio sempre nel parco del Ticino, senza permessi, e facendo e disfacendo a suo piacimento. Il presidente della provincia dell'epoca, Maurizio Pagani, non ebbe dubbi a mostrare la sua contrarieta':

L'Eni è una società di diritto privato che si arroga il diritto di effettuare prove sul territorio senza disporre, stando a quanto mi risulta, dell'autorizzazione ministeriale.

I cittadini raccolsero le firme, un sacerdote ando' a celebrare la messa nel sito proposto per il pozzo detto Buscaglino 1 e piantarono pure una croce di tre metri sul terreno. Ci fu una forte protesta generale da parte della popolazione che incluse la coldiretti, sindaci, cittadini, ambientalisti. Grazie a tutte questa movimentazione, la regione non diede il permesso per le trivelle, e cosi il progetto fu bloccato.

Proprio uguale ai nostri politici che invece li devi supplicare in ginocchio che almeno ti stiano a sentire.

Intanto gli incidenti nel Ticino si sono ripetuti: un altro pozzo vicino a quello di Trecate, detto Boffalora, esplose nell'aprile del 2005, assieme a tutto l'oleodotto associato. Per mezza giornata il parco del Ticino si e' annerito di nuovo di petrolio: nei campi, negli allevamenti, nei fiumi. In quella zona c'erano colture di mais biologico, allevamenti di gamberi e progetti di turismo eco-compatibile: per dodici ore e' tutto stato invaso da un flusso ininterrotto di petrolio che ha distrutto tutto. Ecco varie testimonianze dei contadini della zona:

"Abbiamo avuto danni ingentissimi. Noi siamo specializzati in agricoltura biologica e integrata e il raccolto è andato in fumo. La mia proprietà è così compromessa che non posso neppure metterla in vendita" .

"Ci vorranno anni prima di tornare alla normalità"

"Dopo l' esplosione abbiamo raccolto sacchi e sacchi di gamberetti morti"

Dopo l'incidente di Aprile, nel giugno del 2005 un altra perdita allo stesso oleodotto ha causato lo sversamento di petrolio su un area di mille metri quadrati.

Secondo Legambiente, sarebbe stato possibilissimo portare in causa l'ENI-AGIP per disastro ambientale, ma siccome in Italia l'ambiente, il parco, la qualita' della vita non sono poi cosi importanti, invece di citare in causa l'ENI-AGIP per disastro ambientale, i giudici hanno optato per contestazioni più lievi, cioè contravvenzioni nell' ambito della normativa sui rifiuti.

Il tutto e' poi morto perche' poi l'ENI, come solito fare da parte delle ditte petrolifere, ha deciso di
offire risarcimenti al parco del Ticino, al comune di Bernate Ticino a Legambiente, ai Verdi e ai cittadini privati che hanno subito danni. L'omertosa ENI preferisce non parlare di cifre precise
ma si tratta di almeno 500,000 euro.

Sembrano tanti, visti come somma complessiva, ma che ne e' della bonifica? Secondo la Repubblica, gli interventi non sono semplici perché bisogna rimuovere il terreno inquinato e aspettare che si rigeneri autonomamente. E' cosi' dopo tre anni, quello che doveva essere un investimento per produrre mais biologico, e' una specie di monumento all'ingordigia dell'ENI, abbandonato ed annerito.

Intanto, la concessione di Buscaglino nel Ticino e' stata ceduta alla Petroceltic, quella che dice che noi siamo una nazione con "low political risk", e "a good place to do buisness".

Nuovo giro, nuova corsa, nuova lotta. I petrolieri non cedono. Via dall'Abruzzo, dalla Basilicata, dalla Lombardia, dall'Italia tutta.

Fonti: La Repubblica, Corriere della Sera, Comitato NoTriv, Corriere della Sera 2, Corriere della Sera 3, PeaceLink,

11 comments:

giosuè said...

ciao maria rita i seguenti link sono rotti:

ci fu una forte protesta: (http// di troppo nella stringa)

Buscaglino nel Ticino e' stata ceduta alla Petroceltic: (http// di troppo nella stringa)

La Repubblica : (http// di troppo nella stringa)

Corriere della sera 2 : (http// di troppo nella stringa)

ciao!

giosuè said...

a voi l'instantanea della situazione dell'Italia al 31 dicembre 2008, direttamente dal sito del ministero dello sviluppo economico, il file da scaricare è in pdf alta risoluzione.

http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/cartografia/cartatitoli.pdf

copia incolla nella barra degli indirizzi.

viva l'italia!!!

giosuè said...

NIGERIA: AMNESTY, RAPPORTO SUL DELTA; ENI, IMPEGNI GIA' PRESI.

avviare una bonifica completa di tutti i siti inquinati dal petrolio, consultando le comunita' colpite e informandole con regolarita' dei risultati; rendere pubbliche tutte le informazioni sull'impatto dei diritti umani e sull'ambiente delle attivita' collegate al petrolio, incluse le valutazioni di impatto ambientale.

fonte:
http://www.ong.agimondo.it/dall-europa-e-dal-mondo/notizie/200906301938-cro-rt11369-nigeria_amnesty_rapporto_sul_delta_eni_impegni_gia_presi

giosuè said...

Nuovi pozzi nel comune di Marsiconuovo

L'Eni, con proprio avviso ha annunciato di aver depositato, al fine di ottenerne l'approvazione, il progetto riguardante la realizzazione della postazione per la perforazione del pozzo esplorativo "Pergola 1". Lettera aperta al sindaco.

Egregio Signor Sindaco,

come Lei certamente saprà, l’Eni - con proprio avviso pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 26 Giugno 2009 - ha annunciato di aver depositato, per ottenerne l’approvazione della Regione Basilicata, Ufficio Compatibilità Ambientale, il progetto riguardante la realizzazione della postazione per la perforazione del pozzo esplorativo “Pergola 1”.

Entro 60 giorni chiunque abbia interesse può prendere visione del Progetto presso la Regione, la Provincia di Potenza ed il Comune, al fine di produrre eventuali osservazioni, anche fornendo nuovi elementi conoscitivi e valutativi. A tal proposito, auspichiamo che Ella abbia informato i suoi concittadini e quelli della popolosa frazione Pergola. Se non lo ha ancora fatto riteniamo debba farlo, considerato che il territorio del Suo comune è investito da numerosi pozzi petroliferi con infrastrutture quali oleodotti, strade e reti di reiniezione.

Infatti, oltre al nuovo pozzo petrolifero “Pergola 1” - che sorgerebbe in un’area con gravi problemi di instabilità idrogeologica, nonchè ricco di sorgenti - vi sono già e sono previsti altri pozzi in via di autorizzazione da parte della Regione Basilicata quali i pozzi Agri 1 Or A, Agri 1 Or B, CF6, CF9, all’interno del Parco Nazionale Val d'Agri-Lagonegrese ed a poca distanza dalla diga di Marsiconuovo. Inoltre, sempre nel comune di Marsiconuovo l’Eni è in procinto di chiedere altre 2 autorizzazioni per il pozzi AGS 1 a poche centinaia di metri dal centro abitato, immediatamente dopo lo svincolo della Fondovalle dell’Agri ed il Pozzo CFN1. In tutto i pozzi sarebbero 7.

Immaginiamo che la Sua persona - da sempre molto attenta alla richiesta di royalty - accolga con molto interesse questo tipo di infrastrutturazione tipica dei comuni in polvere, o meglio, polverizzati. A dir la verità, non osiamo né contraddirla, né entrare in merito alla grande idea di rilancio economico di un territorio che si è scoperto avere una forte vocazione petrolifera, né tanto meno, bocciare questa ricetta contro lo spopolamento e la disoccupazione, visto che di esempi potremmo portarne tanti. Ma ci permetta però di obiettare circa l’assenza di informazioni che avrebbe, invece, il dovere di comunicare ai suoi concittadini.

La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) - Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini - Le chiede pertanto di convocare un Consiglio Comunale aperto per discutere con la società civile in merito a queste iniziative che l’Eni prevede sul territorio di Marsiconuovo, analizzando per tempo tutte le possibili ed eventuali osservazioni da produrre nell’ambito del procedimento VIA.
Note:

Per approfondimenti:
OLA|Organizzazione Lucana Ambientalista
http://www.olambientalista.it

fonte:
http://www.peacelink.it/basilicata/a/29831.html

giosuè said...

Nigeria, il Mend attacca un piattaforma della Shell a Forcados

In un documento riservato ottenuto dal quotidiano, la Shell afferma che le sue operazioni in Nigeria, così come quelle delle altre aziende internazionali che operano sia on-shore che off-shore nel Paese africano, risentono pesantemente delle precarie condizioni di sicurezza nella regione meridionale del Delta del Niger.

fonte:
http://www.agoravox.it/Nigeria-il-Mend-attacca-un.html

giosuè said...

Risaie e petrolio, da quì è partito il convoglio della morte.

La Sarpom di Trecate (Novara) è la raffineria da cui è partito il carico di Gpl che il deragliamento del treno a Viareggio ha trasformato in una bomba. L'azienda non ha alcuna responsabilità nell'accaduto: dal suo scalo partono ogni anno da 15 a 17mila carri cisterna

fonte:
http://www3.varesenews.it/insubria/articolo.php?id=145673

giosuè said...

L'ORO NERO NELLA MARCA? SI CERCA IN 35 COMUNI

Treviso – La Provincia ha autorizzato la società londinese Celtique Energie Petroleum alla prima fase dalla ricerca di idrocarburi in una parte del territorio trevigiano, un’area vasta circa 500 kmq.

http://www.oggitreviso.it/idrocarburi-nella-marca-autorizzata-prima-fase-della-ricerca-16537

supertramp said...

Trabocchi. La cultura marinara dal 3 al 5 Luglio

Insomma, una rassegna che da molteplici punti di osservazione vuole ricordare che ci sono microeconomie ed un paesaggio da conservare e salvaguardare. Da non perdere.
Tutte le informazioni sono reperibili telefonando al 338/2680783, inviando un'e-mail all'indirizzo info@calalenta.com oppure visitando il sito www.calalenta.com.

fonte:
http://www.pagineabruzzo.it/notizie/news/Chieti/18760/Trabocchi_la_cultura_marinara_dal_3_al_5_luglio.html

io mando una bella cartolina via mail (info@calalenta.com) direttamente dalla Mediterranean Oil and Gas Plc, con i bei loro proggetti "di barba e capelli"... vediamo se rispondono!

giosuè said...

new entry:

Istanza di Permesso di Ricerca in Mare:

Nome istanza :d 151 D.R-.EL
Data di presentazione:13/05/2009
BUIG di pubblicazione:LIII-6
Superficie :253,1 Kmq
Fogli IIM :919
Tavola Ubicazione:
ZONA D (127,4 Kmq) Mare Ionio
ZONA F (125,7 Kmq) Mare Ionio
Richiedenti :PETROCELTIC ELSA

Anonymous said...

testimonianza : ero a visitare il castello di ortona con splendida vista di petroliere sul mare quando passando vicino a due ragazzi di circa 20 anni ciascuno ho sentito il loro discorsi seduti pacificamente su un muraglione.E di cosa parlavano ? ma di eolico e contro oli naturalmente! da un lato mi sono stupito dall'altro mi sono un po' rinquorato per la giovane eta' dei ragazzi che avevano il senso del futuro che ci aspetta. Secondo me Maria Rita sta facendo un lavoro inestimabile all'abruzzo intero.carlo ciccioni.

supertramp said...

da ASSOMINERARIA
La situazione dell’upstream italiano

Le attività di E&P in Italia:

L’attività di esplorazione in Italia, dopo il minimo storico di 7 pozzi nel 2005, si è mantenuta sulla media di una decina di pozzi all’anno. Abbiamo assistito a una ripresa negli ultimi tre anni. Nel 2006 si sono avute 9 scoperte, che rappresentano un record dal 1999.
L’attrattiva del mercato del gas ha prodotto negli ultimi tre anni un’inversione di tendenza nell’attività, con un incremento delle società new entry in Italia.
Le produzioni di gas e di olio sono in calo. La produzione nel 2008 è stata:
- gas: 9,1 miliardi di metri cubi;
- olio: 38,1 milioni di barili (105.000 b/g).
Gli investimenti per E&P in Italia saranno di 848 milioni di euro nel 2009 contro gli 880 milioni nel 2008.
Sono previste nel 2009 le seguenti attività:
– rilievi sismici 2D: 3.145 km
– rilievi sismici 3D: 200 kmq
– pozzi esplorativi: 11
– pozzi di coltivazione e sviluppo: 19
– nuove strutture di produzione: 10
– work over – side track – chiusure: 52.
Per lo stoccaggio gas, la previsione quadriennale indica che si passerà da un working gas di 14,1 miliardi di metri cubi nel 2008 a 18,3 miliardi di metri cubi nel 2012.

L’azione di Assomineraria a sostegno dell’attività
Nel corso del 2008 Assomineraria ha contribuito alla costruzione di una Banca dei dati pubblici nell’attività E&P in Italia, con profili di 2.248 pozzi e 1.950 linee sismiche, 4.206 relazioni tecniche e 6.881 allegati relativi. La biblioteca di Area Scientifico-Tecnologica dell’Università Roma Tre gestisce per conto del Ministero tale archivio, sia informatico, sia documentale.
Assomineraria ha anche sviluppato un Tavolo Tecnico con il Ministero dello Sviluppo Economico-UNMIG e le Regioni che ha discusso:
– le variazioni normative della Legge 239/2004 che semplificano i processi autorizzativi dell’E&P;
– una revisione dell’Accordo tra MSE e Regioni del 24 aprile 2001, finalizzata a fluidificare i procedimenti di conferimento dei titoli minerari e le autorizzazioni delle attività previste dal “programma lavori”;
– la definizione di criteri tecnico-economici sia per le società richiedenti titoli minerari E&P che per quelle che fanno istanza di concessioni di stoccaggio.
Infine Assomineraria ha avuto un ruolo propositivo nell’apertura delle aree profonde dello Jonio all’E&P, stabilita dal decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 30 ottobre 2008.

Le conclusioni di Assomineraria
Nella sua relazione, Dossena ha sottolineato che, pur nelle criticità economico-finanziarie del momento, gli Operatori sono pronti a investire nell’Esplorazione e Produzione di idrocarburi in Italia, tenendo presente alcuni punti fermi:
– l’attività E&P in tutte le sue fasi è compatibile con altri usi del territorio (ad esempio: turismo, agricoltura, agriturismo, fruizione dei parchi naturali, ecc.), come dimostrato dalla storia dell’E&P, che ha visto la perforazione in Italia di oltre 7.000 pozzi negli ultimi 50 anni;
– l’Italia è garantita nella sua crescita dalle forti importazioni energetiche, con un mercato estero problematico per produzione di idrocarburi, capacità di raffinazione, trasporti transfrontalieri, anche via condotte.
E’ necessario tuttavia:
– adeguare il time to market dell’at-tività E&P a quello dei paesi petroliferi;
– rivedere le norme che bloccano le riserve di gas già scoperte nell’Alto Adriatico;
– fornire chiari indirizzi di strategia energetica con scenari definiti e conseguenti procedimenti autorizzativi con tempi certi e massima fluidità.

fonte:
http://www.assomineraria.org/news/view.php?news_pk=4275