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Saturday, October 9, 2021

Bocciata concessione "Colle Santo" con 4-5 pozzi di gas, gasdotto di 20km, e centrale di trattamento in Abruzzo.

La concessione Colle Santo

 

E' un piccolo miracolo di inizio autunno all'Abruzzo questo: i Ministeri della Transizione Ecologica e dei Beni Culturali, guidati rispettivamente da Roberto Cingolani e da Dario Franceschini hanno bocciato la concessione Colle Santo come inizialmente proposto dalla CMI Energia nel 2016. 

Si tratta della messa in prodizione di due pozzi di gas in una concessione che riguarda i comuni di Bomba, Archi, Roccascalegna, Torricella Peligna, Pennadomo, Villa Santa Maria, Atessa, Colledimezzo, Altino, Perano, Paglieta. 

I pozzi sono denominati Monte Pallano 1 e 2 e sorgono nel comune di Bomba. Oltre ai due pozzi "Monte Pallano", la CMI Energia avrebbe successivamente perforato ulteriori "due o tre" pozzi estrattivi, costruito un gasdotto di circa 21 km con tubatura di 20 cm di diametro, collegando Bomba a Paglieta, e realizzato una centrale di trattamento gas a Paglieta. 

Dopo cinque anni di carteggi, il parere espresso dal governo il giorno 6 Ottobre 2021, e' stato negativo. 

Fra i motivi della bocciatura, il fatto che il progetto avrebbe compromesso le aree protette del Bosco di Mozzagrogna, del Lago di Serranella e delle Colline di Guarenna, i vari pareri negativi inviati dalla regione Abruzzo e in particolar modo dal comune di Paglieta, le numerose osservazioni inviate dal pubblico, da associazioni ambientaliste, e dai comuni di Altino, Atessa, Bomba, Roccascalegna, Mozzagrogna, Perano, Santa Maria Imbaro. 

Questa bocciatura e' un altro passo in avanti nella salvaguardia del lago di Bomba ed emerge sulla scia di vittorie precedenti contro le trivelle della Forest Oil nello stesso circondario e del gran lavoro fatto dal "Comitato di Gestione Partecipata del Territorio" guidato da Massimo Colonna per oltre dieci anni. 

E' molto raro che il duetto Cingolani-Franceschini bocci una concessione e lo stop a Colle Santo deve essere motivo di celebrazione per noi. Spero che sia utile nel rafforzare le coscienze ambientali e lo spirito civico d'Abruzzo specie nelle generazioni piu' giovani. 

In questo momento un pensiero di affetto e gratitudine va a Fabrizia Arduini, indimenticabile mia compagna di viaggio nelle battaglie contro il Centro Oli ed Ombrina Mare, che si e' adoperata anche contro Colle Santo, e che tanta energia ha posto nel voler salvare l'Abruzzo intero dalle trivelle.

 Ad majora.

Tuesday, July 20, 2021

L'Economist: il MITE di Cingolani ricevera' 70 miliardi di euro. Solo il 16% combattera' i cambiamenti climatici


Un mese fa circa, l'Economist (e non la D'Orsogna) ha scritto un interessante articolo sull'ambiente d'Italia sotto Mario Draghi e sotto l'amico Roberto Cingolani,  Ministro della Transizione Ecologica.

A suo tempo non ci pensai troppo, perche' non potevo immaginare che Mr. Cingolani approvasse ogni trivella che gli capitasse sottomano, e volevo credere alla sua missione "transitoria". 

L'Economist apriva l'articolo con un po di critica verso Cingolani, visto che nella sua storia personale e professionale non c'e' nulla che sappia di ambiente. Anzi l'Economist diceva che e' stata una nomina del tutto inaspettata, visto che Cingolani proviene dal mondo della difesa e che non e' mai stato un "eco-warrier",  un guerriero per l'ambiente. 

Ipse dixit. 

Evidentemente questo si aspettava l'Economist da Draghi: un ministro guerriero per l'ambiente.  Qua mi sa che c'abbiamo un ministro guerriero per l'ENI!

Cingolani risponde che lui "ha insegnato un corso per la sostenbilita'" e che il nuovo ministero e' cosi ampio nelle sue competenze che nessuno puo', poveri noi, essere un esperto su tutto.

Ad ogni modo, l'Economist tira fuori un po di numeri: in Italia ci saranno da spendere 235 miliardi di euro come parte di stimoli post-pandemia. 

E' una cifra enorme. Per la maggior parte sono fondi europei, anche se ci sara' una quota consistente di denaro nazionale. L'Italia ricevera' piu' fondi dall'Europa qualsiasi altra nazione dell'UE. 

A Cingolani e al suo Ministero andranno 70 miliardi di euro. Altra cifra da capogiro.

L'Economist allora giustamente si chiede: come spendera' l'Italia questi quattrini (europei)? 

Cosa sara' fatto per l'ambiente da Cingolani, il non-eco warrior, viste le direttive di tagliare le emissioni di gas serra del 55% sotto i livelli del 1990?

Mistero della fede.

Cingolani parla di vaghi progetti per la decarbonizzazione e di "superbonus" per migliorie in casa per l'efficenza energetica. Questo costera' circa 14 miliardi di euro e al massimo andra' ad intaccare il 20% delle emissioni di gas serra.

Invece nel suo programma non c'e' niente per l'industria e gli uffici di lavoro, che invece contribuiscono alle emissioni di gas serra per l'80% del totale.

Aggiungiamo che Mr. Cingolani ha approvato una dozzina di trivelle in giro per l'Italia e si vede proprio che qualcosa in questa artimetica non torna, no?

Intanto due gruppi ambientali tedeschi, a cui non sfugge niente, hanno messo su un contatore di previsione di spesa nazionale e di impatto sull'ambiente. Secondo le loro previsioni, solo il 16% di questi fondi europei in Italia sara' speso in progetti che fermeranno i cambiamenti climatici. Il sito si chiama Green Recovery Tracker.

L'Economist ricorda anche il gruppo di scienziati e di associazioni, circa 200 in tutto, che hanno protestato contro il governo perche' non sta facendo abbastanza per le generazioni future. 

E la mobilita' elettrica?  

Non molto neanche qui. In Italia, contrariamente a quanto non si credi, solo un viaggio su 10 occorre su ferrovia. Per la maggior parte accade tutto in automobile. Ed infatti ci sono in Italia 663 macchine su 1000 abitanti contro i 574 in Germania ed i 482 della Francia. Ci supera solo il Lussemburgo. Siamo una nazione di amanti dell'automobile.

E quindi sarebbe eccellente fare qualcosa anche sul piano del trasporto oil-free privato. Ma nel piano di Cingolani, secondo l'Economist, soltanto una piccola parte dei costi necessari per la mobilita' elettrica sara' stanziato. 

7 miliardi di euro andranno a treni e autobus, ma solo 700 milioni per colonnine di ricarica per automobili elettriche e/o per incentivarle. Troppo poco.

Altre cifre: l'obiettivo per l'Italia del 2030 e' di generare 70 GW di energia rinnovabile. Il che significa circa 8 GW di crescita annui. Siamo invece, ahime, a 0.8 GW. Un decimo. 

Cingolani dice che non si possono facilitare permessi e alleggerire la burocrazia altrimenti arriva la mafia. E aggiunge che non vuole esagerare con le rinnovabili perche' questo causera' disturbi al bellissimo paesaggio italiano.

Certo, c'e' un che di vero in tutto questo. 

Ma le trivelle?

Alle trivelle -- o devo dire all'ENI? -- non possiamo dire di no.

 

Saturday, July 17, 2021

A Roberto Cingolani: le trivelle sostenibili non esistono





 

 

Questi sciaurati, che mai non fur vivi

Inferno, Canto III 

Caro Roberto Cingolani:

vedo il suo invito alla cittadinanza italiana a commentare su dove poter fare operazioni di "coltivazione di idrocarburi in Italia in modo sostenibile". 

Rido? Piango? Dove trivellare in modo sostenibile? Eeeh?

La risposta e' semplice; DA NESSUNA PARTE. 

Punto e fine.

E visto che ci siamo: lei, in qualita' di ministro, e' una vergogna per l'Italia. Non ci sono altre parole.  Lei, la sua ignoranza, la sua stoltezza, sono una vergogna e una disgrazia per il paese e per il futuro di questa nazione.

Ma quella laurea in fisica (e ce l'ho pure io) non le ha insegnato niente? Non le ha insegnato a guardare alla cose in modo distaccato, lucido, intelligente? A considerare causa ed effetto, a ragionare, a pensare, a trovare soluzioni logiche e creative? 

E il suo di ruolo di Ministro non le fa vedere le cose con un pizzico di amore, di compassione, di lungimiranza per il futuro?

Ma poi, di quale Transizione Ecologica e' ministro lei? Perche' finora tutto quello che lei ha fatto e firmato poteva essere fatto e firmato dal Ministro del Petrolio e non della Transizione Ecologica.

Possibile che lei non riesca nella sua testa a vedere la linea netta, limpida, chiara che sussiste fra trivellare e tutto il pandemonio climatico che si agita nel mondo?

In Germania sono sommersi dall'acqua, la Siberia arriva a temperature record, la California brucia, gli animali muoiono senza tregua dall'India all'Australia. Ogni tanto arrivano anche in Italia alluvioni, incendi, calure record.

E lo sa perche' succede questo? PERCHE' CONTINUIAMO A TRIVELLARE. E lei questo dovrebbe saperlo perche' il suo ruolo, per il quale viene pagato profumatamente, e' quello di trovare soluzioni alle trivelle e per mitigare i cambiamenti climatici.  Degli accordi di Parigi lei ha mai sentito parlare?

E non ci vuole nemmeno la laurea in fisica per capire che trivellare significa inquinare e stravolgere il clima, ci vuole solo il buonsenso, l'amore per l'ambiente, per l'Italia, per il futuro.

Ma come ci pensa lei a propinare ad una nazione intera la mega balla delle trivelle sostenibili? 

Interessante che prima lei parlava solo di gas naturale, adesso e' tutto assieme, petrolio, gas, come se fossimo ancora al 1960! Pero' siamo sostenibili! Fa ridere sentire queste cose nel 2021. Fa ridere che lei e il suo entourage possiate credere che la gente e' scema e ci crede.

Ma poi cos'e' una trivella sostenibile? Ce la definisca, prego.

Una trivella che tira petrolio che si rigenera? 

Petrolio che quando lo estrai, bruci, raffini, respiri, tira fuori profumo di montagna? 

Che fa abbassare la temperatura del globo?

Ma quali che saranno le sue parole (o il suo silenzio) la risposta e' una sola: le trivelle sostenbili non esistono. E lo sappiamo tutti.

E la sa pure lei, e quindi io non posso che chiedermi una domanda diversa: Ma lei e' in malafede? Ma lei e' acciecato da interessi piu' grandi di lei? 

E chi?

ENI? Renzi? Draghi? Descalzi?

A chi risponde lei nel propinarci queste balle?

Le rammento che i ministri in teoria dovrebbero fare gli interessi del popolo italiano. 

Il popolo italiano, per la stragrande maggioranza, non ne vuole sentire parlare di trivelle.

Sa cosa vuole il popolo italiano? Il popolo italiano vuole piu' alberi, vuole piu' bellezza, vuole piu' risparmio energetico, la possibilita' di mobilita' elettrica, energia rinnovabile, aria pulita, ambiente pulito. Il popolo italiano e' stanco di quello che l'industria pesante, incluse le trivelle, hanno fatto all'ILVA, a Viggiano, a Gela, a Falconara, a Busalla, a Marghera, o nella Pianura Padana soffocata dall'aria malsana, e per cui non ci sono mai stati seri ripristini ambientali.

E sa cosa vorrebbe ancora il popolo italiano? Un politico illuminato che avesse il coraggio di fare quello che in pochi hanno fatto e di dire: BASTA NUOVI PERMESSI DI PETROLIO E DI GAS in tutta Italia.  Il popolo italiano sogna una classe politica preparata, di cui ci si possa fidare che stanno facendo gli interessi della nazione e non di ENI, o personali o alla ricerca di poltrone e privilegi.

 Ogni nuova trivella oggi significa ancora 30 anni in piu' almeno di petrolio, gas, infrastruttura, tubi che perdono, inquinamento, puzze, morte e CO2.  

E certo che si puo' dire di no ai nuovi permessi.  L'ha fatto la Nuova Zelanda, l'ha fatto la Danimarca, l'ha fatto la Francia. Lo puo' fare anche l'Italia se non ci fosse questa cieca sudditanza all'ENI e ai suoi compari, governo dopo governo.

Ma poi, lei si rende conto di cosa ci sta chiedendo?

Lei sta chiedendo agli italiani di individuare aree dove fare trivelle in Italia,  mettendo cittadino contro cittadino. Un paese densamente abitato, di turismo, e di bellezza. Secondo lei che ne sara' della Basilicata gia' martoriata con questo assurdo "referendum"? Sicuramente saranno votati al martirio! E quindi e' come se lei stesse chiedendo a una famiglia quale figlio sacrificare!

Ma aspetti che vado a guardare da dove viene lei. 

Ah vedo, lei e' di Milano. E' sempre cosi, quelli che decidono lo fanno sempre da un posto piu figo e piu' "ecologico" rispetto invece a chi deve vivere all'ombra delle trivelle e dei fumi tossici. E allora, come ho sempre detto, parta e ci dia l'esempio. Sia il primo a offire il giardino della sua villa nella Milano da bere o nel suo lussuoso laboratorio a Genova per farci le trivelle. O anche la sua villetta al mare. O dove lei va a sciare. Un posto insomma che le sta a cuore.

Vada, trivelli solo li, e poi ci dica quanto sostenibili sono queste trivelle di casa sua.

Io sono schifata da questo operato, da chi l'ha messa li a fare il ministro, e mi dispiace che una persona con tutto questo potere scelga di non usarlo per fare cose buone, e utili, e coraggiose e che invece serpenteggi ai piedi di una piattaforma.



Thursday, June 3, 2021

Il trumvirato che decidera' l'arbitato su Ombrina Mare, in ballo fino a 350 milioni di USD

 

Charles Poncet, arbitro di Ombrina Mare con il passato da avvocato "consigliere" di oil and gas. 

La Rockhopper Exploration annuncia ai suoi investitori che l'arbitrato internazionale contro il governo italiano in merito alla questione Ombrina Mare si concludera' a Luglio 2021.
 
La ditta britannica prevede di ricevere compensi elevati dovuti alla mancata realizzazione di Ombrina a pochi chilometri dal litorale della costa teatina, in Abruzzo. Assieme alla piattaforma e ai pozzi, il progetto prevedeva la realizzazione di una FPSO, una nave desolforante altamente inquinante la cui fiaccola brucia-idrogeno solforato sarebbe stata attiva 24 ore al giorno, tutti i giorni. 
 
In una conferenza agli investitori, il CEO della Rockhopper, Sam Moody stima costi sostenuti di circa 40-50 milioni di dollari, e mancati profitti di circa 200-300 milioni di dollari. 
 
L'arbitrato e' iniziato nel 2017 con la Rockhopper che accusa l'Italia di presunte violazioni all' Energy Charter Treaty (ECT). Il trattato, entrato in vigore nel 1998, prevede la protezione di "investimenti stranieri" in campo energetico, e la risoluzione di conflitti fra investitori e paesi ospitanti. 
 
Nel corso degli scorsi decenni, l’ECT e’ stato fortemente criticato da organizzazioni non-governative europee per essere troppo favorevole alle multinazionali del petrolio, e per fare troppo poco per difendere residenti, consumatori, ambiente. 
 
La questione Ombrina non fa eccezione. Il triumvirato che compone l'arbitrato e’ stato poco trasparente in questi quattro anni, e non ha coinvolto minimanente il popolo d’Abruzzo che ha eroicamente protetto i propri mari dal mostro Ombrina Mare.  
 
Ma chi sono questi tre giuristi cosi' sfuggenti? Il presidente e’ Klaus Reichert, tedesco-irlandese. Con lui un arbitro nominato dalla Rockhopper, Charles Poncet, svizzero, e un altro dal governo italiano, Pierre-Marie Dupuy, francese.  Nessuno di loro ha sentito l’esigenza di visitare i posti dove Ombrina sarebbe dovuta sorgere, di sentire la storia di Ombrina e dell’immenso movimento popolare che l’ha accompagnata. Evidentemente per loro (e per la Rockhopper) Ombrina e l’Abruzzo sono solo concetti astratti legati al business, e non la nostra casa. 
 
Dei tre, il piu’ pro-petrolio e’ Charles Poncet, ex dirigente della CMS, mega-ditta composta da 4,000 avvocati che si specializza in supporto legale alle ditte di oil and gas in tutto il mondo. Al momento della dimissione dalla CMS per dedicarsi agli arbitrati internazionali nel 2017, Poncet ha dichiarato di farlo perche c’erano “troppi" conflitti di interesse. Tutto questo non ispira molta fiducia di imparzialita', anzi e' una piccola vergogna. 
 
Corporate Europe Observatory, una non-profit europea che sottolinea spesso la mancanza di neutralita' dell’ ECT, quando Charles Poncet e’ stato selezionato dalla Rockhopper gli investitori hanno esultato dicendo che con lui vincere sarebbe sarebbe stata “una passeggiata nel parco”. 
 
Non sappiamo che linea difensiva l'Italia abbia preso, ma certo e' che nel 2014, quando la Rockhopper ha acquistato Ombrina Mare, avrebbe dovuto essere pienamente consapevole dei rischi economici associati e del quadro legislativo in perenne mutazione. Dopotutto c’era gia’ stata la legge del 2010 che aveva fermato Ombrina. Un'investimento e' sempre un rischio, e investire, come ha fatto la Rockhopper con un intero popolo contrario, e' un rischio grande. Puo' andar bene, puo' andar male. E' la regola numero uno dell'investire. 
 
Se hanno perso soldi con Ombrina non e’ colpa dell’Italia.  E' perche' si sono stupidamente ostinati a perseguire trivelle che nessuno voleva, producendo impatti ambientali superficiali e pieni di errori, ignorando la vox populi. Bastava solo leggere la stampa d’Abruzzo, i tanti blog, e anche solo venire in Abruzzo per rendersi conto che Ombrina sarebbe stato un pessimo affare. 
 
Comunque vada a finire, noi cittadini d’Abruzzo e d’Italia che non abbiamo mai sentito nominare ne Reichert, ne Poncet, ne Dupuy resta la soddisfazione di aver protetto i nostri mari, la nostra dignita’, e di aver dato una lezione di democrazia, incluso al misterioso trimuvirato. 
 
Non siamo (ancora!) diventati un distretto petrolifero, e questo non ha prezzo.
 
MRD

Monday, April 19, 2021

Roberto Cingolani e Dario Franceschini approvano pozzi della Aleanna Resources, microditta USA, a Masi Torello (Ferrara)


 

Passano gli anni, passano i ministri, passano i nomi.

Quello che non passa e' la cecita' politica da parte di chi comanda nel continuare a volere trivellare l'Italia, senza amore e senza senso, in nome di null'altro se non la pura speculazione economica.

E' il turno del nuovo duetto, Roberto Cingolani e Dario Franceschini che adesso approvano nuovi pozzi in giro per l'Italia.

Di Dario Franceschini, e della sua cultura ignorante, gia' sapevamo tutto, visto che gia' nei governi predecenti aveva approvato tutte le trivelle che gli erano capitate sottomano. In Italia abbiamo le trivelle culturali, evidentemente.

Che dire invece di questo Roberto Cingolani. Che e' un neo ministro inutile, inutile come le sue vuote parole, come il suo ministero farsa. Un ministero che cambia nome ma non solfa. A che serve? Un imbroglio che chiunque avesse un po studiato la faccenda negli anni passati avrebbe capito al volo.

A questi qui dell'Italia non importa nulla. E ancora di meno dell'ambiente, della gente, della natura, dei nostri figli.

L'ultimo "provvedimento" e' stato firmato il 15 Aprile 2021, in aggiunta a svariati altri firmati le scorse settimane.

La concessione si chiama "Portomaggiore"e si tratta del pozzo esplorativo Malerbina in provincia di Ferrara, un paesino di nome Masi Torello.

E' un pozzo in cui cercheranno sia petrolio che gas, ed e' ad opera della micro-ditta USA Aleanna Resources, ditta di cui tanto abbiamo parlato su questo blog e che altro non e' se una scatola vuota di affaristi americani che passano per Matera e che pensano di poter venire in Italia a fare i fatti (o le trivelle) loro.

Alcune cose spiccano agli occhi e al cuore.

La regione Emilia Romagna, novella Ponzio Pilato, non ha fatto sapere il suo parere. Hanno lasciato soli quelli del comune di Masi Torello, del consorzio di bonifica della pianura di Ferrara, e pure l'Associazione Medici per l'Ambiente ISDE Italia che invece hanno espresso parere negativo.  

Che gli importa a quelli della regione di medici, residenti, e dell'ambiente di Ferrara?

Che gli importa a Dario Franceschini? A Roberto Cingolani? Evidentemente questa supposta transizione non passa per Masi Torello che invece si beccheranno il pozzo "esplorativo".

Notare le parole pozzo esplorativo. Vuol dire che siamo all'inizio di un iter che potrebbe durare almeno quarant' anni se il petrolio o il gas ci sono. Con buona pace della transizione.

E la subsidenza? E l'inquinamento? E i fanghi di perforazione? E le vasche con dentro la monnezza petrolifera? E i cambiamenti climatici? E chi vive li vicino?

Ehhh. Che domande scomonde. Qui c'abbiamo la transizione ecologica!

Solo che non hanno specificato quando - e infatti, se qui facciamo pozzi esplorativi oggi, forse questa transizione arrivera' fra cinquant'anni! 

Nel frattempo chi doveva speculare ha speculato.

Sono tutte balle, e' solo un cambiamento gattopardiano.

Cambiamo tutto, ma in realta' non cambiamo niente.

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Progetto: Pozzo esplorativo "Malerbina 1 dir" nell'ambito del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominato "Portomaggiore"

Descrizione: Il progetto prevede la perforazione di un pozzo esplorativo denominato "Malerbina 1 dir" nell'ambito del permesso di ricerca idrocarburi "Portomaggiore" nel comune di Masi Torello (Fe).

Proponente: Aleanna Italia S.r.l.

Tipologia di opera: Ricerca idrocarburi



Monday, September 7, 2020

L'orca che ha vegliato sulla figlia morta per 17 giorni, e' di nuovo mamma


 

Ne avevo scritto un paio di anni fa, della storia dell'orca Tahlequah, ufficiamente nota come J35. Era l'orca che non riusciva ad accettare la morte della sua piccola e che per piu di due settimane la coccolo' e la tenne a galla con enormi sforzi, mentre il corpicino iniziava a degradarsi. Non si era mai visto prima.

Era anche la storia di una colonia di orche che a causa dei troppi e veloci cambiamenti nel loro habitat naturale, hanno visto grandi morie, fame, aborti ed incapacita' di vivere come hanno fatto per millenni. Le orche del Pacifico sono infatti in via di estinzione.

E adesso la bella notizia, Tahlequah e' di nuovo mamma. Le due orche, mamma e figlia,  sono state avvistate nel Pacifico, fra Washington state e Vancouver.  La nuova orca si chiama per ora solo J37, un po segno di scaramanzia. Come dire aspettiamo ancora un po per darle un nome piu' bello. 

La gradivanza e' durata 18 mesi, e J57 appare sana e piena di vita. Si pensa che sia nata il 4 Settembre. 

Adesso di orche della loro specie ce ne sono 73.

Mi sembrava carino raccontare questa conclusione di vita, e di natura che in qualche modo continuano a resistere.




Thursday, June 4, 2020

Russia: stato di emergenza per perdita di petrolio in Siberia



Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato lo stato di emergenza in Artico in seguito allo sversamento di 20,000 tonnellate di olio diesel che sono finite nel fiume Ambarnaya nel circolo Artico.

Il tutto e' successo nella citta' di Norilsk il giorno di venerdi'  29 Maggio dove un impianto energetico dedicato alla produzione di nickel e di palladio e' collassato. Si pensa che il collasso sia dovuto alla subsidenza nei pressi degli impianti di stoccaggio del diesel.

Il permafrost su cui sorge l'impianto infatti si sta scogliendo rapidamente a causa dei cambiamenti climatici. Una specie di circolo infernale dunque dove il consumo di fonti fossili porta ai cambiamenti climatici che portano allo scoglimento delle nevi e del permafrost, che porta al collasso di strutture che porta a perdite di petrolio.

La ditta madre si chiama Norilsk Nickel ed e' stata anche accusata di negligenza criminale visto che ci hanno messo due giorni ad informare Mosca dell'accaduto. Il direttore di questo impianto e' pure finito in carcere.

Per ora siamo a un area di 350 chilometri quadrati inquinati, e intrisi di rosso.

Si calcola che sia il secondo piu' grande incidente in Russia, in termini di volume di petrolio ed anzi, Greenpeace lo ha gia' paragonato al riversamento in mare di petrolio da parte della Exxon Valdez nel 1989 in Alaska.

Costo della pulizia? Chi lo sa.

Ma si parla di almeno 1.5 miliardi di dollari e di circa dieci anni di tempo.

Di questa Norilsk Nickel abbiamo gia' parlato visto che nel 2016 fu responsabile di altre perdite di
sostanze chimiche che fecero tingere di rosso cupo un altro fiume dell'Artico.

Il ministro delle difese naturali di Russia, Dmitry Kobylkin, dice che non sa bene che fare ma di non voler bruciare tutto questo diesel. Forse useranno dei reagenti per diluirlo, forse lo pomperanno altrove. Ci vorranno pero' i miliari per affrontare la situazione nel suo complesso.

Putin e' d'accordo nel pompare il petrolio sulla terraferma adiacente.

Dice: "Tanto la terra li e' gia' piena di petrolio".

Come siamo messi, eh?