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Thursday, June 9, 2016





Quattro italiani sono stati rapiti nei pressi di Mellitah, porto petrolifero di Libia e nei pressi di uno stabilimento dell'ENI.  I quattro lavoravano per la Bonatti, con sede a Parma che offre servizi di ingegneria, edilizia e sicurezza alle ditte petrolifere. Fra i suoi progetti, uno a Mellitah per conto di GreenStream, un oleodotto di 520 chilometri dalla Libia all'Italia.

L'ENI e' l'unico colosso mondiale ad operare ancora in Libia. Come mai? Come fanno ad essere operativi mentre la Total di Francia, la Repsol di Spagna e la Marathon Oil degli USA hanno dovuto sospendere le attivita' a causa della mancanza di sicurezza?

La domanda ha interessato anche il Wall Street Journal che qualche tempo fa fece una inchiesta sul tema e sulle operazioni dei petrolieri italiani al tempo dell' ISIS in Libia, dopo la triste fine del colonnello Gheddafi.

Ci sono lotte in corso fra i gruppi islamici detto "Libya Dawn" che controllano anche Tripoli e le forze ufficiali con sede a Baida, che non scalfiscono le operazioni dell'ENI. Piu a nord e proprio vicino ad un campo di addrestramento dei jihadisti c'e' un oleodotto che fornisce il 10% del gas italiano per conto dell'ENI che viene protetto da un gruppo armato detto Western Shield, anche questo parte di Libya Dawn. Nel deserto del Sahara invece c'e' un gruppo nomade, detto "Tubus" che sono stati assunti dall'ENI per fornire sicurezza.  Per la sicurezza del campo dell'ENI Wafa invece, nel sud della Libia, sono stati assunti dei giovani dalla citta' di Zintan, sempre alleati di Libya Dawn.
 
Un portavoce dell'ENI rispondendo alle domande del Wall Street Journal ha detto di non avere nessun tipo di accordo con le milizie armate della Libia, ma nessun dirigente si e' reso disponibile per una intervista.  Il portavoce dice che hanno evacutato tutto lo staff in Libia, e che adesso le operazioni sono gestite da Mellitah Oil and Gas, una joint venture al cinquanta per cento fra l'ENI e la National Oil Company di Libia. Parte delle misure di sicurezza sono state prese proprio dalla Bonatti che lavora in parallelo a questa Mellitah. 

L'Eni ha sempre lavorato in paesi a rischio, era una strategia ben collaudata da parte di Enrico Mattei dall'inizio, ed in parte questa sua sfrontataggine ha contribuito a rendere la ditta fra le piu' potenti al mondo, oltre che una specie di burattinaio dietro le quinte della politica estera italiana. 

E cosi per esempio, in Libia, l'ENI produce 240,000 barili al giorno, pou' di ogni altro paese; anzi in questo momento l'ENI produce un terzo del gas della Libia. Prima della morte di Gheddafi era del 20%.

Ovviamente dato tutta la melassa politica ed economica, e' ben probabilie che i nostri eroi siano capaci di negoziare con Gheddafi, milizie e chicchesi in modo da tirare fuori il petrolio indisturbati. Aiuta anche il fatto che molte attivita' sono offshore e dunque non toccate troppo da guerriglia e guerra civile.

Mellitah e' a circa 10 chilometri da un campo dove un gruppi di terroristi islamici coordina le proprie operazioni in Nord Africa.

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