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Sunday, June 12, 2016

I petrolieri abbandonano 650 concessioni in Artico

Chukchi Sea - di 487 concessioni ne resta solo una.

Beaufort Sea, di 240 concessioni ne restano solo 71




Quanto male stanno messi i petrolieri?

Beh, diciamo che se scappano dalle concessioni in Artico non e' che stanno messi poi cosi bene. E infatti emerge oggi che nel complesso Encana, Armstrong, Total, ConocoPhillips, Repsol, Eni, Shell, Statoil e Iona Energy abbandonato 655 concessioni fra il Chukci Sea e il Beaufort Sea, tutte in Artico.

Nel Chukchi Sea dell'Artico sono scomparse tutte, meno che una. Si tratta di 486 concessioni che coprono circa 11,000 chilometri quadrati. Erano state assegnate nel 2008. Di queste la Shell ne ha cedute 274, e ne terra' una sola: quella che ha cercato di trivellare piu' volte, fallendo sempre.

Nel Beaufort Sea, Encana, ConocoPhillips, Armstrong e Total hanno lasciato tutto, mentre restano alcuni consorzi Shell, ENI e Repsol cha mantengono ancora 71 concessioni delle 240 originariamente assegnate, fra il 2003-2007.

Michael LeVine di Oceana dice che e' stata una enorme vittoria, perche' pure la Shell che aveva speso miliardi di dollari in dieci anni si e' dovuta arrendere all'evidenza: che esplorare l'Artico non vale la pena.

E' proprio cosi: la Shell ha rimediato figuraccia dopo figuraccia nell'Artico, con proteste, perdite finanziarie, disastri e alla fine la distruzione della piattaforma Kulluk.

Alla fine, visto che non gliene andava bene una, la Shell aveva abbandonato i progetti trivellanti nel polo Nord alla fine del 2015. La ConocoPhillips aveva sospeso gia' ogni programma trivellante nel 2013. 

Intanto il governo USA sta vagliando se rivendere queste concessioni in futuro. Ma non si sa: le aste sono andate deserte nel 2016 e non ce ne saranno nel 2017. 

Un altro po di mare salvo. 

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