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Saturday, January 18, 2014

Utili Shell Q4 2013: dimezzati





 

 Unrest in Nigeria has lowered oil and gas production, 
and the company is losing money in its key Americas exploration and production business, where its multibillion dollar Alaskan drilling program has been plagued by accidents and problems.

Shell has also been hurt by the poor environment for refining crude oil into products like gasoline and diesel, especially in Europe, where demand for gasoline has weakened

Analysts say that nearly all refineries in Europe are losing money because they are unable to sell refined products for more than the cost of crude oil and processing.

The New York Times




Il New York Times riporta oggi che la Shell ha annuciato che gli utili per gli ultimi tre mesi del 2013 saranno la meta' di quanto inizialmente stimato.

Il popolo antitrivelle nel resto del mondo esulta.

L'annuncio arriva da Ben van Beurden, della Shell, che dice che la colpa dei mancati obiettivi e' delle difficili condizioni in Nigeria ed in Alaska e con le raffinerie europee che perdono tutte soldi.

Le stime iniziali di utili erano di 4.9 miliardi di utili, che pero' sono state abbassate a 2.9 miliardi, un calo del 48%. 

Le azioni stamattina sono scese del 4% a Londra.

Non e' la prima volta che questo accade, anzi, e' il terzo trimestre di stime al ribasso per la ditta olandese.

Come molte ditte petrolifere, e finito il petrolio "facile", la Shell e' coinvolta in molte operazioni considerate rischiose e difficili. Ad esempio, i progetti di trivellare i mari delll'Alaska sono stati un fallimento dopo l'altro a causa delle cattive condizioni climatiche, dell'opposizine dei residenti e di imprevisti di vario genere che hanno reso impossibile tirare fuori una sola goccia di petrolio nonostante miliardi e miliardi di dollari spesi.

Secondo Forbes magazine, la colpa sono dei 700 milioni di dollari persi nell' Eagle Ford shale del Texas. Nel 2010 la Shell prese in concessione un ranch di 100,000 acri da un petroliere di Houston, Dan Harrison e lo pago' un miliardo di dollari. Ma dopo un paio di anni di intensa attivita' esplorativa la Shell si e' resa conto che anche qui, non e' tutto oro quello che luccica. Del tanto decantato gas, poche goccie.
 
Gli investitori hanno piu' volte comunicato alla Shell di dovere ottimizzare le sue operazioni e di dover tagliare i costi.

Il risultato? A Dicembre 2013 la Shell ha annunciato di abbandonare i progetti per un terminale GTL, che sta per gas-to-liquids, in Louisiana da 20 miliardi di dollari. 

E questo nonostante la Louisiana avesse un governo amico, e promesso incentivi e ogni sorta di facilitazione. L'idea era di creare fluidi normalmente prodotti dal petrolio, ma usando invece gas naturale come fonte primaria.

Bocciato.



Tempo di passare ai pannelli solari, no? 

Qui il commentario di Forbes Magazine

Qui sulle trivelle Shell in Alaska nel 2011
Qui sulle trivelle Shell in Alaska nel 2012
Qui sulle trivelle Shell in Alaska nel 2013


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