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Wednesday, September 7, 2011

Le bugie dell''ENI a Crotone e il mistero delle trivelle di Santa Cesarea Terme

** Nota: Il fatto che l'ENI volesse trivellare e non aggiornare i suoi impianti a Hera Lacinia l'ha scovato la sottoscritta e poi mandato a NewsCrotone24. Da qui la notizia si e' diffusa sulla stampa di Calabria. Basta guardare le date di pubblicazione di tutti gli articoli e di questo post (ricordando che qui siamo a -9h di fuso) per rendersene conto. Evviva il giornalismo italiano! **





Via a Eni per nuovo pozzo a Crotone

Dal Sito della Staffetta Quotidiana


La perforazione del pozzo avverra' per tratti
di 60 metri fino a 1810 metri

Dal sito di VIA del governo italiano su Hera Lacinia a Crotone


Interventi manutentivi, che non comporteranno la perforazione di nuovi pozzi, effettuati periodicamente necessari per garantire la
continuità della sicurezza delle installazioni.

Dai comunicati ENI alla stampa di Crotone


Qui c'e' qualcuno che non la racconta giusta!


Antefatto: in questi giorni tutta la stampa e i cittadini di Puglia sono in subbuglio per quella che pare una piattaforma mobile, stazionata per qualche giorno davanti a Santa Cesarea Terme, in provincia di Lecce. Nessuno sa cosa sia.

L'avvocato Tamborini di Lecce ha allora scritto a quelli del Ministero chiedendo lumi. Ecco parte della risposta:

Dagli Uffici competenti ho appreso che la piattaforma in questione è una piattaforma di perforazione di tipo jack up, al momento in cui è stata fotografata in transito, non destinata ad operare nei mari a largo del Salento dove non vi sono attualmente specifici programmi di perforazione né autorizzazioni rilasciate.

Intanto non e' vero che non ci sono programmi di perforazione, la Northern Petroleum gia' parla di permessi ricevuti per le ispezioni sismiche che sono solo il preludio delle trivelle.

Ma a parte tutto cio', apprendiamo che si tratta di una piattaforma di tipo Jack-up, una piattaforma di perforazione mobile i cui piedi si appoggiano al fondale marino.

Ma dove va? Perche' andava in giro per il basso Adriatico?

Allora vado a guardare i permessi di VIA concessi negli ultimi tempi e nel silenzio generale si scopre che l'ENI ha avuto il permesso di allargarsi e di trivellare ulteriormente il mare di Crotone, praticamente attaccato alla riva.

La concessione si chiama Hera Lacinia, e' in produzione dal 1987 e il suo nome tecnico e' DC 4 AG.

Con questa nuova istanza, chiedevano al governo di allargarsi. Il governo gli ha detto si e il tutto e' stato reso noto il 18 Luglio 2011. Praticamente trivelleranno un nuovo pozzo in mare, ma dalla stessa piattaforma sovrastante.

Hera Lacinia e' anche il nome di un tempio dell'eta' greco-romana che sorge a Crotone. In Abruzzo li chiamano con i nomi di pesci - Ombrina e Rospo Mare - a Crotone con i nomi di templi per prenderci meglio in giro.

Negli atti ufficiali dicono cosi:

Coltivazione di idrocarburi D.C.4AG sviluppo giacimento Hera Lacina in località Capocolonna in comune di Crotone (KR) - Positivo con prescrizioni.

Che significa questo? Intanto che si tratta di "coltivazione": questo vuol dire, in italiano onesto, che il nuovo pozzo e' li per tirare fuori idrocarburi.

Poi se si leggono i decreti dicono:

Preso atto che non risultano pervenuti osservazioni da parte del pubblico, ne particolari misure cautelative da parte della D.G. per la protezione della Natura...

Non so cosa vuol dire D.G. ma so che il resto significa che nessuno ha osato dire niente - regione, provincia, comune, cittadini. Nada. L'ENI fa quello che vuole.

Interessante che dopo qualche rigo invece si dica che si sono un "po allontanati" dal sito di interesse comunitario Capo Colonna per evitare fenomeni erosivi e che la subisdenza ci sara' ma e' compatibile coi valori "naturali."

Che carini! Aggiungono:

Valutato che l'ENI SpA, essendo certificata ISO 14001 e' impegnata in un miglioramento continuo nella protezione dell'ambiente e, grazie al suo sistema di Gestione Integrata di porre in essere tutte le migliori strategie per la gestione ottimale anche degli aspetti di Salute e Sicurezza.

Vaglielo a dire in Basilicata!

In riassunto: questa concessione e' vicina ad un sito protetto dall'Europa sotto il profilo ambientale, ma va tutto bene perche' l'ENI e' certificata e c'ha un "sistema di gestione integrato" che ha "solo" portato alla devastazione della Basilicata!

Il progetto trova pieno riscontro nel quadro della politica di possibile riduzione di approvigionamenti esteri e consequenziale incremento di produzione interne di idrocarburi che pertanto risulta coerente con la pianificazione e programmazione energetica europea nazionale e regionale.

Ma come ci pensano che una piattaforma piazzata li in piena stagione turistica possa farci crescere economicamente? E tutto il turismo - o il potenziale turismo - di Crotone e della vera Hera Lacinia, che fine fanno?

La piattaforma prevede operazioni di supporto su terraferma per definire una "area living", fanghi perforanti e rifiuti petroliferi che dovranno essere smaltiti a terra.

Cioe' nuovo pozzo, nuova monnezza, nuovi problemi per lo smaltimento - e solo loro ci credono che tutto verra' fatto nel rispetto del mare. Ma cos'e' questa area living? E chi e' che vuole stare in un'area "living" vicino alla monnezza petrolifera, tossica, cancerogena e qualche volta radioattiva?

Infine il permesso e' con prescrizioni, questo vuol dire che ci sono degli obblighi. E quali sono?

Che l'ENI deve inserire anche Hera Lacinia - quella petrolifera non quella vera dell'eta' antica - sotto il suo certificato ISO, che l'ARPA deve controllare che tutto funzioni e che devono indagare monnezza prodotta e subsidenza.

Seguono firme su firme.

La chicca e' che il Ministero dei Beni Culturali lo chiami "hoff shore". Con l'h. Sara' pure un errore di battitura, ma quello e' un Ministero...

Ora che e' tutto stato approvato pero' l'ENI decide di mandare un innocente comunicato alla citta' di Crotone - dicendo loro che effettueranno solo interventi di manutenzione su pozzi esistenti.

Mmh. La VIA e la stafetta quotidiana dicono tutt'altro. Com'e' possibile?

Puo' essere che il Jack-up visto a Santa Cesarea Terme fosse destinato ai mari di Crotone? Chi lo sa. A Crotone il mostro e' arrivato nella notte fra il 4 e il 5 Settembre 2011. La foto di Santa Cesarea Terme e' del 3 Settembre 2011. E' lo stesso jack-up?

Ovviamente neanche a Crotone nessuno sa niente.

Restiamo a guardare, sudditi e non cittadini, sebbene siano nostri quei mari e quelle spiagge. Tutt'apposto allora. Evviva l'Italia.



Fonti: Crotone 24 news,
Il Corriere della Calabria

4 comments:

Anonymous said...

che ipocrisie ... e poi nessuno ha detto niente perchè nessuno è riuscito a saperne nulla! povera magna grecia ...anche la storia calpestata, oltre all'ambiente!

Anonymous said...

magna magna magna, rivolution democratica contro i barbari succhia metano.

Anonymous said...

ma tanto a crotone dormono, non era qui che l'ente nazionale imbrogli gli aveva messo l'asilo radioattivo?

marco said...

Bell'articolo non c'è che dire, l'eni fa quello che vuole qui in calabria, almeno adesso riusciamo a trovare informazioni, ho trovato un'altro articolo che parla dell'eni a crotone

http://goo.gl/chrFf

meno male che ci sono i blog!

ciao a tutti

Marco