tag:blogger.com,1999:blog-5306006082450493014.post5356708902549846347..comments2023-07-26T06:25:11.833-07:00Comments on No all'Italia petrolizzata: Una Chiesa vera contro la prepotenza dei petrolierimaria ritahttp://www.blogger.com/profile/12473397572265206589noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-5306006082450493014.post-79340469764891653932012-10-25T03:12:59.095-07:002012-10-25T03:12:59.095-07:00Mah, Pure se fosse come dice lei, dal 40 all'8...Mah, Pure se fosse come dice lei, dal 40 all'80%, e poi il resto dove lo mettiamo? Vuole che le mandi un pacco del restante 60-20% a casa sua? E comunque sono tutte balle - queste sono reazioni all'equilibrio e sempre e comunque ci saranno sempre esalazioni tossiche. Buon anonimato.maria ritahttps://www.blogger.com/profile/12473397572265206589noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5306006082450493014.post-45275062429825875252012-10-22T17:28:05.929-07:002012-10-22T17:28:05.929-07:00Se non conosce un argomento, non scriva dell'a...Se non conosce un argomento, non scriva dell'argomento, per favore. <br />Ecco i suoi batteri di mazinga zeta, dall'enciclopedia treccani:<br /> La desolforazione microbiologica del petrolio e dei suoi derivati può avvenire secondo percorsi biochimici tali da portare al distacco soltanto dello zolfo, cioè senza perdita del potere calorifico associato alle molecole così trattate. Esperienze su scala pilota basate sull’impiego di ceppi di Arthrobacter o di Rhodococcus rhodocrous, effettuate su petroli greggi e frazioni di distillati medi, hanno dimostrato la possibilità di conseguire livelli di desolforazione variabili dal 40 all’80%. La d. microbiologica del carbone, dove lo zolfo è presente in forma inorganica (pirite e solfato) o come zolfo organico (dibenzotiofene e benzotiofene) finemente disperso, utilizza diverse varietà di batteri (per es., Thiobacillus ferroxidans, Leptospirillum ferroxidans) per la rimozione dello zolfo piritico, mentre i risultati più promettenti di rimozione dello zolfo organico derivano dall’impiego di specie batteriche termofile (cioè in grado di lavorare a temperature anche di 70-80 °C), come Sulfolobus acidocaldarius. <br /><br />Poi può anche dirmi che il dialogo è inutile con persone che conoscono l'argomento perchè "sono dei venduti delle compagnie"...ma almeno certi strafalcioni se imparasse a confrontarsi un po' potrebbe evitarli.<br />Anonymousnoreply@blogger.com