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Friday, March 31, 2017

La Po Valley nel Delta del Po: i pozzi Teodorico, Irma e Carola per amore dell'Italia






Secondo la Po Valley e i loro consulenti la subsidenza sara' di 10.5 centimetri in 20 anni.
E' affidabile questa cifra?
E' tanto, e' poco?
E dopo 30 anni?
E dopo 50 anni? 

Ne vale la pena? 


 

Qui chi ha fatto questi studi, gia' in passato con ENI, ENEL, SNAMprogetti 
E' l'amministratore delegato di M3E, Carlo Janna



Qui la regione Veneto che gli dice che i loro risultati sono  
fra gli aspetti "meno trasparenti, rassicuranti e affidabili" 
del problema.


Continuiamo in Italia, il supposto giardino del mondo, a rilasciare concesssioni petrolifere una dopo l'altra e come se fossero noccioline.

Ed eccoci qui: siccome i lidi fra Veneto ed Emilia Romagna non sono gia' stati sufficentemente trivellati con erosione, subsidenza ed inquinamento, ora arriva la concessione "Teodorico", concessione di coltivazione d40 AC PY, come proposta dalla famosa Po Valley Operations d'Australia.

Chi sono questi?

Sono quelli che, interpellati vari anni fa, nella persona di Pierluigi Vecchia, il loro CEO dissero di voler trivellare in Italia per motivi "affettivi".

Quanto affetto, eh?

Le trivelle interesseranno i comuni di Taglio di Po, Comacchio, Codigoro, Porto Tolle, Ariano nel Polesine, Mesola, Goro, Ravenna, Porto Viro -- siamo a 50km da Ravenna.

E poi apro i documenti.

E cosa scopro? Che Teodorico non e' altro che uno stretto parente, se non proprio la stessa persona, di Irma-Carola altra concessione che l'ENI scopri' nel 1986, e che ora e' finita nelle mani della Po Valley. 

Qui e' una telenovela infinita!

Essenzialmente, la Po Valley vuole trivellare due nuovo pozzi accanto ai vecchi pozzi ENI Irma001 e Irma 002.

Come sappiamo, una delle preoccupazioni piu' gravi collegate alle trivelle in alto adriatico e' la possibile subsidenza, l'abbassamento del terreno dopo che viene estratto metano, o altre sostanze, che portano alla decompressione del terreno.

E lo sanno anche quelli della Po Valley che quindi fanno pure il loro bel studio sulla subsidenza. Parlano di "modello fluidodinamico di giacimento", "software Eclipse", "simulazione del comportamento futuro del giacimento", "modello statico",  "grid di calcolo", "scenario forecast di coltivazione", "recovery factor",  "modello FEM idrodinamico", "estensione areale del waterdrive".

Ci sono matrici, formule, livelli, isobare, inglesismi stupidi. 

In una parola, paroloni per confondere la gente.

Alla fine, dopo 41 pagine,  si arriva all'atteso risultato:

La subsidenza massima prevista dopo 20 anni dal first gas è 10.5 cm.

Avrei molto da dire qui.  Ma lo faccio prima dire dalla regione Veneto, cosi non viene fuori che la D'Orsogna e' sempre la solita.

E infatti, la regione Veneto nella forma del suo rappresentante Mauro Giovanni Viti, e' intervenuta in questa diatriba e dice che cio' che viene presentato sulla susbidenza indotta della Po Valley ha una "carenza tecnica importante".

Dice che i modelli della Po Valley sono previsonali e fra gli aspetti "meno trasparenti, rassicuranti e affidabili" del problema.

Mauro Giovanni Viti dice che le assicurazioni date da questi modelli non possono rassicurare le persone che vivono ed operano nel territorio. Dice che la subsidenza e' irreversibile e che una volta innescata non si torna indietro anche se ci ferma con le trivelle. Dice che il monitoraggio non offre sufficenti garanzie, perche' non si puo' con il solo monitoraggio contenere il fenomeno. Come dire: anche se la guardo questa susbidenza, poi cosa faccio per fermarla? Non si puo'.

Meglio essere preventivi.

Sono le cose che predico da quasi dieci anni!

Posso solo aggiungere che faccio modelli matematici di mestiere, e so che in casi cosi complicati, con risvolti veri, non sappiamo mai veramente se il nostro modello matematico possa davvero prevedere tutto, se i parametri sono giusti, se abbiamo scelto i meccanismi giusti, se gli ingredeianti ci sono tutti. E questo vale quando si e' in buona fede.

Immaginiamo dunque un petroliere. Che ingrediente ci mettera' mai nel suo modello matematico? Ce li mettera' tutti, in modo chiaro e limpido? O scegliera' quelli che gli fanno piu comodo, con i parametri che gli fanno piu comodo? E quelli che magari gli vanno contro li togliera'?

Come fa davvero uno a poter prevedere cosa accadra' con cosi tanta precisione fra 20 anni? Sono stati inclusi effetti cumulativi? Qual'e' l'errore? In genere quelle sono stime che uno magari fa e che da una idea di ordine di grandezza. Ma qui le conseguenze sono davvero troppo importanti per accettare questi paroloni e dire "tuttapposto".

Alla fine la costa veneta ed emiliana sprofondano a causa del metano.

E poi loro dicono 10 centimetri.  Veramente?

E poi sono tanti? Sono pochi? E se fossero venti centimentri? E dopo 25 anni? E dopo 30 anni?
E fino a quando questa susbidenza innescata dalle trivelle andra' avanti? Quando finira'?

E che conseguenze hanno quei dieci centiemtri sulla costa, sull'erosione, sulla vita dei pescatori, degli alberganti?

Alla fine ci sono tanti soldi ed interessi in gioco ed e' facile, appunto, giocare con modellini e numeri.
E quindi, si e' vero che il tutto e' poco trasparente.

Il modello matematico non e' vangelo.

Infine, sono andata a vedere chi fa questi modelli matematici.

E' una "spinoff" dell'Universtia' di Padova, fondata da Carlo Janna che si chiama M3E, e sta per Mathematical Methods and Models for Engineering

Questa ditta e Carlo Janna stesso hanno lavorato gia' con ENI, SNAM, ENEL. Anzi, lo stesso Janna e' stato pure visiting professor, specializzato in modellistica di fracking in giacimenti profondi presso il
dipartimento di ingegneria chimica e petrolifera a Calgary, la capitale delle Tar Sands del Canada.

Molti degli altri impiegati hanno avuto a che fare con oil and gas -- simulazione dei processi di estrazione di idrocarburi,  stoccaggio di gas in giacimento, dinamica di fluidi petroliferi.

E quindi e' chiaro da che parte stanno. 

Tutto cio' punta ad una sola cosa: in buona o in cattiva fede che siano, non c'e' da fidarsi di questi calcoli, di questi modelli, e di questi dieci centimetri.

E' alchimia fatta da gente che vuole trivellare, e secondo me ha ragione Viti quando dice che e' tutto poco trasparente, rassicurante e affidabile.

Queste famose trivelle non sono poi cosi lontane dalle acque croate. E che fine fanno le analisi transfrontaliere? Non vogliamo chiedere alla Croazia cosa ne pensa, visto che noi abbiamo fatto un pandemonio sulle trivelle dei croati?

Ultima cosa: Teodorico dovrebbe sorgere vicino ad Irma Carola.  Quelle trivelle sono state al centro di dieci anni di interventi di magristratura per sospetta subsidenza indotta quando Irma Carola erano dell'ENI.  Ma siccome siamo in Italia tutto e' finito a tarallucci e vino.

E ora arrivano gli australiani e .. tuttodaccapo?

Il mare d'Italia e' degli italiani e non di una microditta australiana la Po Valley che non conosce, ama e rispetta i nostri lidi, i nostri delta del po, e la nostra vita.

Se lo tenessero a Sydney il loro affetto.

Thursday, March 30, 2017

Trivelle anche in Molise -- Rotello, Campobasso qui con agevolazioni CIP6









Il gas associato all'olio, essendo uno scarto di processo del Centro Olio, è stato assimilato, sentito il parere del Ministero dell'Industria del Commercio e dell'Artigianato, alle fonti rinnovabili, in quanto forma di energia "recuperabile" in processi e in impianti produttivi. Per tale motivo la Centrale di Generazione E.E. Torrente Tona è stata, sino al 2006, un impianto CIP 6/1992 
(Comitato Interministeriale dei Prezzi)


Centrale di trattamento gas
Rotello, Campobasso

di proprieta' di Adriatica Idrocarburi
al 100% ENI

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Il giorno 29 Marzo 2017 il Ministero dell'Ambiente ha dato la compatibilita' ambientale ad un nuovo pozzo in Molise.

Si chiama Torrente Tona 26 dir ed appartiene alla Adriatica Idrocarburi SpA, una spinoff dell'ENI.


Per questo pozzo sono state autorizzate la perforazione e la messa in produzione. Il pozzo fa parte del campo Masseria Verticchio e si trova nel comune di Rotello, in provincia di Campobasso, fra terreni agricoli e stradine di campagna.

Non e' il primo pozzo ad essere qui trivellato, anzi Torrente Tona 26 sara' il 23-esimo buco della zona. Molti degli altri pozzi della concessione Masseria Verticchio sono dismessi, altri sono ancora attivi.

 Grazie all'Adriatica Idrocarburi -- ENI avremo adesso "adeguamento dell'area pozzo" per le "facilities" di produzione, l'esecuzione della perforazione "direzionata" e collegamenti con pozzi gia' esistenti.

Un altro pezzetto di Italia sacrificato al dio petrolio. 

Tutto questo a 3.5 chilometri dai Siti di Interesse comunitario "Boschi tra fiume Saccione e Torrente Tona" e a 5 chilometri dal "Torrente Tona". Secondo il nostro ministro dell'ambiente, Gianluca Galletti, non ci sono interfenze con tali siti protetti, ne sulla flora, vegetazione, habitat e fauna.

Tuttapposto!

Cosa ha da dire la regione Molise?

Offono "Valutazioni tecniche e prescrizione"

Il che vuol dire una sola parola: si.

E infatti, la Adriatica Idrocarburi, cioe' l'ENI vestita da agnello marino, ha risposto alle valutazioni della regione Molise e si e' arrivati alle "controdeduzioni".

Cioe' l'Adriatica Idrocarburi ha avuto la prima e l'ultima parola.

Democratico vero?

Ma poi, se pure la regione Molise non ha fatto granche' per difendere il proprio territorio, e allora perche' volerla questa democrazia? E' vuota se non si sanno difendere i propri diritti, informare la propria gente, pensare per il domani invece che accettare tutto quello che Roma o Mr. petrolio ci propina.

E i molisani? Non pervenuti. Si vede che gli piace, o che non gli interessa.

E infatti c'e' stata UNA osservazione.

Una sola.

Le prescrizioni in cosa consistono?

Come sempre fanno ridere e non sono bene articolate.

Ma c'e' una frase che mi inquieta.

"Tale piano dovra' tenere conto anche delle indicazioni fornite dalla regione Molise, in particolare per quanto riguarda la concentrazione di possibili radionuclidi associati alla produzione di olio e gas."

Ehh???

Che significa questa frase?
Hanno paura che ci possano essere componenti radioattive?
E alla gente cosa dicono?
E se li trovano, cosa faranno?
E la regione Molise aveva questo timore e gli ha detto si con prescrizioni??

Non si sa. Muore tutto qui.

Pero non esce dalla mia mente lo scandalo di qualche anno fa in cui proprio nei pozzi dismessi del Molise, a Cercemaggiore, trovarono radioattivita' fuori da ogni grazia a causa dei riversamenti di petrol-monnezza.

Qui dunque, solo una parolina, possibili radionuclidi.

Che vuoi che sia.

E poi dovranno essere monitorate le falde acquifere, la possibile subsidenza, il rumore, l'inquinamento acustico, e ci dovra' essere monintoraggio sismico ad un raggio di 5-10 chilometri che acquisca scosse di intensita' minima 0.5.

Potrebbero esserci intereferenze con zone archeologiche.

Dovranno esserci misure di mitigazione per i suddetti siti protetti.

Ma...

non avevano detto che non c'erano interferenze con le aree protette tre pagine sopra?  E se non ci sono interferenze, cosa c'e' da mitigare?

Mistero.

Ah. Ci vorra' un esperto ornitologo per monitorare il disturbo al volo degli uccelli.

Non scherzo.

E mentre che trivellano, cosa fara' l'ornitologo? Guardera'? Dipingera'? Prendera' nota sul tipo di traiettoria degli uccelli? Mettera' su lo spavenata passeri?

Uno si deve immaginare la scena dell'ornitologo fra le trivelle.

E ancora: anche se, ovviamente,  non ci sara' alcuna interferenza con l'attivita' in corso, dovranno esserci dei piani di allarme e di monitoraggio in caso di contaminazioni artificiali di petrolio.

Come siamo tranquilli!

Siccome potrebbero disturbare il manto stradale, potrebbero esserci indennizzi da concertarsi con la provincia di Campobasso.

Dove finira' questo petrolio? Tutto cio' che l'ENI-Adriatica Idrocarburi estrae da Torrente Tona viene mandato al Centro Oli Torrente Tona, sempre nel comune di Rotello, a Campobasso. La centrale e' anche nota come "Centrale Agip": qui c'e' la desolforazione ed il petrolio viene poi mandato tramite autobotti a Taranto, per essere raffinato ulteriormente.

Il gas invece, dopo la desolforazione, resta qui a Rotello e viene mandato alla vicina centrale di Generazione Energia Elettrica Torrente Tona, sempre dell'Adriatica Idrocarburi ma gestito dalla "Cefla Gest" dal 1998.

E, udite udite, siccome il gas e' considerato "uno scarto" del Centro Oli, lo stesso e' considerato fonte rinnovabile perche' energia "recuperabile", e quindi tale impianto gode di incentivi come impinato CIP 6.

E' questo uno scandalo tutto italiano. In principio l'idea era che chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate ha diritto a rivenderla al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) a un prezzo superiore a quello di mercato -- circa un sovrapprezzo del 6-7%, il quale costo viene interamente pagato dalle bollette dei consumatori.

Nella parola "assimilate" ci finisce un po di tutto, fra cui il gas dell'ENI di Rotello, che paghiamo noi.

Quindi, un altra trivella nel territorio italiano, un altro buco, altro inquinamento, altri camion, altra monnezza in aria e a Taranto, e tramite tutti questi passaggi -- dall'Adriatica Idrocarburi, alla Cefla Gest --  l'ENI che incassa il suo bel CIP6, puo' dire di essere green e corre, ridendo, in banca arricchendosi sui nostri polmoni.

















Wednesday, March 29, 2017

India: apre l'impianto solare piu' grande del mondo -- elettricita' per 300,000 persone


 Tamil Nadu

 Kerala










Il sole spunta in India in ogni forma e in ogni dove.

Siamo nella citta' di Kamuthi, nel distretto di Ramanathapuram e nello stato meridionale di Tamil Nadu.

Qui, a Settembre 2016 e' stato aperto il piu grande impianto solare del mondo su 10 chilometri quadrati e che dara' energia a 300,000 case. Il tutto e' costato circa 680 milioni di dollari, per costruirlo ci cono voluti 2.5 milioni di moduli solari, e ci sono stati ingegneri e macchinari da tutto il mondo.  L'impianto e' pulito ogni giorno da un sistema robotizzato, alimentato dal sole, in modo che la polvere non si accumuli.

Quello che e' impressionante e' che ci sono voluti solo 8 mesi di tempo per completarlo, nonostante monsoni e allagamenti in Tamil Nadu.

Il proprietario dell'impianto, Gautam Adani del gruppo omonimo, Adani Green Energy, ha dedicato la struttura al suo paese.

L'India infatti ha come obiettivi quello di diventare uno dei principali produttori di energia verde del mondo. E questo obiettivo l'ha fissato il primo ministro Narendra Modi che nel 2014 annuncio' anche di voler aumentare la capacita' di energia solare nel paese fino a 100 GW. Obiettivo parallelo e' quello di alimentare almeno 60 milioni di case dal sole entro il 2022 e di arrivare al 40% dell'energia elettrica da fonti non fossili entro il 2030. In questo modo il paese diminuira' le proprie emissioni di CO2 del 33-35%.  L'obiettivo a lungo termine e' di dare energia rinnovabile a tutto il paese.

Tutto questo e' meraviglioso. Forse non ci riusciranno, e chissa' quanti ostacoli da qui al 2022, al 2030. Ma la cosa bella e' che esistono gli obiettivi, una meta, un qualcosa da raggiungere in modo che non si vada a casaccio.

E ad avere questi obiettivi non sono solo i pragmatici tedeschi o gli svedesi. E ' l'India con tutti i suoi problemi.

Passiamo al Kerala, stato sempre a sud dell'India ma ad occidente. 

Qui nella citta' di Kayamkulam e' stato appeNarendra, Modi, energia, robotizzato, no utili per evitare l'eccessivo consumo di suolo, abbisognano di meno tempo per essere installati e aiutano anche a limitare l'evaporazione dell'acqua.

Il Kerala e' noto per i suoi meravigliosi corsi d'acqua, le sue mangrovie. E cosi a Gennaio 2017 hanno pure lanciato il primo servizio di trasporto pubblico su nave solare, fra le citta di Vaikom and Thavanakkadavu con 75 posti a sedere. Il trasporto su nave solare e' meno costoso che su nave alimentata da diesel, e meno inquinante.

Un anno fa fu l'aereoporto di Cochin, sempre in Kerala, a diventare 100% rinnovabile, 

Ma non ci sono solo mega progetti: e' in tutto il paese che il sole sorge dappertutto.

Di quei nuovi 100 GW, 40 saranno creati dai tetti e cosi pian piano si iniziano a fotovoltaicizzare (si puo' dire?) i tetti di ospedali, stazioni metro, di aereoporti e dei treni. E questo a Delhi, a Bombay, nel Kashmir.

Il tutto e' ovviamente non perfetto e ci sono ostacoli, specie nelle zone rurali. I tetti al sole si rompono, ci possono essere furti, a volte ci sono imbrogli.  E questo perche' allo stesso modo in cui e' facile installare tetti al sole e' anche facile ingannare le persone, o che le strutture non siano funzionali.

Eppur si muove, si programma, si vuole andare avanti.

Tuesday, March 28, 2017

Trump a distruggere l'ambiente




My administration is putting an end to the war on coal.
I am taking historic steps to lift the restrictions on American 
energy to reverse government intrusions
 and to cancel job killing regulations.

 

Sono nata in questa nazione la notte che e' stato votato Nixon presidente per la seconda volta. Ho votato in ogni elezione dal 1992. Vivo a Los Angeles in pianta stabile dal 1999 e di presidenti ne ho vissuti diversi - Reagan, Clinton, Obama, Bush figlio e Bush padre.

Posso dire che, nella mia esperienza, Trump e' il peggior presidente che io abbia mai visto. E' prepotente, e' ignorante, non sa ascoltare, non sa capire quando basta, quando e' ora di essere presidente e non piu' un pagliaccio.

Di tutte le sue decisioni di questi mesi, quelle sull'ambiente sono le piu' importanti, da come le vedo io, perche' non si possono disfare. Nel senso che le leggi della natura vanno avanti, e una volta rotti i delicati equilibri che la natura ha perfezionato nel corso di milioni di anni e' difficile tornare indietro.

I ghiacciai si sciolgono senza sosta, le temperature aumentano, gli eventi estremi si moltiplicano, le specie animali si estiguono a ritmi mai visti prima. Non lo sa questo Trump?

Il pianeta cambia, e cambia per colpa nostra.

E quindi un presidente, vero, intelligente, lungimirante, dovrebbe capire queste cose, ascoltare le persone di scienza e quantomeno non distruggere quel poco che resta, o i provvedimenti presi per contrastare i cambiamenti climatici.

E invece Trump fa tutto il contrario, accecato dalla sua ignoranza in un solo giorno.

Oggi Martedi 28 Marzo Donald Trump ha ordinato al governo federale di *fermare* la battaglia contro i cambiamenti climatici iniziata dal presidente Obama, con una direttiva che ha lo scopo di smantellare tutte le politiche green degli USA.

Trump in vuole eliminare il Clean Power Plan che obbliga i produttori di elettricita' a ridurre le proprie emissioni.  Vuole che il governo non consideri piu' i cambiamenti climatici nelle decisioni federali, come invece era stato sotto Obama, vuole tornare al carbone.

Al carbone!!!

Al 1800!

Trump vuole eliminare le considerazioni "sociali" quando si costruiscono impianti a carbone e qualunque altro impianto energetico, ad esempio non vuole che siano presi in considerazione gli effetti che queste centrali possono avere sull'ambiente, sulle comunita' circostanti; vuole rendere piu' facile trivellare, alleggerendo i limiti alle emissioni di metano che possono esserci dagli impianti petrolchimici, vuole che le terre federali siano aperte al fracking, al carbone.

La sua legge si chiama “Energy Independence” ed' e' un ordine esecutivo. Donald dai capelli arancioni l'ha firmata niente di meno che nella sede dell'EPA, l'ente di protezione ambientale degli USA, affiancato da una serie di minatori. A loro ha detto: ragazzi, questo significa che presto tornerete al lavoro! 

Notare come ci propina tutto questo maggior inquinamento sotto l'immagine di "indipendenza energetica". 

Caro Trump, il sole e il vento e le automobili elettriche sono indipendenza energetica, e non distruggere il pianeta.

Questo "Energy Independence" non parla degli accordi di Parigi, ma gli esperti del New York Times sono concordi che se attuato nella sua interezza, gli USA non potranno raggiungere gli obiettivi stabiliti e cioe' di tagliare le emissioni di CO2 del 26% rispetto al 2005 ed entro il 2025.

Secondo quell'altro pagliaccio di Scott Pruitt, il capo dell'EPA appuntato da Trump che tutto e' fuorche' un amante della natura, l'ordine esecutivo di Donald sara' "pro-lavoro" e "pro-ambiente". 

Farebbe ridere, se non che fa piangere.

E' una vergogna colossale. Uno schiaffo all'umanita', all'onesta' intellettuale, alle generazioni future, ai paesi piu' poveri che devono convivere con i cambiamenti climatici senza averli causati.

E la cosa che fa ridere, e' che i minatori non torneranno al lavoro, come Trump pensa e sogna. Non ci torneranno perche' e' tutto meccanizzato, e gli impianti a carbone impiegano sempre meno personale, quali che siano gli standard di emissione.  Il carbone e' in declino perche' non c'e' piu' mercato, e non per le emissioni che causano.

La prova di tutto questo e' che il capo di una delle piu grandi ditte di carbone, Robert E. Murray, che guida la  Murray Energy e che era accanto a Trump mentre firmava questo "Energy Independence" decreto esecutivo, dice che non ci crede neanche lui che il carbone possa tornare in grande scala negli USA. 

Cosa succedera' adesso?

Non e' chiaro, perche' alcune delle regolamentazioni che l'ignorante Trump vuole eliminare non sono cosi facili da cancellare; ma in altri casi, basta una sua firma per tornare indietro di decenni.

Fra i piu battaglieri ci siamo noi, i californiani.

Il governatore Jerry Brown, che pure non brilla al 100% sull'ambiente, dice che Trump ha fatto un errore colossale, e che tutto questo gli si rivoltera' contro in un modo che lui non potra' controllare.

Perche'?

Perche' secondo Brown, e il 99.999% di noialtri, i cambiamenti climatici sono veri, e il volerlo nascondere dietro leggi retrogradi, come se non se ne sapesse niente, e' qualcosa che esiste solo nella mente di Trump. Brown prevede forti manifestazioni, e rabbia, che includera' anche politici, perche' tutto questo e' contro ogni buon senso.

Milioni di persone sono oggi indignate e anzi, questa notizia di Trump e' sulle prime pagine di tutti i giornali USA proprio perche' e' ormai un tema a cui la gente e' stata sensibilizzata.

Questo ritorno allo sfruttamento selvaggio di madre natura gli si ritorcera' contro perche' il mondo andra' avanti con o senza di Washington, ma con governatori e sindaci e politici locali che riempiranno il vuoto lasciato dal governo federale.

E Trump non contera' piu' niente.

Esempio? I politici di California e di Cina si incontreranno presto per decidere altri passi ancora da compiere per frenare i cambiamenti climatici. La California ha gia' detto che aumentera' il proprio impegno in questo senso, con o senza Trump e che sta cercando di coinvolgere altri stati, altre nazioni.

Ogni gionro piu che passa mi convinco che quest'uomo e' una vergogna per questa nazione. 

Monday, March 27, 2017

Sam Moody di Ombrina Mare dice che vuole i soldi indietro


Le perdite della Rockhopper dall'Aprile 2014 al Marzo 2016.
Dal 105.000 a circa 21.250.
Una perdita dell'80%.

 Negli scorsi 12 mesi la Rockhopper ha perso circa il 50% del suo valore


Nello scorso anno,

 il massimo e' stato il 29 Aprile 2016  -- 41.000
il minimo e' stato il 16 Dicembre 2016 -- 18.640
il valore al 28 Marzo 2016 e' stato circa 28.500

Adesso siamo a 21.250

un calo del 48% rispetto al 29 Aprile 2016
un calo del 25% rispetto al 28 Marzo 2016



Whilst we had hoped to avoid arbitration, we are extremely disappointed that it has proved to be necessary in order to protect our investment in the Ombrina Mare project. While it may take some time to produce a result, and there is no certainty of success, Rockhopper is taking all necessary steps to protect its shareholders’ interests at no extra cost to the company.

Sam Moody, CEO Rockhopper Exploration


 
Factors that would cause actual results or events to differ from current expectations, intentions or projections might include, amongst other things ... political risks, changes to regulations affecting the Company's activities, delays in obtaining or failure to obtain any required regulatory approval 

Dai documenti della transazione fra Rockhopper Exploration e Mediterranean Oil and Gas




Che cosa patetica.

Il CEO della Rockhopper Exploration, tale Sam Moody dice di avere inziato niente di meno che un "arbitrato internazionale" contro il governo italiano sulla questione Ombrina Mare.

Nel Febbraio del 2016 Ombrina mori',  come tutti sappiamo, grazie alla nostra eroica resistenza di otto anni, mille peripezie, e pure scartoffie in tribunale.

Oggi Sam Moody dice che il Italia abbiamo infranto il cosiddetto "Energy Charter Treaty" che proteggeva la Rockhopper dal 1998 (ma come, se a quel tempo Ombrina era della Mediterrannean Oil and Gas!) e che le garantiva la stabilita' degli investimenti.

Secondo i suoi legali, la Rockhopper avrebbe buone possibilita' di recuperare il denaro perso.

Quanto? Non si si sa. Ma sulla base dei profitti persi.

Cosa ne penso io?

1. La Rockhopper Exploration ha perso circa il 50% del suo valore negli scorsi 11 mesi e oltre l'80% da tre anni a questa parte.  E' una perdita abissale, ed io credo che non sia un caso che questa richiesta di arbitrato arrivi alla stampa adesso. E' secondo me anche un modo di proiettare confidenza agli investitori che stanno cercando di fare qualcosa per fare cassa e per recupare qualcosa da Ombrina, che, ricordiamo era l'investimento principe per Sergio Morandi, prima della Medoilgas e poi di Rockhoppper, prima che arrivassimo noi a fermarli.

2.  Questa richiesta e' patetica perche' lo sanno tutti, investitori e petrolieri e uomini di business che le regole possono cambiare, e che finche' l'ultimo si non e' stato firmato, le cose possono saltare. Sono le regole del gioco, e' un investimento con rischi, non una certezza matematica. Ed e' ancora piu' patetico aggrapparsi ad un documento del 1998!

3. In verita' Ombrina era stata gia' bocciata nel 2010, e quindi e' evidente che i rischi c'erano ed erano rischi reali e veri. E che quando meno la Mediterranean Oil and Gas lo sapeva. Poi le leggi sono cambiate ed Ombrina e' tornata in vita.  Sono le regole del gioco. E anzi, la Mediterannean Oil and Gas ha approfittato di queste leggi che sono cambiate, quando il cambiamento e' stato il loro favore. E adesso che cambiano il loro sfavore la Rockhopper Exploration vuole l'arbitrato internazionale?

Suvvia, Sam Moody, cresca e diventi adulto e accetti che a volte le cose possano andare male e che quando lei ha comprato Ombrina ha fatto i conti senza l'oste.

4. Come faranno a stabilire gli intrioti persi? Sulla base di quanti barili di produzione? Non hanno mai avuto cifre esatte di quanto petrolio ci fosse, anzi, spesso le riserve da certe sono diventate probabili e i volumi sono cambiati nel corso degli anni. Tantomeno Moody e compari possono proiettare i prezzi sul lungo termine. Come detto, e' tutto incerto.


4. Seppure fosse vero che questo Energy Charter Treaty e' stato applicato ad Ombrina nel 1998, la verita' e' che allora Ombrina e la sua concessione erano della Mediterranean Oil and Gas o chi per lei prima di allora, dal 1998 al 2014. In quel frangente ci fu anche la prima bocciatura di Ombrina, nel 2010.

La Rockhopper e' subetrata nel 2014, ed e' subentrata *ben sapendo* delle nostre lotte, dell'incertezza attorno ad Ombrina, degli enormi ritardi accomulatesi per loro nel corso degli anni. Come detto, hanno comprato Ombrina consci di quello che c'era attorno, da un punto di vista umano e politico. E se non lo sapevano e' loro ignoranza, non certo loro scusante.

E infatti, questo che segue era scritto fra i documenti della compravendita -- che il tutto e' soggetto a rischi, a cambi nelle regolamentazioni che hanno a che fare con Ombrina, e con ritardi o impossibilita' di avere i permessi.

Era chiaro a tutti, ed e' una prassi accettare che ci possano essere imprevisti.
Eccetto ovviamente a Sam Moody.

Scritto dalla Rochopper Exploration in data 23 Maggio 2014 agli investitori:

Certain statements in this document are forward-looking statements which are based on Company's expectations, intentions and projections regarding its future performance, anticipated events or trends and other matters that are not historical facts. These statements are not guarantees of future performance and are subject to known and unknown risks, uncertainties and other factors that could cause actual results to differ materially from those expressed or implied by such forward-looking statements. Factors that would cause actual results or events to differ from current expectations, intentions or projections might include, amongst other things, changes in oil prices, changes inequity markets, failure to establish estimated petroleum reserves, political risks, changes to regulations affecting the Company's activities, delays in obtaining or failure to obtain any required regulatory approval, failure of equipment, uncertainties relating to the availability and costs of financing needed in the future, the uncertainties involved in interpreting drilling results and other geological, geophysical and engineering data, delays in obtaining geological results and other risks associated with offshore exploration, development and production. Given these risks and uncertainties, readers should not place undue reliance on forward-looking statements. Forward-looking statements speak only as of the date of such statements and,except as required by applicable law,the Company undertakes no obligation to update or revise publicly any forward-looking statements, whether as a result of new information, future events or otherwise.

Chiaro?










Friday, March 24, 2017

La corte di appello del Colorado: il diritto alla salute e all'ambiente sano viene prima delle trivelle



Ecco, non potevo non raccontare questa storia.

La Corte di appello del Colorado da ragione ad un gruppo di ragazzini che chiedevano che il loro diritto alla salute, all'aria e all'acqua pulita venissero prima delle trivelle.

E hanno vinto. La corte ha detto proprio questo, che la salute viene prima dei buchi sottoterra, nonostane l'enorme lobby da parte dei petrolieri di Denver.

Tutto questo avra' forti ripercussioni nello stato, perche' finora la cosiddetta Colorado Oil and Gas Conservation Commission, detto COGCC, una specie di UNMIG del Colorado, aveva per missione quello semplicemente di "bilanciare" gli interessi dei petrolieri e dell'ambiente.

Come dire, prima c'era solo da essere "equilibristi" fra salute e trivelle. Adesso la salute viene prima.
Non e' una cosa da niente, ed e' per questo che i petrolieri hanno cercato in tutti i modi di fermare questa decisione.

Nello stato del Colorado ci sono gia' 50,000 pozzi, che nascono un po dappertutto, anche vicino a Denver, tutti supervisonati da questo ente, il COGCC  che doveva portare avanti lo sviluppo responsabile e bilanciato di oil and gas in modo che fosse protetta la salute pubblica, l'ambiente,la flora e la fauna.

Poi nel 2013, l'allora 13-enne Xiuhtezcatl Martinez, classe 2000 di Boulder assieme ai suoi amici
chiese a questo COGCC di cambiare le regole.

Chiesero una moratoria allo stato del Colorado finche'

la migliore scienza disponibile non dimostri, e un ente indipendente terzo non confermi, che trivellare puo' succedere in un modo che non vada ad impattare in modo cumulativo o con altre azioni l'atmosfera, l'acqua, la fauna, le risorse territoriali del Colorado e che non influenzi in maniera negativa la salute umana e che non contribuisca ai cambiamenti climatici

unless the best available science demonstrates, and an independent third party organization confirms, that drilling can occur in a manner that does not cumulatively, with other actions, impair Colorado’s atmosphere, water, wildlife, and land resources, does not adversely impact human health and does not contribute to climate change

E cosi' nel 2014 questo COGCC dovette tenere una riunione sul tema. Dismisero la richiesta di moratoria perche' diceva che era oltre l'autorita' e la missione del COGCC stesso.

Xiuhtezcatl Martinez e i suoi amici, assieme ad altri gruppi ambientali del Colorado, fecero ricorso.

La corte di Denver diede ragione al COGCC.

Xiuhtezcatl Martinez e i suoi amici fecero appello di nuovo.

Questa volta dissero che i giudici non avevano bene interpretato la missione del COGCC e che bilanciare non era sufficente.

E cosi, il giorno 23 Marzo 2017 la corte suprema cambia verdetto.

Il compito di questo COGCC non e' di far passare un test di equilibrio, quanto che tutto il settore di oil and gas venga eseguito con la protezione di salute pubblica, benessere, sicurezza, e questo delle persone, dell'ambiente, e della fauna.

Cosa succedera' adesso?

Succedera' che la proposta di moratoria tornera' indietro alle corti precedenti, che dovranno rigiudicare la proposta di moratoria. Non significa che la moratoria passa, quanto che le corti dovranno riesaminare la proposta tenendo conto del nuovo contesto. Si trivella non piu' se ce un bilancio, quanto se la salute e l'ambiente sono pienamente rispettati.

Tocchera' alle corti inferiori ora esprimere un giudizio. 

Ovvaiemente siccume questo COGCC e' un covo di petrolieri e loro amici (come l'UNMIG!) il COGCC pensa di fare ricorso.

Vedremo come va a finire. Tutte queste diatribe non sono nuove in Colorado.  Alcune citta' avevano passato delle leggi locali per vietare oil and gas nelle loro comunita', in alcuni casi queste leggi sono state giudicate non ammissibili e quindi c' molto subbuglio fra residenti, legislatori, trivellatori.

Ma la cosa che a me piu' intriga e' la storia del 17-enne dal nome esotico, questo Xiuhtezcatl Martinez che ha fatto delle cose meravigliose, con coraggio.

Onore a lui. Ce ne vorrebbero tanti di idealisti cosi.



Wednesday, March 22, 2017

Statoil, la piu' grande petrol-ditta di Norvegia a sviluppare campo eolico offshore a New York



La Statoil di Norvegia e lo US Bureau of Ocean Energy Management (BOEM) hanno formalizzato il loro accordo, oggi 21 Marzo 2017, per la costruzione di un campo eolico al largo di New York City.  Il processo era inziato a dicembre 2016 con il pagamento di circa 42 milioni di dollari per la concessione eolica detta Atlantic Wind Lease Sale 6.

Si 42 milioni di dollari per una concessione.

Si iniziera' con circa 400-600 MW di produzione, e se tutto va bene si arrivera' a 1GW. Il tutto su un area di circa 320 chilometri quadrati i nella cosiddetta New York Wind Energy a circa 30 - 60km offshore,  e dove l'acqua a arriva a 20 - 40 metri di profondita'.

La Statoil e' da un po che ha deciso di spostare i suoi investimenti sulle rinnovabili: hanno capito che l'era delle trivelle e' morta e sepolta e cercano di posizionarsi sul mercato, negli investimenti in modo che quando il collasso vero arrivera', potranno essere pronti ad andare avanti in altri rami del settore energetico. Anzi, la ditta in questione ha anche creato un fondo investimenti green che si chiama Statoil Energy Ventures che si propone di eseguire investimenti in vento, sole, stoccaggio e smart grid.

Di energia avremo sempre bisogno. Solo che il mondo sempre piu' non la vuole dal petrolio e dal gas e dal carbone, quanto dal sole e dal vento e dal risparmio delle risorse.

E' un discorso semplice, che pero' in pochi riescono a capire (o a voler capire!) e tanto meno a mettere in pratica.  Invece la Statoil inizia a programmare e a volerlo gia' adesso. E infatti hanno pure un ramo che si chiama Statoil Wind US, apposta per questo progetto e altri a venire, l'eolico negli USA.  Per ora ne hanno gia' di operativi in Norvegia, in Germania e nel UK.

L'energia sara' tutta usata dalla citta' di New York. Il capo della Statoil Wind US Knut Aanstad dice

“Statoil is pleased to achieve this first milestone for the project. We are now ready to roll up our sleeves and get to work. The first step is for our technical experts to work with state agencies to evaluate the lease site to gather a more detailed understanding of the seabed conditions, grid connection options and wind resources that will ultimately define this project,”

E l'appoggio a Statoil non e' mancato: gruppi ambientali del business e residenti sono tutti entusiasti dell'idea.  Si vince tutti.

ENI, ci senti?

Claudio Descalzi, lo vede dove va il mondo?

Quando arriverete anche voi a fare queste cose? A pensarle? A volerle? 

Oppure ti piace proprio continuare a trivellare i paesini dell'Italia, da Carpignano Sesia fino a Viggiano? 


Tuesday, March 21, 2017

Arriva la Honda Clarity, automobile a idrogeno con autonomia di 400 chilometri











Nessuno sa esattamente quale sara' la macchina del futuro.

L'elegante Tesla? La pratica Prius? Le Audi affusolate?

E siccome non lo sa nessuno, la Honda decide di lanciarsi con l'automobile ad idrogeno per coprire tutte le possibilita'.

Si chiama Clarity e verra' accompagnata fra qualche mese con una versione ibrida e un altra del tutto elettrica. 

L'idea e' di avere tutto pronto in modo che quando sara' tutto deciso - se vogliamo privilegiare le ibride, l'elettrico o l'idrogeno, la Honda sara' pronta.

Come tutti i produttori di automobili in California, la Honda deve per legge produrre e vendere veicoli a sero emissioni. E' parte dei requisti imposti dal California Air Resources Board, che obbliga tutti quelli che vendono macchine a crearne dei modelli a zero emissioni.

A volte queste macchine sono chiamate “Compliance Cars” perche' sono poche in numero e sufficenti solo per soddisfare i vincoli di cui sopra, tipicamente 1000 macchine l'anno.

Anche la FIAT deve fare i suoi modellini a zero emissioni, cosa che a suo tempo fece quasi arrabbiare il gran CEO Sergio Marchionne che chiedeva agli acquirenti di non comprare la 500 elettrica, che lui ci andava in perdita!

Ad ogni modo, queste compliance cars, fanno si che ci sia un sacco di sperimentazione in California con macchine e tecnologia nuova.

Fra queste la Honda Clarity Fuel Cell, efficente e per essere di tecnologia nuova, facile da usare.

Come funziona? Si lascia passare dell'idrogeno lungo uan serie di piani -- le celle -- disposti uno sull'altro; queste celle causano l'emissione di elettroni che finiscono in una batteria che alimenta il motore delle macchine. Il prodotto finale di scarto e'... acqua. 

La Honda Clarity Fuel Cell e' stata costruita con maggior efficenza dei modelli precedenti, di modo che il numero di celle e' minore e di modo che il motore sia compatto. Tutto il sistema e' posto dove nelle macchine normali c'e' il motore, prima non ci entrava e doveva essere messo fra l'autista ed il passeggero.

La macchina ha una batteri al litio e due taniche di idrogeno sotto il sedile posteriore. Con un "pieno" di puo' arrivare a circa 366 miglia, cioe' circa 500km, anche se chi l'ha guidata dice che in realta' il kiometraggio potrebbe essere molto minore, circa 250 miglia, cioe' 400km. Ci entrano cinque persone, la macchina e' silenziosa e la guida piacevole.

Ci si lavorava da 25 anni. 

Per ora le ricarciche di idrogeno potranno essere fatte a Los Angeles e a San Francisco, ma la Clarity non si puo' compare, solo prendere in leasing, per circa 370 dollari al mese. Ci sono anche delle agevolazioni statali.

Il costo?

L'idrogeno costa circa 16.50 per chilogrammo. Ce ne vogliono 5 per fare il pieno, per un totale di circa 82 dollari a pieno. Per gli USA sono tanti soldi, pero' la Honda regala i primi 20mila dollari di carburante, per ora almeno.

Avranno fatto la scelta giusta quelli della Honda con questa Clairity? Avra' successo? Diventera' il nuovo paradigma della guida?

Non lo sappiamo,  e non lo sa nemmeno la Honda. Ma, appunto, programmano per il futuro. E non aspettano che il futuro venga da loro e li trovi impreparati.

Monday, March 20, 2017

Germania: miniera di carbone trasformata in batteria di energia rinnovabile



In Germania arriva un nuovo progetto per migliorare l'uso delle rinnovabili: una miniera di carbone detta Prosper-Haniel nello state del North-Rhine Westphalia, lo stato che comprende anche la Ruhr, sara' trasformata in un centro di stoccaggio per l'energia solare e eolica generata in eccesso e che potrà essere poi usata nei momenti di maggior necessità.

La minera di carbone diventera' cost un reservoir idroelettico da 200 megawatt e dara' energia a 400,000 case, secondo l'annuncio dato dal governatore dello stato, Hannelore Kraft.

La miniera in questione e' stata creata nel 1863 e in realta' e' ancora attiva con 3,000,000 tonnellate prodotte di carbone ogni anno. La data di chiusura prevista e' il 2018 quando scadranno gli incentivi statali.

.. Cosa faranno i minatori nella città di Bottrop, la piu' vicina alla minera e dove vivono tutti i lavoratori?

Semplice, lavoreranno per la conversione della miniera in batteria-idroelettrica e resteranno tutti impiegati. L'idea di stoccare l'energia in eccesso dalle rinnovabili con sistemi idroelettrici non e' nuova, ma questa e' la prima volta che questo accade usando una miniera in via di dismissione.

Funzionera' cosi': nei moment di maggior bisogno, l'acqua del reservoir idroelettrico verra' mandata tramite turbina ad un reservoir meno elevato e cosi' facendo verra' generata elettricita'. L'acqua verra' poi stoccata nel reservoir piu' basso finche' non arrivera' l'anergia in eccesso dalle rinnovabili a rimpomparla in alto, e a costo basso.

Nel caso di Prosper-Haniel plant, il reservoir piu' basso sara' creato partendo dalle miniere profonde anche 1200 metri, creando appunto una stazione da 200 megawatt.

E' questo un altro passo in avanti per la Energiewende tedesca, la transizione energetica che ha per obiettivo l'80% di rinnovabili entro il 2050. Per ora, 2015, siamo al 33% del fabbisogno nazionale.

In realta' in Germania, il problema piu grande adesso non e' tanto aumentare la generazione di energia rinnovabile, quanto ottimizzarne l'uso. Per esempio, nel 2016 ci sono stati dei giorni in cui il sole e il vento hanno generato cosi tanta energia che hanno dovuto pagare gli utenti per usarla. In altre circostanze invece le condizioni meteo non erano favorevoli e cosi non c'e' stata sufficiente disponibilità'.

Le batterie idroelettriche potrebbero essere una soluzione, specie qui, che abbiamo le miniere dismesse che si prestano bene all'uso. Anzi, il governatore Kraft dice che se tutto va bene qui, in North-Rhine Westphalia altre ex miniere di carbone potrebbero essere adattate per uno scopo simile.

A me tutto questo pare bellissimo: vincono tutti. L'ambiente, i lavoratori, la Energiewende, il futuro. Pure la ex miniera trova un modo di essere ancora utile.

Come sempre, l'ingegno umano e' qualcosa di nobile e di grande, e le soluzioni, se le vogliamo, le troviamo sempre, quali che siano gli ostacoli che la storia ci pone davanti. Il mondo va avanti, e indietro non si torna, petrolieri o non petrolieri.

Saturday, March 18, 2017

Spagna: la morte del fracking




We cannot ban it, but we can make it impossible
Francisco Martínez Arroyo, 
Castilla-La Mancha, responsabile ambiente



Cinque o sei anni pareva che in Spagna dovesse arrivare la "rivoluzione" del fracking. 

Il miracolo texano, il miracolo del North Dakota, il miracolo delle trivelle doveva essere replicato anceh qui, con ben cinque ditte intenzionate a estrarre il gas di scisto del paese.

I politici del partito popolare di Spagna erano pure d'accordo: la fratturazione idraulica avrebbe diminiuto la dipendenza energetica della Spagna dall'estero.

Ma il diavolo non fa bene ne le pentole ne i coperchi, e non ci si poteva aspettare ne una forte opposizione pubblica, ne tantomeno che i prezzi sarebbero crollati.

E cosi *tutte le cinque ditte* interessate a fare fracking in Spagna ci hanno rinuciato.

Adios!


Secondo le stime del 2013, condotto dal Spanish Association of Research, Exploration and Production of Hydrocarbons and Subterranean Storage Companies -- cioe' da un gruppo di petrolieri! --  i paesi baschi e la Cantabria hanno grandi riserve di gas di scisto, circa 70 anni di fabbisogno per la Spagna tutta e per un valore di 700 miliardi di euro.

...Sara' vero?

Ad ogni modo uno o settecento miliardi, la societa' spagnola non ne ha voluto sapere di fracking e di trivelle. E questo nonostante il partito popolare abbia pure cambiato le leggi per facilitare i petrolieri, cosa che pote' fare perche' avevano una maggioranza di ampio respiro in parlamento.

In Cantabria e nei paesi baschi invece vennero varate leggi locali per fare tutto il possibile per fermare i trivellanti. Tutti i sindaci del partito popolare con progetti di fracking nelle loro terre hanno espressso il proprio dissenso.

E che deve fare un povero petroliere?

Visto il clima di incertezza hanno aspettato.

E poi sono crollati i prezzi del petrolio.

E poi nel 2016 il partito popolare ha perso la maggioranza assoluta nel parlamento.

E poi e' stata presentata una legge per vietare il fracking nel paese.

E quindi, i signori del fracking se ne sono andati.

Sono cinque ditte riunite sotto il nome Shale Gas España – BNK, Heyco, R2 Energy, San Leon e la Sociedad de Hidrocarburos de Euskadi - che hanno tutte rinunciato al fracking.

Nel frattempo la Cantabria aveva passato delle leggi per vietare il fracking, ma il governo centrale blocco' la leffe perche' la gestione delle risorse energetiche doveva essere in mano a Madrid e non ai governi locali.

E cosi, la Cantabria e i paesi baschi iniziarono a passare una serie di leggi per rendere la vita difficile ai fraccanti: obbligi, cautele, prevenzioni che alla fine hanno reso impossibile agire. 

Come dice Francisco Martínez Arroyo dei paesi baschi:  “We cannot ban it, but we can make it impossible"

E cosi' e' stato. Amen.

Friday, March 17, 2017

La chiesa si solarizza -- i cambiamenti climatici un attacco alla sacralita' della vita


Il Vaticano




Electrician Matt Fausher of Sullivan Solar Power installs solar panels on the roof of a classroom building at Saint John the Evangelist School in Encinitas on Dec. 1, 2016.
Saint John the Evangelist School, Encinitas, CA 



Townsville, Queensland, Australia
31 scuole cattoliche al sole, risparmio di 250mila dollari l'anno 



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Non sono belle queste foto? 
 Che uno sia credente o no, e' bello vedere persone che fanno cose buone
con il loro tempo, i loro soldi, la loro energia


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If we want to leave our children an inhabitable earth, 
if we have a responsibility to the unborn, 
we have a responsibly to act on climate



We are depleting the resources of the created order at such a rate 
that humanity won’t be able to survive 
unless we change the patterns that we’ve been engaged in

 Robert McElroy, vescovo di San Diego









We’re talking about hundreds of millions going to be impacted, particularly the innocent. 
That’s where it becomes a religious issue.
Veerabhadran Ramanathan, 
Scripps Institute San Diego



Tutti sappiamo, nel bene e nel male, quanto importante sia per la chiesa cattolica opporsi all'aborto e alla pena di morte. E questo perche' secondo il credo cristiano la vita e' sacra, sempre. 

E i cambiamenti climatici? Quelli non sono un attacco alla sacralita' della vita del creato, inteso nel senso piu' ampio della parola - l'uomo, le specie animali e vegetali?

E' una domanda che si sono posti anche i vescovi americani che pian piano, da San Diego ad Atlanta,  iniziano a diffondere il messaggio che i cambiamenti climatici sono un si, un vero e proprio attacco alla sacralita' della vita.  I fedeli vengono chiamati ad abbassare i propri livelli di consumismo,  mangiare meno carne, guidare di meno, installare apparecchi salva-energia, pannelli solari e mettere pressione ai propri leader politici, spinti dall'enciclica Laudato Si di Papa Francesco di un anno fa.

C'e' anche una componente di giustizia sociale: spesso sono i piu' poveri a soffrire di piu' per carestie e alluvioni causate dai cambiamenti climatici, gente che non ha causato i disastri e che meno possono permettersi di resistere, perche' economicamente svantaggiati. 

Sarah Spengeman e' la direttrice di Catholic Climate Covenant, una non-profit creata nel 2006 per sensibilizzare il clero a fare di piu. Lei dice senza indugio che certamente i cambiamenti sono un assalto alla vita e che la gente muore per colpa di siccita' alluvioni, tempeste portate dal clima non-naturale.

Nell'autunno del 2016 la conferenza episcopale dei vescovi cattolici americani e Catholic Climate Covenant hanno formalizzato un programma di mobilitazione per agire dopo l'enciclica del papa.
Negli USA ci sono 195 vescovi e 19000 preti. 

E sono partiti.

Hanno deciso di dare piu' spazio nei bollettini della chiesa a iniziative green e di dover parlare di piu' di cambiamenti climatici e di ambiente durante le prediche, negli incontri dove si parla di bibbia, e in generale in tutti i mezzi di comunicazione della chiesa.

Fra le arcidiocesi piu' attive, quella di Chicago dove le parrocchie cambiano: installano sistemi di risparmio energetico e mettono pannelli solari sui tetti di scuole e chiese.

A San Diego gia' 24 chiese hanno i tetti al sole ed entro pochi anni tutte le 99 chiese della diocesi avranno installato pannelli fotovoltaici.

La parrocchia detta "Our Mother of Confidence" di San Diego, e' passata al solare, usa lampadine LED e hanno pure messo dei speciali filtri ai vetri in modo da ridurre il consumo di aria condizionata. Ogni anno fanno 30,000 dollari di meno di costi per l'elettricita'.

Iniziative simili arrivano da Atlanta, Iowa, New Mexico, e in verita' da tutto il mondo. 

La chiesa cattolica ha il maggior numero di aderenti di qualsiasi altra religione qui negli USA. Il fatto che sia cosi impeganata contro i cambiamenti climatici e' utile perche' da l'esempio agli altri gruppi. E certo aiuta che il Papa abbia una cosi grande visbilita' a livello mondiale e che sia stato cosi chiaro sull'urgenza di agire contro le fonti fossili e in favore dell'ambiente.

Non tutti sono cosi progressisti. Alcuni professori cattolici, come Jay Richards della Catholic University of America a Washington, dice che i cambiamenti climatici non sono necessariamente immorali.

Il vescovo di San Diego, Robert McElroy dice che occorre che la chiesa faccia di piu' per dare l'esempio ai fedeli, e che occorrre un dialogo maggiore fra gente di chiesa, di scienza e della vita normale. 

E' quasi ironico che l'arrivo di Trump e il suo negazionismo, la sua contrarieta' agli accordi di Parigi,  abbiano maggiormente galvanizzato le persone, e anzi c'e' una sorta di partnership fra le parrocchie e gli scienziati, con lo scopo comune di proteggere il pianeta,  e questo grazie anche al carisma di papa Francesco.

E non ci sono gli USA: tutte le 31 scuole relogiose di Townsville in Queensland, Australia si sono solarizzate con un risparmio di 250mila dollari. Chiese al sole ci sono anche in Germania, Canada, e credo in mille altri posti. Spesso sono i fedeli che fanno le raccolte fondi per installare il fotovoltaico sui tetti. Speriamo che queste cose arrivino, prima o poi, e mutatis mutandis, anche in Italia.

A dire il vero, da questo punto di vista abbiamo gia' il record di solare del mondo: e' il Vaticano, dove un investimento da $660 millioni di dollari su un impianto fotovoltaico di 100MW ha fatto del Vaticano la prima nazione del mondo per le rinnovabili.

Siamo a 200watt a test. Seconda, per fare un paragone, e' la Germania con 80 watt a testa.  Anche se piccolo, il Vaticano genera sufficente energua elettrica per alimentare le sue 40,000 famiglie.

Un caro saluto a Carmine Miccoli, che so che ha fatto del messaggio di salvaguardare la terra un vero impegno, e anche ai tre vescovi d'Abruzzo che nel 2008 si fecero promotori del no al centro oli di Ortona, Carlo Ghidelli, Bruno Forte e Tommaso Valentinetti.