.

.

Tuesday, January 31, 2017

L'ENI restituisce campo petrolifero alla Nigeria per possibili atti di cospirazione, corruzione, tangenti e reciclaggio di denaro sporco






L'ENI che ribadisce il tuttapposto il giorno 22 Dicembre 2016 


The government is preparing further charges 
of "conspiracy, bribery, official corruption and money-laundering" 
against Shell and Eni.


"This is historic. Generations of Nigerians have been robbed
of life-saving services while oil men have grown rich at their expense,"

Simon Taylor, 
Global Witness,  associazione anti-corruzione


Eccoci qu un altro scandalo internazionale e giochi poco puliti con di mezzo la nostra beneamata ENI, ditta che al 30% e' tutti noi. 

Un tribunale nigeriano della Corte Federale di Abuja ha ordinato all'ENI e alla Shell di restituire il controllo di una concessione petrolifera a causa di interrogativi su come tale concessione sia stata ottenuta.

La concessione si chiama "Oil Prospecting License 245" o OPL 245, e' una delle piu' grandi del paese ed e' stata sospesa per meglio eseguire indagini e portare in tribunale compagnie e individui accusati di possibili atti di

conspiracy, bribery, official corruption and money laundering

cospirazione, tangenti, corruzione di ufficiali, e lavaggio di danaro sporco.

Sono parole testuali.

L'ENI casca dal pero e dice che sanno di questa questione dalla stampa, ma non hanno ricevuto alcuna notifica ufficiale. Ovviamente non possono che dire che loro sono santi e puri e non c'entrano niente e negano tutto:

“We are aware of media reports, but we have not received any notification. ENI denies any wrongdoing in respect of its acquisition of a participation interest in the block OPL from the Nigerian government.

Di altro parere la Commissione Nigeriana dei Crimini Economici e Finanziari che invece indaga sulle licenze da mesi, guidata da Wilson Uwujaren. Oltre a membri del governo nigeriano, hanno partecipato alle indagini rappresentanti di Italia, Francia, Svizzera, Olanda ed USA.

Nel 2011, Shell ed ENI pagarono $1.2 miliardi per la OPL 245, fino ad allora sotto il controllo di Malabu Oil and Gas Ltd., guidata da Dan Etete, precedentemente ministro del petrolio. In questo passaggio di denaro pero' emerge il sospetto di frode, visto che degli 1.2 miliardi di dollari pagati da ENI e Shell, il governo nigeriano ne incasso' solo 210 milioni.

La concessione si trova in mare ed e' stimata contenere circa 9 miliardi di barili di petrolio e di essere del valore del circa 1 trillione di dollari -- o mille miliardi di dollari -- o un milione di milioni di dollari.

Un mare di soldi, in altre parole. 

In realta' era dal 1998 che c'erano dispute su chi era il proprietario di questa concessione e del flusso di denaro che ci circolava sotto.

La Malabu acquisi' OPL 245 dal governo nigeriano nove giorni dopo essere nata come ditta petrolifera nel 1998. Per vari anni ci fu l'ombra di passaggi di denaro poco chiaro fra la Shell, il governo nigeriano, e i vertici di Malabu. Nel 2001 il governo cancello' la concessione da Malabu e la assegno' alla Shell. Poi nel 2011 passo' nelle mani di Shell ed AGIP (ora ENI). Gia' nel 2013 alcuni parlamentari del paese avevano sollevato dubbi sulla legalita' di tutti questi passaggi della compravendita di OPL 245.

Ora la domanda: che fine hanno fatto tutti i milioni di dollari fra i 210 incassati dal governo ed i 1.2 miliardi dichiarati di compravendita? Dove sono finiti quei 990 milioni? Qui un po di nomi e di possibilita'.

Secondo la Commissione di Wilson Uwujaren la differenza e' una tangente bella e buona.

La storia non ufficiale e le accuse sono che l'ex dittatore nigeriano, il generale Sani Abacha e il suo ministro del petrolio Dan Etete usarono dei prestanomi per formare la Malabu Oil and Gas Ltd nel 1998.

Grazie a questo strategemma acquisirono per loro stessi, in modo illegale, la concessione OPL 245 quello stesso anno, anzi nove giorni dopo, come detto sopra.

Il generale Abacha mori' in circostanze misteriose proprio nel 1998 e gli statuti interni furono modificati in modo fraudolento per intestare tutto al figlio di Abacha, Mohammed.

Nel 2001, sotto il governo civile di Olusegun Obasanjo, la concessione venne tolta da Malabu Oil e data alla Shell, proprio per l'ombra di irregolarita'.

La Malabu pero' fece causa, e pote' riprendersi OPL 245, finche' non la vendettero a Shell ed ENI nel 2011, come abbiamo visto, con l'accusa di frodi e tangenti. 

Non lo sappiamo come andra' a finire,  e se i tribunali valideranno la tesi di frodi e tangenti in questa transazione di sei anni fa.

Sappiamo solo che per ora ci sono ora "criminal charges" contro ENI a Milano, mentre in Nigeria ci sono altre accuse di reciclaggio di denaro sporco contro l'ex ministro Etete e due businessmen nigeriani che avrebbero facilitato lo scambio di denaro in quello che viene chiamato il "Malabu Oil scam".

Interessante che il giorno 22 Dicembre 2016 i nostri amici dell'ENI avevano mandato un comunicato stampa in cui ricordavano la fine delle indagini e che tutto e' stato fatto in modo appropriato e senza intermediari.  Hanno assunto una "internationally renowned US law firm" per condurre indagini interne e sono arrivati alla conclusione che era tutto regolare, e che non ci furono pagamenti dall'ENI ad ufficiali del governo nigeriano.

Come sempre, l'ENI al 30% siamo ciascuno di noi.


Sunday, January 29, 2017

Massachusetts: 100% elettricita' rinnovabile entro il 2030 e trasporto petrolio-free entro il 2050








E chi le ferma piu’ le rinnovabili?

Alla fine, non sara’ la politica di Trump o di Obama, quanto il mercato, l’economia di scala e l’opinione pubblica, a portarci ad un mondo petrolio-free.

E infatti, ogni giorno leggiamo di passi in avanti: dopo l’Irlanda, dopo le Hawaii, dopo Las Vegas, dopo la California,  dopo l'Olanda, ecco qui il Massachusetts dove e’ stata proposta una legge per arrivare al 100% di energia elettrica rinnovabile fra 18 anni, nel 2035 e per transizionare al riscaldamento nelle case e al trasporto petrolio-free entro il 2050.

Si danno quindi circa 30 anni per eliminare del tutto il petrolio dalle loro vite e dalle loro citta’.
La legge e' sponsorizzata dai tre senatori dello stato Sean Garballey, Marjorie Decker e Jamie Eldridge.

Come sempre, questi sono progetti e programmazione, per non lasciare nulla al caso, e rappresentano un modo molto anglosassone di fare le cose: con obiettivi precisi e a scalare, da raggiungere per poi passare a quelli successivi. Faccio A e poi B e poi C, in maniera programmata. Molto spesso gli obiettivi vengono raggiunti prima del previsto, ma avere dei paletti aiutano a fare le cose con ordine.

Gia’ adesso lo stato di Boston ha codificato il suo Global Warming Solutions Act secondo il quale si danno incenivi al sole e al vento e si pianifica di ridurre dell’80% le emissioni di CO2 rispetto al 1990 entro il 2050.

D'altro canto, il Massachusetts ha gia' programmato l'installazione di un campo eolico a mare di 1.6 GW di energia e programma un ambizioso piano di stoccaggio energia. 

E' un caso che tutto questo accada oggi? Pochi giorni dopo l'inaugurzione di Trump? Proprio per niente: e infatti Garballey dice che questo passo e' anche un segnale al resto del paese che qui, sui cambiamenti climatici, facciamo sul serio.

Ormai sappiamo tutti che Trump ha promesso il ritorno al fossile – oleodotti, trivelle e fracking. Ma gli stati, i comuni, sanno tutti che dovranno fare i conti con i cambiamenti climatici nelle loro citta’, e sanno che non si torna indietro. Abbandonare il fossile e’ fondamentale se vogliamo un mondo migliore.

E con le rinnovabili non ci si puo’ perdere: l’aria e’ piu pulita, si crea lavoro, si crea ricchezza diffusa, c’e’ meno importazione di petrolio da altri stati o da altre nazioni e perdite e riversamenti non fanno parte del vocabolario dell’energia rinnovabile.

E' un ragionamento semplice semplice. Un giorno, spero non lontano, anche Trump lo capira’.

Saturday, January 28, 2017

Hawaii: fra 30 anni niente piu' automobili a benzina e trasporto petrolio-free









Le Hawaii sono il primo stato dell'unione americana a programmare per il trasporto urbano petrolio-free.

L"idea e' che fra 30 anni saranno vendute e in strada soltanto automobili elettriche o alimentate da combustibili derivanti da materiale rinnovabile.

A introdurre il cosidetto Senate Bill 1186 e' stata la senatrice delle Hawaii Lorraine Inouye, del distretto di Hilo-Kona,  sulla big island di Kona, dove sorgono il vulcano Mauna Loa e il telescopio.


Ovviamente e' un grande passo in avanti, quello di programmare non solo per l'energia elettrica pulita ma anche per il trasporto su strada petrolio-free. Le Hawaii sono particolarmente sensibili a questo tema, perche' tutto il petrolio arriva da fuori, e' costoso ed una parte consistente di questo petrolio e' usato per il trasporto veicolare.

La nuova legge sul trasporto petrolio-free dunque e' una sorella della precedente. L'idea e' di fare sviluppare le transizione verso l'energia green sotto il fronte elettricita' e trasporto assieme, di modo da incoraggiare soluzioni complete, e di far si che ditte diverse possano lavorare assieme verso l'unico obiettivo di liberarsi dal petrolio in ogni forma.

L'idea e' di creare un sistema virtuoso: maggiore e' il volume di veicoli elettrici, minori saranno i costi, e tutto questo incentivera' ancora di piu' l'uso di energia rinnovabile e pulita. L'aria sara' piu' sana, si importera' meno petrolio, ci saranno risparmi e crescita dell'occupazione locale.

Perche' non lo fanno tutti?


La legge usa queste parole, forti e chiare:

“The Legislature finds that Hawaii’s dependence on imported fossil fuels with volatile prices drains the state’s economy of billions of dollars each year. Approximately one-third of imported fuels are used for ground transportation. Therefore, a stronger, more resilient local economy depends on a transition away from imported fossil fuel-powered ground transportation and toward cleaner and more efficient transportation systems powered by renewable local energy sources."

Amen. 

E anche se pare che 30 anni sono tanti e lontani, e' bello ed esemplare che si *programmi* in questa direzione, che ci sia una idea di dove si vada, e non andare a casaccio. E chissa' che magari gli obiettivi fissati non si possano soddisfare prima del previsto. 










Friday, January 27, 2017

Irlanda: la prima nazione del mondo a divestire fondi pubblici da petrolio, gas, carbone


To have a fighting chance to combat catastrophic climate change 
we must phase out fossil fuels and stop the 
growth of the industry that is driving this crisis 


Thomas Pringle, nel proporre la legge che vieta ai fondi 
pubblici irlandesi di essere investiti in petrolio, gas e carbone

Il giorno 26 Gennaio 2017 e' stato un giorno epocale per l'Irlanda.

Il parlamento ha votato per il divestimento totale dei soldi pubblici dalle fonti fossili. La prima nazione del mondo che non investira' i fondi nazionali in petrolio, gas e carbone.  Si tratta di circa 8 miliardi di euro tolti all'energia sporca.

La legge si chiama Fossil Fuel Divestment Bill e regolamenta il cosiddetto Ireland’s Strategic Investment Fund fondi naizonali sotto il Republic’s National Treasury Management Agency.
  
Il voto e' passato 90 a 53.

Nel 2015 anche la Norvegia aveva votato di divestire, ma solo dal carbone, non dal petrolio.
E grazie! Sono un grande produttore di petrolio e il tutto sarebbe sembrato poco coerente!

Il legislatore che ha proposto questa legge si chiama Thomas Pringle, e dice che

"Il principio di finanza etica e' un segnale a queste corporazoni globali che il loro continuo manipolare la scienza del clima, il negare i cambiamenti climatici e il modo controverso che usano nel fare lobby presso i governi del mondo non sara' piu' tollerato. Non possiamo piu accettare le loro azioni mentre milioni di poveri nel mondo e in nazioni meno sviluppate soffrono le conseguenze delle loro azioni e dei cambiamenti climatici nella forma di fame, migrazione di massa e discontento civile."

“This principle of ethical financing is a symbol to these global corporations that their continual manipulation of climate science, denial of the existence of climate change and their controversial lobbying practices of politicians around the world is no longer tolerated. We cannot accept their actions while millions of poor people in underdeveloped nations bear the brunt of climate change forces as they experience famine, mass emigration and civil unrest as a result."

Amen.

Thursday, January 26, 2017

La Cina costruisce il piu' grande impianto solare del mondo e sogna di essere la prima superpotenza green







 Longyangxia Dam Solar Park, Qingha - Cina



“Even if President Trump doesn’t care about the climate, that’s America’s point of view.
The Chinese government will carry out and fulfil its international commitments as they always have done in the past, and as they are doing now in order to try to tackle climate change.

“I don’t care what Mr Trump says – I don’t understand it and I don’t care about it. 
I think what he says is nonsense.”

Jin Ping Xi, Presidente della Cina


Siamo in Tibet.

Altipiani, linee morbide all'orizzonte, cieli blu, montagne innevate. Un tempo allevamento di bestiame.

Oggi una distesa infinita di pannelli solari e una scritta che dice "Energia verde!"

Si chiama Longyangxia ed e' un impianto solare di 27 chilometri quadrati che in un certo senso rappresenta l'ambizione della Cina di passare dalla strega alla fata dei cambiamenti climatici.

La costruzione di Longyangxia risale al 2013 ed a' ancora in espansione - ad un investimento di circa 750 milioni di euro.

Per ora fornisce circa 850 MW di potenza e puo' alimentare energia per circa 200mila case.

In Cina, pragmatici e pratici, e con la voglia di fare bella figura, sono convinti che i cambiamenti climatici esistono. Fino al 2012 in Cina si pensava che il solare fosse troppo costoso. Ma da allora tante cose sono cambiate.

Primo fra tutti il costo dei pannelli solari, e secondo il rendersi conto che davvero occorre usare tutto quello che si puo' per fermare il soffocamento da CO2 nel paese, che paralizza vite e polmoni.

E cosi' in Cina ci si sono gettati a capfitto: il paese e' ora il principale investitore nel settore rinnovabili nel mondo intero.

Vogliono arrivare a produrre 110GW di potenza solare e 210GW di eolico l'anno.

Entro il 2030 vogliono arrivare al 20% di energia green - il che per un paese grande territorialmente e di popolazione come la Cina e' un enorme obiettivo.  Non parliamo di San Marino, parliamo di un miliardo e mezzo di persone.

E cosi arrivano investimenti a palate: $360 miliardi di dollari da spendere entro il 2020 su sole e vento, per tagliare smog, e per creare 13 milioni di posti di lavoro. 

Sono numeri impressionanti. Ed e' ironico che se gli USA resteranno indietro sui cambiamenti climatici, il leader della transizione mondiale dal fossile all'energia green sara' proprio la Cina.

In un certo senso, il primo ministro cinese, Xi e' in cerca di una sua eredita' da lasciare dopo di se, ed ora che Obama e' uscito di scena, e con lui molto probabilmente gli USA, Mr. Xi vuole prendere il suo posto. In un certo senso le speranze del mondo green post-COP 21 di Parigi sono ora riposte nella Cina: l'inquinamento, specie da carbone, e' fuori controllo, ma cosi anche gli obiettivi del paese sono grandiosi e lungimiranti, e questo da' speranza.

Non solo, per la Cina occupare il ruolo che Obama voleva in un certo per se, e cioe' di leader delle rinnovabili, della lotta ai cambiamenti climatici, rappresenta un modo per avere cosiddetto "soft power" nel mondo, di poter mostrare la propria influenza a livello mondiale, di porsi in una buona luce, di essere presa come esempio.

Non e' solo il clima, e' anche l'immagine, che di questi tempi sappiamo, giusto o sbagliato che sia, che conta, e conta molto.

E poi c'e' il reparto economico. I cinesi non sono scemi e sanno che la transizione green e' anche una opportunita' per il paese di ammodernizzarsi, di crescere l'economia, di aumentare (questo si!) la propria sicurezza energetica.  E una volta sviluppate e testate tecnologie nuove, la Cina potrebbe poi esportare tutto in paesi di Africa, Asia e America Latina. E' un progetto multi-decennale, di crescita sotto ogni punto di vista.  Gia' ora la Cina ha letteralmente invaso i mercati di Brasile, Egitto, Indonesia, Pakistan e Vietnam.


Esempio? I cinesi hanno costruito il piu' grande impianto solare del Pakistan.

Ovviamente non lo sappiamo come il tutto andra' a finire. Potrebbe essere che questa spinta green porra' ostacoli all'industria manifatturiera cinese che e' riuscita a cresere a ritmi esorbitanti anche grazie al fatto che non c'erano troppe regolamentazioni ambientali, e chq quindi venga arrestata prima ancora di iniziare. Ma lo stesso, il fatto che accettano almeno i cambiamenti climatici sono veri e vogliono almeno provarci a fare qualcosa e' un segnale positivo.

E poi c'e' anche qualche volta l'entusiasmo e la fretta che porta a decisoni sbagliate. Ci sono stata in Cina, anche di recente e non ho potuto fare a meno di notare che l'approssimazione di molte costruzioni (e lo spreco di soldi!) poteva essere evitato.

Esempio? Hanno costruito campi solari ed eolici laddove non ce n'era veramente motivo, con poco sole e poco vemto solo per spendere incentivi statali e lontano dalle zone piu' urbanizzate e che usano piu' energia. In altri casi c'e' spreco di di energia, non c'e' sufficente cablaggio per le trasmissioni.

Ma come detto, c'e' volonta' di crescere, di imparare e di migliorarsi. E se qualcuno ride della Cina, occorre solo guardare a come e cosa erano 20, 30 anni fa e vedere adesso come sono riusciti ad imparare e a crescere.


Monday, January 23, 2017

Cina: boom turismo in Antartide, Islanda e alle Maldive per "pulizia polmoni"








"Many people say the pollution fight can’t sacrifice the economy,
 but nobody really studies the economic cost caused by smog. 
Restaurants, shopping malls are mostly empty and tourism 
in Beijing at year-end was losing business 



I ricchi hanno sempre la soluzione ai problemi.

Qui a Los Angeles la comunita' cinese e' in continua crescita -- investitori, gente che manda qui i propri figli a studiare, o anche a farli nascere in modo da avere il passaporto americano che mai non guasta. Anzi c'e' pure una cosa che si chiama il birth tourism. Le donne cinesi arrivano qui quando la pancia non e' ancora troppo grande, e restano qui fino alla nascita del bimbo, in case-maternita' illegali. 

Fra i motivi di questo amore per la California e' certo il mito americano, appunto, la magia di avere e dare un passaporto a stelle e striscie ai propri pargoli, e, uno dei motivi principali.. l'aria pulita. Lo dicono chiaramente, specie quelli che vengono dalle grandi citta' cinesi, che una delle cose piu' belle della westside di Los Angeles e' il cielo blu.

Ironico che fino a 30-40 anni fa questa citta' era ingolfata dallo smog, un po come la Cina di adesso. E poi hanno preso misure drastiche, come il migliorare l'efficenza delle automobili e l'uso di benzina piu' raffinata e le cose sono migliorate.

Ma questa e' una digressione.

Il punto e' che in Cina, il problema dell'inquinamento e' cosi grave che il governo inizia a fare passi da gigante e come se ne possono fare solo in un paese non-democratico per ridurlo, e i residenti le pensano tutte per fuggire all'aria malandata e al cielo grigio di PM2.5.

L'inquinamento e' considerato grave dallo stesso ministero dell'ambiente in Cina in 62 citta', inclusa Pechino. Di queste 25 hanno il codice rosso. Per altre 186 l'inquinamento e' considerato medio. 
Esempio? Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanita' il tasso massimo di PM2.5 nell'aria tollerabile dall'uomo e' di 25 microgrammi nell'arco di 24 ore. 

A Pechino a Gennaio eravano a 475. 

Quasi venti volte di piu'!

La gente vive avvolta da una cappa grigia, con le maschere in volto, comprando purificatori per le case o restando a casa nei giorni piu' terrribili.

Fra queste pensate... il turismo da "pulizia polmoni" in Antartide ma anche Islanda, Maldive, Seychelles, per i piu' ricchi e le piu' sognate, mentre le mete piu' visitate sono Thailandia e Sud Corea. 

Le pubblicita' online scoppiano di siti che promettono "fuga dallo smog", "detossificazione dei polmoni", "foreste pulite": sono triplicate negli scorsi mesi. 

E cosi a Gennaio 2017 Pechino annuncia la creazione di una polizia ambientale, per vietare l'inquinamento da... incenerimento di immondizia, biomasse e altro lego e pure dal barbeque. Cinquecento saranno le fabbriche che chiuderanno ed alre 2500 dovranno cambiare il modo di produrre, pena multe. Il traffico veicolare sara' controllato a Pechino e le automobili piu
inquinanti non potranno circolare.

Ma i giorni di codici rossi e di apocalissi dell'aria resteranno ancora a lungo: nel 2016 i giorni buoni a Pechino sono stati solo uno su cinque.  Si stima che se tutto va bene a Pechino i valori di PM2.5 diventeranno normali secondo il governo centrale nel 2027 e nel 2046, secondo l'OMS.



Da dove arriva tutto questo inquinamento?

Chen Jining, il ministro dell'ambiente dice che si sente in colpa e che si scusa perche l'inquinamento e' intollerabile.

Secondo lui la principale cause di inquinamento ambientale sono le emissioni di automobili: circa un terzo del PM2.5 della capitale e' causa delle macchine vecchie e poi, ovviamente ci sono le emissioni industriali di acciaio, cemento e coke.

E ovviaemnte i residenti, quelli che non possono andare in Islanda o in Antartica, si lamentano sui sociale media. Peccato che ogni tanto le lamentele vengono rimosse.



 

Saturday, January 21, 2017

Il 2016 e' l'anno piu' caldo della storia - dopo il record di 2015 e 2014











Ce lo aspettavamo: il 2016 e' stato l'anno piu' caldo da che teniamo le temperature sul pianeta, cioe' dal 1880. Gli anni 2014 e 2015 erano i record precedenti.

Questo secondo la NASA e il National Oceanic and Atmospheric Administration che hanno usato dati indipendenti. Ad esempio la NASA stima le temperature da 6300 stazioni di misurazione sulla terra, in oceano, e ai poli terrestri. Si considerano algoritmi che tengono in considerazione le distanze fra le varie centraline, ed effetti spuri che potrebbero introdurre errori. Il NOAA fa lo stesso con algortimi e dati diversi.

Da entrambe le fonti emerge che durante l'anno che e' appena trascorso la temperatura media sul pianeta e' stata di quasi un grado Celsius superiore rispetto alla media di tutto il ventesimo secolo.

Per di piu' otto dei dodici mesi del 2016 sono stati i piu' caldi della storia: da Gennaio a Settembre, con l'eccezione di Giugno. I mesi da Ottobre a Dicembre invece sono stati i secondi piu' caldi della storia, battuti dai rispettivi mesi del 2015.

Cioe' questo vuol dire che da Ottobre 2015 fino a Maggio 2016 ci sono stati record di temperatura di fila. Otto mesi. E se si considera che i mesi prima di Ottobre 2015 erano loro da temperatura record, allora arriviamo a SEDICI MESI di temperature record.

La maggior parte del riscadamento del pianeta, cioe' la maggior parte delle annate record, e' stata negli scorsi 35 anni. Dei diciassette anni piu' caldi della storia, sedici sono sono stati registrati dal 2001 ad oggi.

Certo si possono invocare effetti temporanei ed eccezionali -- la perturbazione di El Niño o de La Niña, per esempio che influenzano le correnti dall'Oceano Pacifico. Si stima che El Niño abbia contribuito all'"anomalia" del 2016 di 0.12 gradi Celsius.

Ma la questione e' che non possono esserci eventi eccezionali a spiegare tre anni consecutivi di temperature, e sedici anni su diciassette!

Particolarmente critica la situazione in Artico, che ha vissuto il suo anno piu caldo, con bassi livelli di ghiacci e situazioni drammatiche in Alaska e negli habitat degli orsi.

Speriamo che qualcuno lo dica a Trump! Dopotutto anche lui tiene figli piccoli e nipoti.

Alla fine, non e' che tutti questi scienziati hanno qualcosa da guadagnarci con il ricordare quanto grave sia cio' che stiamo facendo al pianeta. E' a questo che serve la scienza, a studiare la natura con occhi critici e lasciare che ci guidi nel prendere le decisioni in modo libero da pregiudizi.

E da amici e segretari di stato petrolieri.







Friday, January 20, 2017

Trump atto primo: tornare al fossile

A sinistra: l'inugurazione di Trump del 2017
A destra: l'inaugurazione di Obama nel 2009


Atto secondo: censurare la stampa 


Ecco qui, il paradigma della democrazia nell'era di Trump.

Arriva un "temporary media blackout" presso l'EPA - Environmental Protection Agency - che non potra' piu' fare comunicati stampa, mandare tabelle, grafici, figure, fare update a blog o scrivere sui media.

La censura! Una delle cose piu' profondamente anti-americane.

Come dire: anche se ci sono studi o novita', non diciamolo alla gente normale cosi' non lo sanno.

Trump ha anche ha vietato all'agenzia di protezione dell'ambiebte di fare qualsiasi tipo di nuovo contratto o di dare grant lavorativi, o di fare appalti, sine die.

In tutta la nazione.
La stampa viene inviata ad uffici del "management risorses". E addirittura si dice che le richieste della stampa saranno pre-selezionate. Cioe' solo se sono domande che gli piacciono risponderanno.

Forse.

E cosi' l'EPA che ogni giorno postava vari tweet e updates, e' in silenzio da venerdi.
Sotto Trump, l'ambiente non conta, non vale, non twitta.
E forse in una Italia cosi abituata a Silvio, non ci si rende conto di quanto tutto cio' sia grave. La liberta' di parola, di stampa, di critica, sono considerate sacre qui, molto molto di piu' che in Italia. E sono fondamentali affinche' la nostra democrazia funzioni. 
Basta solo chiedersi dove saremmo in Italia se tutte le cose cha abbiamo fatto da questo blog fossero state censurate. E che sia censurato un intero ministero e' scandaloso. 
Oltre il ministero dell'ambiente anche quello dell'agricoltura e' stato messo al bavaglio.
Le reazioni come ci si poteva aspettare sono state forti: il direttore del Public Employees for Environmental Responsibility, Jeff Ruch, dice che nessun presidente ha mai fatto nulla del genere:
"We’re watching the dark cloud of Mordor extend over federal service"

Modor e' uno dei cattivi del Signore degli Anelli.

Liz Perera, del Sierra Club, dice che tutto questo e' un fortissimo campanello d'allarme - da bandiera rossa.

Gli impiegati, a quello che si dice, sono scoraggiati e demotivati. Come si puo' lavorare per il bene pubblico, quando il grande capo ti mette in bavaglio?

O vogliamo parlare del prossimo supposto capo dell'EPA? Scott Pruitt? Un negazionista dei cambiamenti climatici a guidare l'ente per la protezione dell'ambiente! Dice che la scienza non e' certa, che non sappiamo se sono veramente gli umani a combinare questi disastri.

Siamo tornati indietro di 20 anni!

Anche il dipartimento dell'interno e' stato censurato. Perche'?

Perche' hanno osato mostrare le foto dell'inaugurazione di Trump del 2017, accanto a quelle di Obama del 2009 che mostravano che all'inaugurazione di Obama c'erano piu' persone. E poi Trump si e' arrabbiato, il suo staff ha detto che erano "fatti alternativi" e che c'erano piu' di un milioni di persone. Non era vero. Tutti gli esperti hanno confermato che non e' vero.

Neanche i bambini dell'asilo, eh?

Mica a ragionare che non ci poteva essere piu' folla che sotto Obama: a Washington c'e' una grande comunita' di afro-americani, e di liberali che certo non hanno votato per lui. I suoi elettori erano degli stati rossi, nel centro e non dalle coste, quindi che ci fossero piu o meno persone che sotto Obama non significa niente.

Ma niente, lui deve avere ragione per forza. E' essenzialmente un Silvio americano, con il suo conflitto di interessi, con il suo parlare in terza persona, con le sue bugie e il suo esagerare, con il suo essere uno sciupa-femmine, con il suo non fidarsi della stampa ed il volere essere per forza il primo di tutto.

A differenza di Silvio ha molti piu' bottoni da premere.

---

20 Gennaio 2017




Il sito della Casa Bianca in cui l'amministrazione Obama parlava del
piano di azione in favore del clima, con standard di efficenza,
per eliminare 9.3 miliardi di tonnellate di CO2


Qui le strategie Obama per abbassare le emissioni di CO2 negli USA
tutto scomparso il primo giorno!


E invece...



President Trump is committed to eliminating harmful and unnecessary policies such as the Climate Action Plan and the Waters of the US rule. Lifting these restrictions will greatly help American workers, increasing wages by more than $30 billion over the next 7 years.

Dal sito ufficiale della Casa Bianca, 
20 Gennaio 2017




Non era passato neanche un minuto e tutti i siti della Casa Bianca in tema di ambiente erano cambiati.
In un minuto! Cioe' - dalle 11:59 la versione Obama alle 12:00, il minuto stesso che e' diventato presidente, la versione Trump. 

E infatti ora che Mr. Donald e' presidente, tutti i siti sotto WhiteHouse.gov passano sotto la gestione della sua amministrazione. Con Obama c'era un tasto con scritto "issues" -- problemi -- e da qui si arrivava alle pagine sui cambiamenti climatici, in cui si parlava del fatto che esiste un consenso scientifico in merito,  che i cambiamenti climatici sono veri e causati dall'uomo, che porta a minaccie senza precenti alle nostre vite e a quelle del creato. 

La parola cambiamenti climatici alle 12:00 di Trump era scomparsa.
Tutte le pagine che parlavano dell'issue dei cambiamenti climatici erano scomparse pure quelle.

Al loro posto?
Dappertutto shale oil, e gas revolution e energy production che cureranno tutti i nostri mali. 

Come se a non voler vedere tutto cio' che abbiamo combinato al pianeta, le conseguenze scomparissero e si potesse magicamente tornare ai giorni dello sfruttamento selvaggio della natura, senza preoccuparsi dell'aria, del terreno, dell'acqua, dei nostri polmoni.

Se uno ora va ora ai siti dove sotto Obama si parlava di come fare per lottare contro i cambiamenti climatici c'e' ora scritto:

 "The requested page '/energy/climate-change' could not be found."

Al suo posto un "An America First Energy Plan" dove appunto si dice che Trump si impegna ad eliminare politiche non necessarie e dannose come il Climate Action Plan e il Waters of the US rule.
Grazie a questa mossa in sette anni si potrebbero generare ben 30 miliardi di dollai secondo Trump.

Ma esattamente cos'era il Climate Action Plan di Obama?

Era un progetto di politica interna per aumentare l'efficenza di elettrodomestici e per le automobili che secondo i calcoli avrebbe evitato l'emssione di 9.3 miliardi di CO in totale -- l'equivalente di sette anni senza automobili.

Si voleva aumentare l'efficenza energetica degli edifici e rivisitare tutti i codici edilizi, che avrebbe portato alla non emissione di 3 miliardi di tonnellate di CO2 oltre che risparmi totali di 600 miliardi di dollari entro il 2030.

Si voleva incentivare l'uso dell'energia rinnovabile in modo da aumentarne la produzione del 30% per il sole e per il vento ciascuno entro il 2030. In particolare si volevano estendere gli incentivi economici per le rinnovabili.

Si voleva limitare le emissioni di metano dalle estrazioni di petrolio e di gas

Si voleva aumentare l'efficenza delle automobili, in modo da fare piu' chilometri al litro e di incentivare il trasporto con energia pulita.

Oltre queste iniziative per ridurre i camiamenti climatici, ci sarebbero stati anche fondi di emergenza i per siccita', alluvioni, e altri tipi di disastri collegati al clima e per la preparazione di comunita'.

E poi, ovviamente ci sono stati gli accordi internazionali di Parigi, che forse a rilento, ma promettevano l'abbassamento delle emissioni di CO2 del 26-28% rispetto al 2005 per gli USA.
Il sito di Obama parlava di "progresso senza precedenti", di "collaborazione internazionale", di essere leader, di voler lasciare un pianeta migliore ai nostri figli e ai loro figli. 

La parla cambiamenti climatici non esiste piu' da nessuna parte. 

C'e' solo bla bla su Make America Great Again.

E assieme alle parole sul clima e sull'ambiente, sono scomprase anche tutte le parole sui diritti civili, sul'Obamacare, sui diritti di gay e lesbiche. 

Tutto svanito.  
Di ambiente si deve scovare, scovare, scovare per trovare questo:

"Protecting clean air and clean water, conserving our natural habitats, and preserving our natural reserves and resources will remain a high priority. President Trump will refocus the EPA on its essential mission of protecting our air and water."

Refocus the EPA?

Si per spegnere la luce sui cambiamenti climatici.

Era una mossa aspettata pero', e cosi per settimane e mesi dall'8 Novembre ad oggi, scienziati ed agenzie avevano scaricato e ripostato su server privati tutte le informazioni possibili su documenti ufficiali della Casa Bianca sul tema ambiente e cambiamente climatici. 

La paura e' che l'amministrazione Trump cancelli tutto - e infatti ci avevano pure provato come documentato qui.  L'archivio mondiale di internet, wayback machine invece aveva fatto degli updates alla pagine di Obama una volta al giorno dal 1 Gennaio finora.

Idem con le pagine di NASA, NOAA, Dipartimento dell'Energia e dell'EPA: tutto e' stato conservato da attivisti e scienziati per paura che Trump cancelli o faccia sparire tutto, prima o poi. 

Ma la vera paura non e' che le pagine internet non si possano piu' trovare --  appunto e' tutto stato archiviato -- la paura vera e' che le politiche per combattere i climatici climatici per quanto timide e lente, e per quanto si poteva fare di piu' o meglio, non sono piu' politiche ufficiali del governo USA.

La politica ufficiale oggi e' che dei cambiamenti cliamtic al governo americano non gliene importa un fico secco.