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Monday, September 30, 2013

Il quinto rapporto dell'IPCC: la colpa dei cambiamenti climatici e' nostra.



Most aspects of climate change will persist 
for many centuries even if emissions of CO2 are stopped. 


Human influence has been detected in warming of the 
atmosphere and the ocean, 
in changes in the global water cycle, 
in reductions in snow and ice, 
in global mean sea level rise, 
and in changes in some climate extremes. 


It is extremely likely that human influence has been 
the dominant cause of the observed warming since the mid-20th century. 


The global ocean will continue to warm during the 21st century. 


Heat will penetrate from the surface to the deep ocean and affect ocean circulation. 


It is virtually certain that near-surface permafrost extent 
at high northern latitudes will be reduced 
as global mean surface temperature increases. 


Continued emissions of greenhouse gases 
will cause further warming and changes
 in all components of the climate system. 


Limiting climate change will require substantial 
and sustained reductions of greenhouse gas emissions. 


Global mean sea level will continue to rise during the 21st century. 


It is very likely that the Arctic sea ice cover will continue to shrink and thin. 


C'e' bisogno di aggiungere dell'altro? 

Il giorno Venerdi 27 Settembre 2013, the Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), e cioe' una commissione di esperti internazionali sui cambiamenti climatici, ha rilasciato il suo report sullo status quo. E' il quinto dopo quelli del 2007, 2001, 1995 e 1990.

Ci hanno lavorato 600 ricercatori da 32 paesi. Hanno analizzato 9000 articoli, e hanno revisionato circa 56,000 commenti.

Dopo tutto questo lavoro, la conclusione e' semplice ed e' una sola. 

La conclusione e' che la colpa e' nostra. 

Siamo noi con quasi totale certezza ad avere cambiato e a stare cambiando il nostro clima. Per di piu' la commissione avverte che i cambiamenti stanno accellerando a ritmi molto maggiori di quanto previsto.

Io parlo sempre di petrolio, ma ci sono mille altre cose collegate al nostro modo scellerato di usare le risorse:  aumento del livello del mare, acidificazione degli oceani, siccita', incendi, alluvioni, scioglimento dei ghiacciai.

Ecco qui un po di immagini e di grafici che parlano da soli. Notare quanto tutto si impenni drasticamente in tempi piu' vicini a noi.

E la questione non e' se il pianeta sopravvivera'. La questione e' se saremmo noi a sopravvivere in un pianeta che non e' piu' lo stesso.

Aumento della temperatura media:


Aumento della temperatura media in varie localita' del pianeta:



Aumento del livello del mare:



Aumento della temperatura, modifiche alle precipitazioni, scioglimento ghiacciai, cambio del pH degli oceani:


Aumento della CO2 e cambio del pH negli oceani:


Cambiamento del livello medio del mare:


Proiezioni aumento della temperatura, estensione dei ghiacciai e pH degli oceani:



Emissioni di CO2:



Scioglimento ghiacci polo nord e polo sud





Il report nella sua interezza si puo' scaricare qui.


Saturday, September 28, 2013

UK: no allo stoccaggio gas nei mari del Nord


La ditta inglese Centrica ha annunciato di avere abbandonato i progetti di stoccaggio di gas nel Regno Unito.

Si tratta di impianti nei presi di Baird, nel mare del Nord e a Claythorpe nell' East Yorkshire.

Perche'? Perche' il governo inglese ha annunciato che non dara' piu' sussidi alle ditte dello stoccaggio.

La Centrica che aveva gia' iniziato a progettare e che contava di avere gli appalti, perdera' cosi circa 240 milioni di sterline.

La Centrica e' gia' proprietaria del piu' grande impianto inglese, Rough, che stocca gas per 15 giorni di fabbisogno nazionale. Baird ne avrebbe aggiunti altri 13. Nel Regno Unito, si era parlato di aumentare le capacita' di stoccaggio perche' fra Marzo ed Aprile 2013, a causa di un inverno particolarmente freddo, si era arrivati a pochissime scorte di gas - secondo alcune stime solo 6 ore, e in piu' in un periodo in cui uno dei gasdotti piu' imporanti del Regno Unito era stato danneggiato.

Ma la Centrica vrebbe costruito il suo impianto solo con l'aiuto di sussidi governativi.
Ma il governo gli ha detto no, grazie.

"Security of supply can be delivered more cheaply by the market and action is already being taken to ensure that it provides sufficient energy in the short and medium term," ha detto il ministro dell'energia Michael Fallon.

Il Dipartmento per l'Energia e per i Cambiamenti Climatici (nell'UK ce l'hanno!) insiste invece che non serve altro stoccaggio, perche' meta' del gas britannico arriva dai campi di gas nei mari del nord, un altro terzo dalla Norvegia ed il resto viene importato.  Lo stesso dipartimento ritiene che non ci sia bisogno di altro stoccaggio e che se necessario, l'infrastruttura gia' e' capace di raddoppiare il flusso di gas, anche sotto estreme condizioni climatiche.

Fallon ricorda che la non costruzione di nuovi impianti di stoccaggio portera' al risparmio di 750 milioni di sterline lungo un arco di 10 anni.

In Italia abbiamo circa 15 campi di stoccaggio, con oltre 350 pozzi.

Passera ne vuole costruire di piu' ancora, perche' non bastano, secondo lui.

Servono davvero?

E poi, in Italia quando si costruiscono centrali di stoccaggio, ci sono sussidi pubblici? Se si, a quanto ammontano? Qualcuno ha mai fatto il conto del rapporto costo-benefici?

O li costruiamo a casaccio e per farci la speculazione di turno?





Friday, September 27, 2013

Francia: carbon tax su fonti fossili per incentivare le rinnovabili




Il primo ministro francese, Jean-Marc Ayrault


Enrico Letta: facciamolo anche noi. 

Una carbon tax ai petrolieri,
4 miliardi di euro l'anno,
 l'economia delle rinnovabili,
gente che lavora.

Il giorno 20 Settembre 2013, il presidente francese Francois Hollande ha annunciato l'introduzione di una nuova "carbon tax" che sara' attiva a partire dal 2014.

Secondo il primo ministro Jean-Marc Ayrault, il ricavato, stimato in circa 2.5 miliardi di euro nel 2015 e poi 4 miliardi di euro nel 2016, sara' usato per incentivare  l'industria delle rinnovabili e per diminuire ultieriormente le emissioni. Fra i vari programmi, quello di offrire incentivi per l'isolamento delle case.

Chi sara' tassato?

Qualsiasi industria che generi emissioni di CO2 da fonti fossili. Il presidente ha anche annunciato che questa carbon tax sara' applicata ai produttori e non comportera' l'aumento delle spese di riscaldamento o di trasporto direttamente ai cittadini. 

Oltre alla carbon tax, il nucleare sara' tassato maggiormente per facilitare la transizione verso le rinnovabili.

Si stima che a regime, questa tassa rendera' disponibile 1 miliardo di euro in piu' all'anno, oltre ai 5 miliardi di euro annuali che il paese gia' spende fra le rinnovabili e l'efficenza energetica.

Cosi' facendo, ci si pone l'obiettivo della diminuzione delle emissioni di CO2 del 30% entro il 2030 e di dimezzarle entro il 2050.

In Europa i paesi che gia' hanno una carbon tax sono la Danimarca, la Finlandia, la Svezia, la Norvegia, la Svizzera e l'Irlanda.

La Francia diventa cosi' il settimo paese con la carbon tax, oltre che uno dei primi ad avere bannato il fracking.

E in Italia?

In Italia abbiamo i vari Corrado Passera, Paolo Scaroni, Chicco Testa, e lo stesso Letta che continuano a parlare di estrazioni di petrolio, di shale gas come grande opportunita' per l'Italia, dell'uso di rinnovabili come se fossimo ubriachi, della necessita' di usare le nostre "risorse" energetiche.

La mia domanda e' molto semplice: visto che in questo paese ci piacciono le tasse, perche' non gliene diamo una pure ai petrolieri?

Una bella carbon tax!

Con tutte le raffinerie decrepite che ci sono in Italia, se anche noi riuscissimo a tirare su 2,3,4, miliardi di euro dalle emissioni dei petrolieri e per usarli in incentivi per l'efficenza energetica o per le rinnovabili, sai quante cose ci facciamo?












Wednesday, September 25, 2013

Spiaggiamento balene Madagascar 2008: colpa della ExxonMobil

 Madagascar, 2008






Nel 2008 circa 100 balene si spiaggiarono e morirono lungo le coste del Madagascar, nella cosiddetta Loza Lagoon. Qui un po di foto, commenti e reazioni dell'epoca. A suo tempo si era parlato delle tecniche di airgun usate dalla ExxonMobil come probabile causa della perdita dell'orientamento delle balene. La ExxonMobil infatti eseguiva ispezioni sismiche in zona alla ricerca di petrolio.

Il 25 Settembre, dopo cinque anni e un intenso e dettagliato studio coordinato dall'International Whaling Commission (IWC) un gruppo di cinque esperti indipendenti ha concluso che la causa principale dello spiaggiamento e' stata non l'airgun ma la stimolazione acustica da parte di navi esplorative della ExxonMobil.


"the mass stranding of approximately 100 melon-headed whales in the Loza Lagoon system in northwest Madagascar in 2008 was primarily triggered by acoustic stimuli, more specifically, a multi-beam echosounder system operated by a survey vessel contracted by ExxonMobil Exploration and Production (Northern Madagascar) Limited"

I cinque esperti, Brandon Southall, Teri Rowles, Frances Gulland, Robin W. Baird e Paul D. Jepson sono stati nominati ed approvati dall'US Marine Mammal Commission (MMC), dalla US National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), dal US Bureau of Ocean Energy Management (BOEM), dall'International Fund for Animal Welfare (IFAW), dal Wildlife Conservation Society (WCS) e dal Governo del Madagascar e - interessante - anche dalla ExxonMobil Exploration and Production del Nord del Magascar.

I Multi-Beam Echosounder System (MBES) non sono da confondersi con l'airgun. I segnali sonori inviati e l'eco di ritorno del MBES servono infatti per determinare la profondita' del mare e le caratteristiche del fondale marino e non del sottosuolo.

Gli MBES furono inizialmente realizzati dalla marina americana per controllare la navigazione dei sottomarini e sono oggi usati dai petrolieri, ma anche per aiutare nella localizzazione di relitti, pericoli per la navigazione, e per rilievi batimetrici.

La Wildlife Conservation Society una delle societa' coinvolte in questa indagine ed e' la stessa che gestisce il Bronx Zoo, con il massimo rispetto verso gli animali e il loro habitat. Sorge a due passi dalla mia casa di bambina. Ci ho trascorso molti pomeriggi indimenticabili.

Cina, 2003: 233 morti per idrogeno solforato

E' una notizia di circa dieci anni fa, sempre attuale, ma che mi era sfuggita.










Il giorno 23 Dicembre del 2003, 191 persone morirono stecchite all'istante e migliaia di altre rimasero ferite in seguito all'esplosione di un pozzo di gas naturale operato da China National Petroleum nel sudovest della Cina.

Si tratta del campo Chuandongbei nella contea di Kaixian, e nella regione di Chongqing.
 
L'intero villaggio di Xiaoyang fu distrutto - il 90% degli abitanti mori'.

Nella vicina citta' di Zhonghe, 600 persone riportarono lesioni e bruciature da sostanze chimiche.

Circa 40,000 residenti nel giro di un raggio di 5 chilometri da Xianyang furono evacuati. Tutta l'area fu considerata una "death zone".

La causa dell'esplosione e' stata determinata essere una sacca di idrogeno solforato ad alta pressione contenuta in uno strato di roccia che fu accidentalmente trivellato.

Vennero rilasciati in aria varie componenti tossiche oltre all'idrogeno solforato con un gettito di circa trenta metri di veleni.

Chiamarono anche l'esercito, ma arrivo' dopo tre giorni, quando  erano gia' tutti morti.

Dopo una decina di giorni, il bilancio dei morti sali' a 233, come riporta il New York Times.

Il governo reagi' in fretta e con decisione, condannando la China National Petroleum dopo pochissimi giorni. Roba che si puo' fare solo in un paese comunista, ma che mostra la serieta' dell'evento.

Il direttore dell'ente che si occupa della sicrezza sul lavoro in Cina, Sun Huashan infatti dichiaro' il giorno 4 Gennaio 2004:

''This was an accident due to negligence. Those people who were responsible will be dealt with.''

Le accuse rivolte alla China National Petroleum era di avere risparmiato sulla sicurezza (ma guarda un po!). Non erano presenti infrastrutture necessarie in caso di incidenti, fra cui i blowout preventer, lo staff non calcolo' bene i livelli di H2S presenti nel sottosuolo e non si resero subito conto della gravita' dell'incidente.
Molti morti si sarebbero potuti evitare se l'H2S fosse stato bruciato invece che lasciato diffondere in atmosfera.

Sono passati dieci anni, e chissa' forse anche in Cina hanno imparato ad usare maggiore prevenzione.

Il messaggio e' che di H2S si muore, e che se questi sono morti stecchiti, per concentrazioni elevate respirare questa roba, a Viggiano, a Vasto, a Mantova o a Sircausa, bene non puo' fare.

Se puzza, gia' fa male.

Amen.

Per i benpensanti:

"If you can smell it, it's not safe"
James Dahlgren,  toxicologist UCLA.




Tuesday, September 24, 2013

La Scarabeo 5 della Saipem in fiamme



 Rotterdam, 20 Settembre 2013

Non gliene va bene una alla Saipem.

Dopo la Scarabeo 8 che si incrina in Norvegia per "mancanza di competenza", e dopo la Perro Negro che affonda in Angola, ecco qui la Scarabeo 5 che si incendia in Olanda.

Una perdita di gas e voila', l'incendio, come da video il giorno 20 Settembre 2013.

Sono accorsi elicotteri, polizia e vigili del fuoco. La piattaforma era della Saipem ed e' stata costruita dalla Fincantieri nel 1990, ma era operata dalla Statoil di Norvegia.  Si trovava nella zona di Keppel Verolme, a Rotterdam per manutenzione quando c'e' stato l'incendio.

Due persone a bordo hanno riportato ustioni, ed una terza ha avuto problemi di respiro. Gli altri quattordici lavoratori a bordo non hanno riportato problemi.

Monday, September 23, 2013

Omofobia e disabilita'



E' tardi e ho sonno. Per oggi voglio cambiare tema. Invece che di petrolio voglio per un attimo parlare di altre cose.

Ovviamente come tutti ho le mie idee sui temi sociali e politici, ma qui taccio sempre perche' non voglio fare il tuttofare.

Ci sono pero' un po di cose che succedono in questi giorni che non sono astratti temi sociali o politici, ma persone a me amiche - gay, lesbiche e genitori di figli disabili - e alle quali voglio dire che gli voglio bene.

Iniziamo con la faccenda del prete di Perugia che mette fra i peccati l'infanticidio, il furto, l'omicidio, l'infettare con l'aids altre persone, l'evasione fiscale.... e l'omosessualita'.

Ma questo prete lo sa cosa dice? Si rende conto del messaggio che lancia agli omosessuali di ogni eta', ma soprattutto ai giovani?

E se uno dei suoi studenti ha sottomano quella lista, e si sente di essere attratto da persone dell'altro sesso, cosa deve pensare? Come si deve sentire? Che neanche il prete lo accetta, e lo vede come un "peccatore"?  Come se a 15 anni uno non avesse gia' tante domande e paure di per conto suo.

Ma che razza di cristianesimo e' questo?

L'omosessualita', da come la vedo io, non e' un peccato. E non e' nemmeno una scelta di vita. E' che uno e' nato cosi, e basta. Come uno ha i capelli rossi, e un altro ce li ha biondi. E puoi decidere di fare finta di non esserlo, facendoti violenza e mentendo a te stesso tutti i giorni, ma e' innaturale ed ingiusto vivere cosi. E chi e' straight deve fare solo il passo di mettersi panni dell'altro e di rendersi conto che non c'e' niente di malato o di peccaminoso nell'essere gay.

Ci sono ancora troppi ragazzini che soffrono per questo e non e' giusto.

E nello stesso giorno di questo articolo dei peccati di Perugia, qui in California una notizia all'incontrario. Una ragazzina transessuale - nata maschio ma che si e' sempre sentita femmina, da piccola fino ad adesso - e' stata incoronata homecoming queen. 

E cioe' la piu' bella del liceo. Lo sapevano tutti che era transessuale ed ha vinto lo stesso.

La sua storia e' stata raccontata dal Los Angeles Times.

Ecco. La vita e' cosi breve e credo che tutti abbiano il diritto di essere felici e di essere chi si e' veramente, senza sprecare anni preziosi a tormentarsi. Gay o lesbiche o transessuali che siano.

Passiamo alla vicenda di Napoli e dei gentori che tolgono il figlio da scuola perche' c'e' un ragazzino autistico in classe.

Anche qui, che cosa triste e piccola.

Mi e' venuta in mente questa altra storia di un anno fa.

Eva  e' una ragazza muta di 29 anni che e' fisicamente disabile che ha imparato a scrivere al computer con un unicorno sulla fronte che destreggia con il collo sulla tastiera. Siede sulla sedia a rotelle.

Fa dei colloqui di lavoro per una startup Internet che richiedeva personale per scrivere testi per la clientela. Tutti i candidati sarebbero stati selezionati online. Non c'era bisogno di presentarsi fisicamente da nessuna parte per la selezione.

Eva vince, la prima su 300.

Deve recarsi in ufficio per il primo giorno di lavoro.

Nessuno sa che e' disabile.

La mamma le consiglia di spiegare ai datori di lavoro la sua situazione, in modo da non creare imbarazzo.

E Eva gli scrive un email. Ovviamente sia lei che la mamma pensavano che c'era il rischio che la ditta le togliesse il lavoro, una volta saputo della sua disabilita'.

E invece, la risposta fu

"Eva, we hired you because of your ability, not your disability. Everyone's disabled in some way."

"Eva, ti abbiamo assunto per le tue abilita' e non per le tue disabilita'. Tutti siamo disabili, in qualche modo."

Ecco. Mi pareva carino ricordare anche qui, che tutti hanno diritto alla propria realizzazione personale, e che sta ai piu' fortunati essere solidali, proprio come sopra, con chi e' piu' debole o diverso. Ho avuto vari studenti sordi qui. Avevano l'interprete personale e venivano in classe con tutti gli altri. E l'interprete non era uno qualunque, ma uno che era specializzato nel tradurre la matematica nel linguaggio dei sordi.

E chi non ricorda Steven Hawkins, il genio della fisica che seduto sulla sedia a rotelle che nessuno capisce niente quando parla.  E uno puo' andare avanti cosi con mille altri esempi.

Ci si deve solo immedesimare nell'altro e superare i nostri istinti di brutalita' e di conformismo. 

Sunday, September 22, 2013

La Corsica e gli scarichi petroliferi a mare



Il giorno 3 Settembre la stampa francese ha riportato di un incidente petrolifero al largo delle coste settentrionali della Corsica.

Fra le varie iniziative, il gruppo non-profit americano, Sky Truth, che ha invato il proprio satellite Landsat-8 sul cielo del disastro e che hanno verificato che si trattava di una scia di ben 90 chilometri di residui petroliferi cioe' di monnezza a mare. In inglese le parole piu carine sono bilge dumping, ma l'attivita' e' la stessa, appunto, monnezza a mare.

Sky Truth ha evidenziato che molto probabilmente si tratta di acque di scarto da petroliera, contenenti petrolio ma anche detergenti, solventi, sostanze chimiche, ed a volte anche scarichi fognari navali.

90 chilometri di scia di monnezza nei pressi della riserva naturale di Scandola.

Sky Truth funziona a donazione di gente normale qui negli USA che crede in quel che fanno e nella loro onesta' intellettuale. Mandano i satelliti ovunque nel mondo a documentare l'inquinamento dal cielo e lo fanno gratuitamente, in ogni angolo del pianeta che gli e' accessibile.











Saturday, September 21, 2013

Golfo del Messico 3 anni dopo: con il benzene in corpo

 Louisiana, 2010

Molti dei lavoratori e residenti dopo lo scoppio si erano lamentati di malditesta, mancanza di respiro, tossi persistenti e di eczemi e pruriti, affaticamento, male al petto, sudori notturni, e dolori alle giunture.

Ma in questo studio ci si e' concentrati sul sangue delle persone a piu' stretto contatto con il petrolio. Fra le cose piu' preoccupanti, l'esposizione al benzene.

Benzene is a very toxic substance. It’s easily absorbed through tissues, such as your skin. Once it enters your system, it affects several organs.”


E infatti, una volta entrato in corpo, e' poi il sangue a trasportarlo in giro per l'organismo corpo, arrivando anche al midollo osseo, dove vengono prodotte le cellule del sangue. Il fegato invece diluisce le tossine e quindi viene in contatto con tutte le sostanze spurie.

E quindi fra i problemi collegati all'assorbimento di materiale tossico - fra cui il benzene - danni al fegato e al sangue.

Nello studio del Prof. D'Andrea sono stati testati 117 lavoratori e 130 persone non esposte alle operazioni di pulizia del petrolio.

Tutti i 117 avevano valori sballati di vari tipi di enzimi del fegato, probabilmente alterati a causa del contatto con il benzene, e livelli bassi di piastrine, di azoto ureico e di creatinina che sono indicatori del buon funzionamento dei reni.

I tre enzimi del fegato sono alkaline phosphatase, aspartate transaminase and alanine transaminase e i livelli sballati sono indicatori di danni al fegato.

Tutto questo porta il Prof. D'Andrea alla conclusione che i lavoratori hanno rischi maggiori di leucemie, linfomi e mieliomi, nonche' di tumore al fegato e
pancreas.

Cosa dice la BP?

Tuttapposto, come sempre:

“Based on extensive monitoring conducted by BP and the federal agencies, response worker and or public exposures to dispersants were well below levels that would pose a health or safety concern".

Lo studio del Prof. D'Andrea invece conclude che

"The results of this study indicate that oil spill exposure appears to play a role in the development of hematologic and hepatic toxicity. However, additional long-term follow-up studies are required to understand the clinical significance of the oil spill exposure."

Evviva la BP.


Friday, September 20, 2013

Trivelle, mar Tirreno e porcili

Gentile Prof.ssa,

ho letto con interesse e gioia l’articolo da Lei postato il 04 settembre 2013 riguardo il dimezzamento delle aree di trivellazione in Italia.

Solo per qualche secondo ho pensato: finalmente anche nel nostro paese qualcosa sta cambiando.

Poi, vedendo che anche Lei nutriva qualche dubbio, ho riletto l’articolo.

Non avendo visionato il Decreto, Le do arbitrariamente una mia modesta interpretazione.

Nel Suo articolo informa che:

Il ministro ha firmato il riordino delle zone marine aperte alla ricerca e coltivazione di idrocarburi in coerenza con le norme di legge approvate dal Parlamento nell’ultimo anno e con la direzione indicata dalla Strategia Energetica Nazionale.

“In particolare il Decreto determina la chiusura a nuove attività delle aree Tirreniche e di quelle entro le dodici miglia da tutte le coste e le aree protette.”

Quello che mi lascia perplesso sono le espressioni: “nuove attività” e in “coerenza con le norme di legge approvate nell’ultimo anno dal Parlamento”.

Con l’art 35 della Legge 134/2012, il famoso Decreto Passera, chi vuole intraprendere attualmente attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi deve operare ad una distanza di almeno dodici miglia dal limite delle coste e dal perimetro esterno delle aree marine a qualsiasi titolo protette.

Il precedente Decreto 128/2010, il Decreto Prestigiacomo, poneva un limite di di dodici miglia dal perimetro esterno delle aree marine a qualsiasi titolo protette ed un limite di cinque miglia dalla linea di base costiera.

Non entro nel merito di specificare che il termine linea di base non è sempre coincidente con il termine linea di costa, ed in alcuni casi vi è una notevole differenza.

Per le procedure future, in linea di massima, il Decreto Passera si presenta più stringente rispetto al Decreto Prestigiacomo. Attualmente, visto che tutte le procedure di prospezione e ricerca idrocarburi sono state già avviate, il Decreto Passera apre a tutti i “procedimenti concessori conseguenti e connessi“ precedenti.

Della serie, mi scusi la volgarità:-

Dopo che tutti i porci sono scappati, chiudo il porcile. Abitudine peraltro tipicamente italiana.

Ritengo quindi che: le aree segnalate con enfasi dal Ministro riguardino solamente chi ha in futuro intenzione di intraprendere nuove attività, cioè quasi nessuno.

Per tutte le precedenti domande di attività di prospezione e ricerca, antecedentemente al Decreto Prestigiacomo, anche se non ancora sottoposte a VIA, la situazione non cambia.

Un discorso leggermente a parte merita la zona di prospezione e ricerca denominata

E' l’area tirrenica per intenderci.

Questa zona, con il limite delle dodici miglia, si era ridotta del 99 % ed i “poveri petrolieri” non potevano utilizzare le aree residue perché non conformi all’art. 19 della Legge 613/1967: Parti di mare in cui le aree non risultano "continue e compatte e delimitate da archi di meridiano e parallelo di lunghezza pari ad un minuto primo".

Da “buon samaritano” qual è, il Governo italiano venne prontamente in aiuto dell’ “Omino Perforatore” col Decreto Ministeriale del 09/08/2013, rimodulando e ampliando tale area fino all’accordo Italia-Spagna e alla linea mediana Italia-Francia, con una distanza dalle coste sarde e dalle aree di tutela ambientale tra i 45 e i 75 km.

In buona sostanza, il Ministro non ha fatto altro che “ratificare cartograficamente” quello che già c’era, una sorta di specchietto per le allodole mediatico.

Nella speranza (probabilmente vana) di essermi sbagliato,
Le do un Caro Saluto





Wednesday, September 18, 2013

Moratoria fracking anche in Pennsylvania?




Senatore Jim Ferlo, Pennsylania


La Pennsylvania e' stato uno degli stati votati al sacrificio del fracking qui negli USA. La storia di questo stato e' intrisecamente legata all'industria del petrolio e del gas, visto che il primo pozzo della storia fu trivellato qui - Titusville, 1859.

Ma nell'era del fracking, le cose sono deteriorate.

In Pennsylvania la litania degli incidenti, dell'inquinamento, delle malattie e' all'ordine del giorno, e non c'e' campagna pubblicitaria o tentativo di insabbiamento dell'industria del petrolio che riesca a nasconderlo.

Ecco allora l'arrivo del senatore Jim Ferlo, originario di Pittsburgh che ha annunciato la proposta di legge di moratoria di fracking per tutti i pozzi futuri in Pennsylvania. 

Si chiama il Natural Gas Drilling Moratorium Act, Senate Bill 1100.

Dice Ferlo:

“Since the advent of the shale gas industry in Pennsylvania, I have advocated for a more cautious approach to natural gas extraction from our precious natural resources. We have seen the damage wrought by careless oil and gas drilling companies on our land, water, air, property, families and livelihoods.”

In Pennsylvania ci sono 14,000 permessi per pozzi da fracking a vari stati di trivellazione. La legge vietera', se approvata, di aggiungerne di nuovi.

“I have introduced this bill because Pennsylvanians and gas field residents all over the country have been forced to stand by and watch these infractions, and we must take a step back to deliberately and thoughtfully direct our path into the future"
 
L'idea e' di fermare tutto fino al 2017, e di intanto istituire una apposita commissione, la "Well Drilling Study Commission" che studiera' i temi legati all'inquinamento dell'acqua, e dell'aria, la formulazione delle sostanze chimiche usate durante il fracking e la loro esatta formulazione prima di presentare proposte finali.

Nel frattempo, propone Ferlo, una moratoria su ogni nuovo pozzo.

E' certo molto poco, considerato che 14,000 pozzi sono tanti, e considerata la devastazione di alcune comunita' dovuta al fracking.

Ma e' un passo, e da qualche parte si deve pure iniziare.

.. E noi?

Una moratoria anche per tutti i nuovi pozzi in Lucania?


Louisana: causa contro 97 ditte petrolifere per erosione della costa





Interessante come si mettono le cose in Louisiana. L'attuale governatore John Bel Edwards dice che le comunita' devono inviare le loro denuncie contro le ditte di oil and gas ai tribunali della Louisiana per erosione e subsidenza entro 30 giorni dal 21 Settembre.

Se non lo fanno lo fara' lui per loro. 

Deciso questo governatore, no?

E' come se Marcello Pittella decidesse di portare in causa l'ENI e la Total, e chiedesse a tutti i comuni, inclusa Viggiano di partecipare. E anzi, se non partecipa, la fa partecipare lui!

Facciamo un passo indietro. La storia della causa in Louisiana contro oli and gas va avanti da qualche anno. Oil and gas, e' innegabile, in 100 anni di trivelle hanno causato qui subsidenza, perdita di terreno, ingresso di acque saline nella laguna.

E quindi nel 2013 la Lousiana Flood Authority, l'ente che si occupa di prevenire e di gestire le alluvioni, fa una denuncia contro oil and gas per cercare quantomeno di recuperare i costi. Dopotutti i danni li hanno generati loro.

I petrolieri non sono stati contenti ed hanno cercato in tutti i modi di evitare di andare in tribunale, con ritardi e richieste di mediazione. Un sacco di tira e molla. L'ultimo tentativo di un accordo privato, con il governatore attuale, non e' andata in porto e cosi Mr. Edwards decide di andare avanti con la denuncia.

John Bel Edwards che lo sanno pure i petrolieri che hanno causato danni e che la subsidenza indotta e' evidente dai loro stessi studi. Incita dunque alla partecipazione di tutti.

We need to play an active role in making sure that we are holding oil and gas companies to the word that they would restore damaged to our coast that they caused by their exploration and production activities and I don't think anybody, not even the oil and gas industry, denies that they caused unrepaired coastal damages and in fact their own studies show it"

Uno dei suoi grandi oppositori e' ovviamente l'industria del petrolio, la Louisiana Oil and Gas Association and la Louisiana Mid-Continent Oil and Gas Association,  e i loro petrol-amici incluso il responsabile per la giustizia dello stato della Louisiana, Jeff Landry.  I petrolieri e i loro parenti dicono che il petrolio porta soldi, che gia' adesso stanno cercando di rimediare, che le cause sono uno spreco di denaro, che possono invece fare multe, che la Lousiana e' intimamente legata al petrolio e che anzi, oil and gas e' il principale datore di lavoro, e che possono usare mediatori ed altri esperti invece che tribunali.

Mr. Edwards andra' dritto per la sua strada. 

“I'm not going to allow the oil and gas industry to decide who represents the state of Louisiana in litigation against the oil and gas industry"

Forza Mr. Edwards. 

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18 Settembre 2013




La Louisana Flood Authority contro la BP,
ConocoPhillips, Chevron, Shell e la Exxon Mobil. 
Davide contro tanti Golia



 This lawsuit is about making sure that New Orleans 
has a fighting chance to survive

John Barry, Southeast Lousiana Flood Protection Authority

“Oil and gas activities continue to transform what was once a stable ecosystem of naturally occurring bayous, small canals, and ditches into an extensive – and expanding – network of large and deep canals that continues to widen due to defendants’ ongoing failure to maintain this network or restore the ecosystem to its natural state,”  

Nel testo della causa.


In Louisiana, l'80 per cento della costa e' di proprieta' dell'industria del petrolio e del gas.

L'80%.

Nel corso degli anni i petrolieri hanno trivellato la laguna alla ricerca di petrolio e costruito almeno 10,000 miglia di canali ed oleodotti, cambiandone definitivamente l'assetto. E' evidente infatti che interventi di cosi grande portata finiscono con lo stravolgere tutti i delicati equilibri naturali.

E cosi' la terra lentamente ma inesorabilmente e' sprofondata, la costa e' stata persa all'erosione, la laguna diventa mare.

E' la subsidenza indotta, e' un fenomeno irreversibile, ed in Louisiana e' irrefutabile.

E perche' la laguna di Lousiana e' importante? Perche' in caso di inondazioni funziona da strato di assorbimento, evitando danni maggiori sulla terraferma. Quando ci fu l'uragano Katrina, i danni sarebbero stati molto minori se la palude fosse stata integra.

 
Costa che sara' persa nei prossimi 50 anni a causa 
dell'erosione indotta dall'estrazione di petrolio e di gas. 



Tutto questo non e' un mistero. Lo diceva gia' Robert Morton, dell'USGS nel 2004:

For decades geologists believed that the petroleum deposits were too deep and the geology of the coast too complex for drilling to have any impact on the surface.

Per anni i geologi hanno creduto che i depositi di petrolio fossero troppo profondi e la geologia della costa troppo complessa affinche' il petrolio avesse delle conseguenze sulla costa.

The removal of millions of barrels of oil, trillions of cubic feet of natural gas, and tens of millions of barrels of saline formation water lying with the petroleum deposits caused a drop in subsurface pressure—a theory known as regional depressurization. That led nearby underground faults to slip and the land above them to slump.

La rimozione di milioni di barili di petrolio, trillioni di piedi cubici di gas naturale e milioni di barili di acqua di produzione associata al petrolio, hanno causato un calo della pressione sotterranea - una teoria nota come deprussirazzione regionale. Questo ha causato lo sprofondamento delle faglie sotterranee e l'affondamento della terra in superficie.

Quello che invece e' nuovo e' che il 24 Luglio 2013 la Lousiana Flood Authority, creata dopo l'uragano Katrina e per evitare altri disastri, ha deciso di aprire una causa contro ben 97 ditte petrolifere che controllano la maggior parte della palude della zona.

E' una causa che ha gia' portato molte polemiche: la Lousiana e' a tutti gli effetti un petrolstato dove i soldi per tutto - dalle campagne elettorali fino alle Universita' - sono in qualche modo collegati all'industria del petrolio e ovviamente non e' bello che un ente governativo porti in causa 97 ditte del petrolio, fra cui i giganti della Shell, Chevron e della Exxon Mobil.

Tutti gli esperti indipendenti concordano che l'industria del petrolio e' stata quantomeno corresponsabile della subsidenza indotta in Louisiana, ma il governatore Bobby Jindial dice che la causa e' anticostituzionale e che sara' di intralcio ai piani di recupero della costa.

Ma se l'hanno fatta sprofondare propio i petrolieri la costa! 

Notare che il repubblicano Bobby Jindial ha preso almeno $1 milione di dollari in soldi di campagna elettorale dai petrolieri.

Il compito della Southeast Lousiana Flood protection Authority e' di proteggere la costa. Devono monitorarla ed provvedere al funzionamento di tutti gli arigini costruiti in anni recenti per evitare una seconda Katrina.  Il sistema degli argini e' costato 14.5 miliardi di dollari, ma i soldi sono limitati. D'altro canto si stima che non si interviene i danni da alluvione potrebbero arrivare fino a 23 miliardi di dollari l'anno.

Ecco allora l'idea della causa.

"This lawsuit is about making sure that New Orleans has a fighting chance to survive. As we go forward and we look at the requirements of protecting people's lives and property, it's simply not possible to do that with the kind of financial resources that we can call upon. So it makes sense that someone -- an industry that is a significant contributor to the problem -- pay to fix the problem that they created."

Questa causa e' per permettere a New Orleans di avere una chance di sopravivvere. Mentre che andiamo avanti e che cerchiamo di capire i requisiti per la protezione della vita e della proprieta' delle persone, ci rendiamo conto che non e' possibile farlo con le risorse finanziarie a nostra disposizione. E allora e' sensato che qualcuno - una industria che da un contributo significante al problema - paghi per sistemare il problema che loro stessi hanno creato.

Facile, lineare, logico, pragmaticamente americano.

In questi mesi, le cause contro i petrolieri qui negli USA crescono, altri esempi sono elencati qui, per fracking, per emissione di benzene, per sismicita' indotta.

Questa e' la prima volta che che una causa simile viene preparata su grande scala, da parte di un ente indipendente e contro cosi tanti petrolieri.

Qui sul New York Times













Monday, September 16, 2013

Colorado: fracking e allagamenti




Fracking and operating oil and gas facilities in floodplains is extremely risky. 
Flood waters can topple facilities and spread oil, gas, 
and cancer-causing fracking chemicals across vast
 landscapes making contamination and clean-up 
efforts exponentially worse and more complicated.



In Colorado in questi giorni c'e' una delle alluvioni piu gravi degli ultimi anni. 500 persone sono presunte morte. Obama ha dichiarato lo stato di emergenza e Giove Pluvio pare non voler collaborare, visto che continua a piovere.

Ci sono tanti risvolti di questa faccenda.  Uno di questi riguarda i pozzi da fracking del gas e quelli da petrolio nella zona. Siamo infatti a Weld County, dove ci sono circa 20,000 pozzi di petrolio e di gas trivellati in zone ora alluvionate.

Che succede a questi pozzi, e a tutto l'equipaggiamento di fluidi, cisterne, camion, pompe in caso di alluvione e dei violenti impeti di acqua che si portano appresso?

Chi sorveglia il tutto?

Dove finisce tutta la monnezza tossica che si disperde nell'acqua dell'alluvione?















 Pozzi da fracking allagati, Weld County, Colorado
Qui il video


 Cisterna di fluidi petroliferi che perde
notare la scia colorata

Cisterna incrinatasi nel fiume con tutto il suo materiale tossico

Beh ecco qui cosa succede: un oleodotto si e' rotto, riversando petrolio e i petrolieri fanno l'impossibile per chiudere i pozzi prima che sia troppo tardi e che tutto diventi una minestra ancora piu tossica. Ma non puoi combattere contro Giove Pluvio, e cosi, si puo' solo stare a guardare.

Dalle foto scattate da residenti di Weld County, si notano cisterne di raccoglimento dei fluidi del fracking incrinatasi nel fiume, altre cisterne che cadono, centinaia di pozzi sotto l'acqua, petrolio che affiora nelle acque dell'alluvione.

A Weld County si erano registrate 158 perdite nel solo 2013 senza dell'alluvione, quindi, e' logico pensare che questi pozzi tanto resistenti non siano e che la pioggia ha solo reso la situazione peggiore.




Tutta salute, eh!