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Friday, November 30, 2012

Piccole grandi novita'

Oggi 30 novembre 2012 parte su "Il fatto Quotidiano" un nuovo blog con i temi di petrolio, fracking e trivelle in mare, di cui parliamo su questo sito da tanto tempo.

Lo curo io, a titolo gratuito ed il link e' qui.

Questo e' il primo post.

Si rivolge ad un pubblico generale, per cui un po di cose che scrivero' li saranno gia' note a chi segue questo blog da un po.

Intanto, succede che mi arrivano piu' email e messaggi di quanti io non possa processare.
Sono sola, non ho segretarie, e questo e' puro volontariato per me.

Prevedo che con il blog de il Fatto ci saranno ancora piu' contatti.

Spero che nessuno se la prenda se non rispondo piu' a tutti, come ho sempre cercato di fare finora.  E' che veramente non ho tempo. Molte delle cose che la gente mi chiede sono gia' scritte nel mio blog, per cui basta cercare nella finestrella in alto a sinistra ed escono un sacco di cose.

Visto che ci siamo:

1. I messaggi su facebook non li leggo. Se qualcuno deve scrivermi cose importanti, puo' cercare il mio email sul mio sito del lavoro e contattarmi cosi. Se ho qualcosa da dire, rispondero'.

2. Io mi occupo di petrolio. Non parlo, non predico su inceneritori, sul nucleare, o sulla TAV, se non sporadicamente sul mio blog quando vedo delle cose interessanti. Ho le mie opinioni su tutto, e non e' difficile pensare cosa penso, ma non voglio essere il tuttofare di niente, per cui spero che anche qui si possa essere rispettosi e non bombardarmi con cose fuori dal seminato. Sul petrolio sono piu di cinque anni che indago, leggo, parlo con le gente, colleziono numeri e fatti. Sulle altre cose, la mia e' solo una opinione e non voglio essere tirata in ballo in cose per cui non ho dati a portata di mano.

3. Se tutto questo lo posso fare io, lo possono fare tutti. Basta solo la buona volonta' sul lungo termine, la pazienza, la perseveranza, la voglia di fare le cose e di non accettare mai la parola "non si puo' fare". Ci vuole impegno a lungo termine e non il fuoco del momento.

Il mio blog continuera' ad operare normalmente, qualche volta prendero' le cose dal blog de Il Fatto e le ripostero' qui, ma essenzialmente non cambia niente, se non che il mio tempo e' minore.

Infine, tutto questo viene con un enorme costo personale per me di cui non parlo quasi mai per pudore. Spero che siate rispettosi, che sia utile e che ne valga la pena.


Thursday, November 29, 2012

Cantabria, Spagna: divieto fracking




Ai governatori di Sardegna, Toscana e pure di Abruzzo, Emilia Romagna e Puglia: magari prendere esempio?

Il governo autonomo della Cantabria, nel nord della Spagna, ha approvato una legge preliminare che vieta l'uso della fratturazione idraulica, il fracking, in regione.

Nell'area ci sono 5 permessi trivellanti da fracking in itinere, e si vuole fermare il tutto prima che sia troppo tardi. Se ne sono accorti, si sono dati da fare e hanno fatto le cose giuste.

Il presidente della Cantabria, Ignacio Diego Palacios ha detto che il governo vuole approvare definitivamente il testo della legge, ma che lasceranno uno spazio di qualche settimana per ascoltare commentari e proposte dei cittadini. Dopodiche ci sara' l'approvazione dell'assessorato all'ambiente e poi la legge regionale.

Ecco qui il sito con la legge - facile facile.

Articulo 1. Queda prohibido en todo el territorio de la Comunidad Autónoma de Cantabria el uso de la fractura hidráulica o fracking como técnica que por medio de la inyección de aditivos químicos es susceptible de ser utilizada para la investigación y extracción de gas de esquisto o no convencional.

Artículo 2. Las Autoridades y funcionarios públicos de la Administración de la Comunidad Autónoma de Cantabria velarán por el respeto y cumplimiento de lo dispuesto en la presente ley y adoptarán, dentro de sus respectivas competencias, las medidas oportunas para la paralización de las actividades que se realizaran contraviniendo lo dispuesto en la presente ley, así como para la reposición de la situación alterada a su estado originario.
Artículo 3. El empleo de la técnica referida en el artículo 1, al implicar un uso del suelo prohibido en el territorio de la Comunidad Autónoma de Cantabria de acuerdo con lo establecido en el artículo 1 de esta Ley, tendrá la consideración de infracción urbanística con arreglo a lo previsto en la Ley 2/2001, de 25 de Junio, de Ordenación Territorial y Régimen Urbanístico del Suelo de Cantabria.

...proprio come in Italia!

Cari Enrico Rossi (Toscana), Nichi Vendola (Puglia), Gianni Chiodi (Abruzzo), Ugo Cappellacci (Sardegna) e Vasco Errani (Emilia Romagna): basta solo prendere il traduttore google, ricopiare e voila', passerete alla storia d'Italia come la prima regione a vietare il fracking in Italia.

Voglio vedere chi vince questa sfida.

E che ci sia o no gia' fracking nelle vostre regioni poco importa - e' sempre meglio fermare queste cose PRIMA e non piangere dopo a frittata fatta.







Trivelle in Albania: terremoti e royalties al 70%


L'altro giorno Elisabetta Sala mi ha mandato una serie di link sulle trivellazioni in Albania, e il loro modo, come dire diretto e senza fronzoli, di affrontare la questione.

Accade tutto a 100 chilometri da Tirana, a Zharrez una piccola citta' dove una ditta petrolifera di Calgary, la Bankers Petroleum trivella da anni il campo Patos Marinza e dove da circa tre anni ci sono sciami sismici, culminati nel Giugno del 2012 con scoppi sotterranei e scosse di terremoto.

Nella mappa in alto, Zharrez sorge attorno a Fier.

Le scosse sono state cosi forti da causare crepe alle case, e cosi la gente arrabbiata, ma arrabbiata per davvero,  ha assaltato i camion ed i depositi della Bankers Petroluem, riversando circa mille tonnellate di petrolio a terra.

Come riporta Reuters, ci sono stati dispordini ed arresti, la gente ha posto barricate sulla strada.
Non gli e' stato permesso di filmare le proteste e la polizia ha sequestrato tutto il materiale digitale.

La ditta dichiara solennemente

We declare that none of our hydrocarbon operations causes explosions or earth tremors.

Sara', ma intanto l'istituto di Geoscienza dell'Albania ha stabilito che c'e' stato un terremoto di grado 3.4 Richter proprio in prossimita' dell'area trivellata. 

Coincidenza? 

Questi sono i link della stampa albanese

E poi qui

E poi qui

Google Translate funziona bene. 

La gente si lamenta che - come sempre! - ai petrolieri interessa piu' tirare fuori il petrolio che delle loro vite. 

Intanto, la Bankers Petroleum, da Calgary, dice che vogliono arrivare a gestire fra i 120 e i 130 pozzi all'anno, trivellandoli ex novo, oppure ripristinando quelli che hanno rilevato dall'agenzia di stato Albpetrol.  

In Albania infatti ci sono molti pozzi di petrolio amaro e pesante - lo schifo dello schifo - gia' trivellati sia dai cinesi che dall'USSR ai tempi della guerra fredda,  pozzi trivellati alla meno peggio e dove l'usura e i logorii hanno lasciato il segno. 

E infatti questi della Bankers Petroleum hanno problemi di fanghi, di infiltrazioni di acqua nei pozzi e di sabbia mista agli idrocarburi che gli bloccano le operazioni di perforazione e di estrazione. 




Spesso usano la tecnica dell'enhanced oil recovery, cioe' trivellano in orizzontale ed iniettano massiccie quantita' di liquidi e vapori chimici per diluire questo petrolio viscoso e di difficle scorrimento,  per tirarlo su piu facilmente. Ovviamente generando enormi volumi di acqua tossica, salina e qualceh volta radioattiva.

Chissa cosa combinano li sotto.


Il capo della Bankers Petroleum si chiama Abby Badwi e dice che il campo di Patos Marinza e' il piu' grande d'Europa. Ci sono circa 7.7 miliardi di barili di petrolio, piu' o meno come la Basilicata,  e Badwi dice che hanno potuto comprare questo campo "al risparmio" perche' l'Albania e' a corto di soldi. 

A corto di soldi si, ma non fessi. 

In Albania le royalties sono del 70% sui pozzi gia' trivellati dal governo e dai russi - quelli con tutti i problemi strutturali - e sono il 10% sui pozzi nuovi pre-tasse piu' una tassa speciale del 50% sui profitti.

Buona parte del petrolio albanese finira' nelle raffinerie d'Italia.






Wednesday, November 28, 2012

Il governo USA alla BP: niente nuovi contratti governativi


“Gross negligence” 

“Willful misconduct” 

“A culture of corporate recklessness.”

“The behavior, words and actions of these BP executives would not be tolerated in a middling size company manufacturing dry goods for sale in a suburban mall. Yet they were condoned in a corporation engaged in an activity that no less a witness than BP CEO Tony Hayward himself described as comparable to exploring outer space.”

US Attorney General Eric Holder
Dipartimento della Giustizia



A causa della sua "mancanza di integrita' negli affari" alla BP sara' vietato di avere nuovi contratti governativi con gli USA.

La decisione e' stata presa oggi, 28 novembre 2012, dopo che il 15 Novembre la BP aveva dichiarato la propria colpevolezza in accuse criminali fra cui la morte colposa di 11 persone, menzogne al Congresso USA e violazioni ambientali, tutte ovviamente collegate allo scoppio nel golfo del Messico e alla catastrofe ambientale che ne e' seguita.

L'ente che ha preso questa decisione si chiama EPA - l'Enviromental Protection Agency - ed e' una sorta di Ministero dell'Ambiente USA. La BP non potra' piu' avere contratti finche' non dimostra di avere cambiato il suo modus operandi. I contratti firmati in passato invece restano validi.

Finora: la BP ha pagato o paghera':

1. 4 miliardi di dollari in multe criminali - la piu' grande multa criminale nella storia federale

2. 525 milioni di dollari per frode con la SEC - la Security and Exchange Commission - una specie di Consob USA.

3.  20 miliardi di dollari per il ripristino ambientale nel golfo

Ci sara' un nuovo processo di natura piu' ambientale a Febbraio 2013 per l'inquinamento del mare causato dallo scoppio.

Tuesday, November 27, 2012

Mauro Febbo e gli ignoranti politici d'Abruzzo

"Con questa maggioranza il parco non si fara' mai"

Mauro Febbo

Si faranno invece piattaforme, raffinerie e pozzi 
nonostante le balle di Chiodi?  

Non votiamoli mai piu'. 
Questa gente non se lo merita.
 
Dedicato a:

Gianni Chiodi
Nicola Argiro
Alfredo Castiglione
Ricardo Chiavaroli
Luigi De Fanis
Walter Di Bastiano
Mauro Di Dalmazio
Emiliano Di Matteo
Mauro Febbo
Paolo Gatti
Gianfranco Giuliante
Emilio Iampieri
Antonio Menna
Giandonato Morra
Emilio Nasuti
Nazario Pagano
Alessandra Petri
Berardo Rabuffo
Luca Ricciuti
Lorenzo Sospiri
Daniela Stati
Giuseppe Tagliente
Luciano Terra
Lanfranco Venturoni
Nicoletta Veri' 


 Avete detto no al Parco Nazionale della Costa Teatina

VERGOGNATEVI.

Non siete nemmeno capaci di partorire un progetto che i cittadini aspettano da 11 anni.

11 anni persi, insieme a milioni di euro di finanziamenti.

Mentre le fabbriche chiudono, voi chiudete la possibilità di puntare su una economia sana che non può essere delocalizzata, quella che i più grandi economisti chiamano la risorsa del futuro.

Albergatori, bed and breakfast, agricoltori, commercianti, giovani laureati, imprenditori del futuro, privati da un manipolo di "pseudo-amministratori" asserviti a lobby di vario ordine e grado, di una importante risorsa: il Parco Nazionale della Costa Teatina.

Il Parco che l'assessore Febbo cerca di spacciare come il peggiore spettro possibile, propagandando falsita' e bugie.
 
Sapete cosa sta partorendo il ministro Passera?

Ne avete la più pallida idea?

VERGOGNATEVI.

Vi riempite la bocca di aver fermato i petrolieri, senza avere fatto NULLA.
Siete stati capaci solo di vantarvi del lavoro onesto di comitati associazioni e cittadini, che a GRATIS ci hanno perso mesi e mesi, giorni e notti, producendo osservazioni, organizzando manifestazioni, conferenze, informando il cittadino comune.

VERGOGNATEVI.

Ci state dando in pasto ai petrolieri.

La costa teatina è la parte di territorio in Abruzzo più interessata da progetti petroliferi.

Cambiate mestiere, fate altro perche' siete degli incapaci.

Lasciate governare chi ha capacità di benevolenza, lungimiranza, intelligenza, umanità, senso democratico.  

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Qualcuno dovra' pur dirgli che in una democrazia uno che e' stato eletto non e' un despota ma un servitore dei suoi concittadini.

Parliamo di Mauro Febbo, uno dei tanti politici d'Abruzzo che non merita di governare questa regione per il semplice fatto che, da come la vedo io almeno, tutte le sue azioni non sono tese a migliorarla, quanto invece ad accontentare palazzinari e speculatori.

Febbo era quello che voleva il "parco a macchia di leopardo" e cioe' speculazione edilizia punzecchiata di qua e di la da qualche piccola riserva. Era anche quello che diceva che dentro il parco si devono abbattere i frantoi. Sono tutte cose folli e false.

La cosa interessante e' che anche il Ministero gli ha detto che il parco a macchia di leopardo fa ridere.

Ecco allora l'ultima in questa saga pluri-annuale sul Parco della Costa Teatina come raccontato da Maurzio Acerbo.

Il giorno 26 Novembre, i consiglieri regionali Walter Caporale e lo stesso Acerbo presentano una risoluzione in cui semplicemente si chiedeva di informare gli enti locali del fatto che entro il 31 dicembre 2012 la regione deve esprimersi sulla proposta perimetrazione del Parco Nazionale della Costa Teatina.

Tutto il centro destra ha votato compatto contro questa risoluzione, inclusi quelli della provincia di Chieti, e tutto felice Mauro Febbo ha gridato: "Con questa maggioranza il parco non si fara' mai!"

Si faranno invece cementficazione e lottizzazione, come degli ebeti.

Soprattutto Febbo e compari hanno ancora una volta perso l'occasione di fare un gesto a favore dell'Abruzzo libero dalle trivelle: un parco e' sempre un cuscinetto in piu' a favore delle popolazioni, e un ostacolo maggiore ai petrolieri.

Oltre Febbo, hanno votato contro il parco l'allegra lista in alto.

Alcuni di quei personaggi li ho conosciuti di persona e non potevo capacitarmi della loro
ignoranza, altezzosita', arroganza e del loro sprezzo verso il cittadino medio di questa regione.

Sono veramente squallidi.

L'Abruzzo e' regione verde anche grazie alle 7 riserve regionali, e ai 6 SIC-Siti di Importanza Comunitaria che sono disseminati lungo la costa teatina.

E se solo lo sapessero fare ed avessero un po' di sale in zucca, potremmo veramente trasformare tutta questa bellezza in occasione di benessere economico per tutti. Ma devono farci le palazzine.

La Catalogna d'Italia di Enrico di Giuseppantonio non esistera' mai, perche' era solo uno slogan elettorale.

Ecco qui l'interessante commentario dell'assessore all'ambiente del comune di Fossacesia, Andrea Natale.



L'Ilva di Taranto - pensieri

Non e' la Cina, e' Taranto.




Scene di miseria umana in questi mesi all'Ilva di Taranto.

Dopo tanti tira e molla si dice che la fabbrica chiudera'. Chissa'. La gente muore, gli operai protestano, ci si chiede se sia meglio morire di fame o di cancro. La politica parla ma non dice niente, la chiesa tace. Il signor Riva conta i suoi quattrini sprezzante del dolore e della devastazione che ha portato.

Ma dove erano tutti venti, trenta, quaranta anni fa? I veleni di allora erano uguali a quelli di oggi, perche' nessuno si e' mai posto domande?

Sono anni che si leggono di pecore alla diossina, di diossina nel latte materno, di cielo che non e' cielo.

Sono anni di silenzio. Se non c'era la magistratura, si sarebbe andati avanti cosi, sine die? A pane, veleni e morti?

Non si doveva arrivare a questo.

Bastavano poche cose: il coraggio di imporre ai signori Riva e a chi gestiva l'Ilva prima di loro di applicare delle migliorie anche graduali ma costanti e vere nel tempo, in modo da ridurre i veleni
sputati in aria.

Bastavano controlli periodici, multe punitive, denunce, richieste nel corso del tempo, alla prima pecora abbattuta per diossina, al primo giorno di sfondamento dei limiti legali, e non quando il vaso e' pieno di disperazione.

Soprattutto sarebbe bastato periodicamente chiedersi: dove va questa nazione?

E' l'industria pesante - all'Italiana, sregolata e senza controlli - il nostro futuro?

L'Ilva produce acciaio.

Landini della FIOM dice che serve per i telefonini. In verita', la maggior parte della richiesta di acciaio e' per i paesi in via di sviluppo - India e Cina - che se lo producono da se. E' ovvio che non potremmo mai competere con loro, specie se volessimo fare le cose in rispetto per l'ambiente.

Qui negli USA, uno strabiliante 92%, si quasi la totalita', dell'acciaio che si usa e' reciclato e non prodotto.

Credo che un analista qualunque avrebbe capito che forse sarebbe stato meglio venti anni fa iniziare a pensare ad un futuro post-Ilva.

Perche' succedera' , o e' successo gia', che questi relitti industriali di un tempo che non torna piu' o scoppiano perche' inquinano, oppure diventano antieconomici.

E la storia dell'Ilva non e' poi cosi' diversa da quella della Alcoa in Sardegna, di Bussi in Abruzzo, di Bagnoli a Napoli, e di un modo di concepire il lavoro che non e' piu' quello degli anni '60. 

Il mondo globale, che ci piaccia o no, non e' quello dei nostri padri e non si puo' pensare di arroccarsi a qualcosa che prima o poi tramontera', e piu' prima che poi.

Occorre invece avere coraggio, e programare - una parola cosi sconosciuta in Italia - guardando alla realta' vera, e magari immaginando quella di domani, e non ostinarsi ad andare avanti, ma guardando indietro.

E adesso cosa fare?

Io direi: invece che dare sussidi all'Ilva, decidiamo di chiuderla per davvero questa fabbrica, bonifichiamo l'area, multiamo Mr. Riva alla grande, riqualifichiamo gli operai, spieghiamogli che la loro vita non finisce perche' finisce l'Ilva.

Soprattutto prendiamo esempio dall'Ilva per evitare che fra 50 anni ci siano storie simili.

Tutti questi campi di petrolio a mare, in terra che Passera sta progettando, altro non sono che delle piccole Taranto, delle piccole Gela di domani.  Dove arrivano l'Ilva o l'ENI o la Northern Petroleum ad ingoiarsi un intero territorio uccidendo qualsiasi altra prospettiva economica e sociale.

L'ha detto bene Briatore (!) : ci sono miliardi fra cinesi e indiani che vogliono non il nostro acciaio, ma che vogliono vedere le nostre citta'.

E curare la bellezza e la qualita' della vita, va di pari passo con la difesa del territorio che deve essere protetto e reso accogliente per i turisti, per noi che ci viviamo.

A tutti i cinesi che vengono qui negli USA, quando gli chiedo, cos'e' che dell'occidente invidi di piu' ti dicono non le nostre universita', la nostra economia, o la nostra democrazia. Ti dicono che piu' di tutto invidiano la nostra aria pulita, qualcosa che non si puo' compare cosi facilmente a Pechino.

E allora, diamogli questo.

Rendiamo questo paese un enorme museo vissuto. E non un colabrodo di trivelle, di ruderi industriali, di aria malsana. Tutte le citta', ma proprio tutte, in Italia, hanno i loro tesori, inclusa Taranto. Inziamo da qui.

E facciamolo con intelligenza, senza interpellare l'amico dell'amico sul come fare le campagne pubblicitarie, i siti web che non funzionano, ma chiamando i migliori che esistano sul pianeta. Con praticita', creativita', senza interessi di lucro personale, e con degli obiettivi veri, su 5, 10, 20 anni.

Usciamo da questo vecchiume una volta per tutte, da questa paralisi.

E' il 2012 e non e' piu' il tempo di morire di inquinamento.

Saturday, November 24, 2012

"Dovete sacrificare" - una storia di fracking



We, the large land owners, mostly farmers, were given a chance to dream, not knowing the true value of what lies so far beneath our land; not aware of the type of operations that would be conducted on our land. We believed in the false promises made by that kind man, we now know as a “landman.” Yes, there have been a few that have prospered from the gas activity in our area. 
Some people are living in denial, and for others it has become a nightmare.

Carol French, Pennsylvania 

Nella "Strategia Energetica Nazionale" di Passera e compari non si parla di fracking, e anzi, nel nostro governo non si muove foglia su questo tema, sebbene ci siano proposte di fare fracking in Toscana ed in Sardegna e anzi, sebbene prove preliminari siano state gia' fatte nel nostro paese.

Allora ecco qui una storia di fracking e di pentimenti da fracking.

Si svolge a Bradford County, Pennsylvania e ha per protagonisti famiglie e persone normali.

Nel 2006 arriva un signore vestito di tutto punto a promuovere l'opportuntia' della vita: soldi facili in cambio di buchi nei terreni agricoli e piu' in profondita' shale gas - il gas da scisti. Circa $5,000 ad ettaro, non per comprare la terra, ma per affittarla. Considerato che i lotti sono tutti molti grandi qui negli USA si sarebbe trattato di cifre sostanziose.

Tutti felici allora di questa bonanza,  tutti che pensano di diventare "shale-ionari", milionari da shale gas. Per loro stessa ammissione, non sapevano cosa stavano facendo. Erano agricoltori, allevatori, non avvocati, non esperti da trivelle. I soldi sarebbero stati utili.

Si organizzano incontri, convegni - sponsorizzati dall'industria del petrolio - in cui un professore di Penn State dicendo a chi lo ascoltava "Dovete sacrificare" per il bene della nazione, per svezzare l'America dal petrolio del Medio Oriente, per il progresso.

Ma sacrificare che cosa?

Non era ancora chiaro.

Nel 2009 i problemi. Acqua contaminata. Terra che da agricola diventa discarica industriale. Petrolieri che scavano vasche di contenimento per materiale tossico. Esalazioni, puzze, malattie.
Come da copione.

La signora Carol French non aveva dato il permesso di trivellare sul suo terreno, ma la diedero i suoi vicini. Nel 2011 trivellano un pozzo da fracking a circa un chilometro dal confine con la sua proprieta'.

L'acqua della signora French diventa imbevibile il giorno 15 Marzo 2011. Ora e' verde, schiumosa, e gelatinosa.

La figlia della signora French ha problemi al fegato, milza e alle ovaie. Si e' trasferita altrove. Anche la sua vicina di casa ha avuto gli stessi problemi.

Non bevono il latte delle loro stesse mucche.

La ditta del fracking si rifiuta di fare test sull'acqua e sul latte e cosi la signora French deve comprarsi l'acqua e il latte da se, sebbene abbia pozzi artesiane e mucche di proprieta'.

I campi contaminati dal fracking sono in vendita ed hanno perso l'80% del loro valore. La gente ha eczemi sulla pelle e cosi pure le mucche.  Le famiglie che hanno avuto dei sistemi di filtraggio dalla ditta perforante si lamentano perche' il sistema non purifica tutto quello che deve essere purificato. L'elettricita' e' a loro carico.

La signora French dice "ora ho capito cosa dovevamo sacrificare".

Dal suo piccolo mondo, si chiede anche tutte le domande giuste: a chi servira' questo gas? Verra venduto al migliore offerente, all'estero? E questo sacrificio e' per lei o per le tasche dei petrolieri? E l'agricoltura che fine fara'?

La Francia, la Bulgaria, il Lussemburgo, gli stati del Quebec in Canada, del Vermont negli USA, del Victoria in Australia hanno bannato il fracking prima che fosse troppo tardi.

In Italia non fiata mosca.

Thursday, November 22, 2012

Louisiana: il grande buco sputa petrolio e idrogeno solforato

















Dei vari "freak accidents" del petrolio, abbiamo gia' parlato: qui c'e' la porta dell'inferno in Turkmenistan, e qui il lago Peigneur, risucchiato nel sottosuolo.

Ecco un altro della lista che va formandosi in queste settimane, dal 3 di Agosto 2012 per la precisione.

Accade a Bayou Corne, una localita' rurale della Louisiana a 70 miglia ad ovest di New Orleans. L'area si chiama Assumption Parish.

Ci abitano 150 famiglie, si e no 500 persone.

Dopo mesi di gas metano ribollente nell'acqua delle case e dei pozzi artesiani, terremotini del terreno e puzze insopportabili, esalazioni di materiale radioattivo, il terreno attorno alla cosiddetta Napolenoville Salt Dome ha iniziato a cedere. 

C'e' un buco che ingoia tutto e che diventa sempre piu' grande. Ad oggi 22 Novembre si parla di 30 metri di profondita', e di un area di 6 chilometri quadrati.

Dal buco ribollono metano e petrolio, come la pentola di Gargamella.

Per dirne una, le concentrazioni di materiale radioattivo nell'area sono in queste settimane 15 volte superiori alla norma.

E' subsidenza all'acceleratore. E ne stanno sorgendo altri di questi buchi, in localita' vicine. 

Addirittura in Agosto una barca ed una strada sono state ingoiate dal buco. Tutte le famiglie dell'area sono state evacuate perche' c'e' il rischio che tutto venga riscucchiato e che si crei un grande lago tossico. Alcune case sono considerate non piu' agibili.

Aumentano ovviamente anche le scosse sismiche, con tutti questi bei movimenti del terreno.

E perche' succede questo?

Perche' sotto a Bayou Corne c'e' una caverna sotterranea da cui la Texas Brine Company ha tirato fuori sale e zolfo per anni. Ce ne sono circa 50 fra caverne e pozzi nel giro di 4 chilometri quadrati, nelle quali, tolto il sale, ben sette ditte petrolifere stoccano materiale chimico, radioattivo e gas metano e petrolio.

Se si guarda al resto della Louisiana, ci sono in totale 120 caverne simili, svuotate di sale e brina e quasi tutte riempite da materiale di stoccaggio, fra cui anche di riserve nazionali di petrolio.

E alla fine qualcosa deve pur cedere.

E infatti si pensa che una di queste caverne, chiamata "Oxy Geismar No. 3 Well cavern" ed operata dalla Occidental Chemical Corporation sia collassata e che abbia innescato una serie di eventi a catena.

Vicino alle caverne, c'e' una riserva sotterranea di petrolio e di metano. Il cedimento del terreno ha fatto si che questi idrocarburi trovassero una strada verso la superficie, ed e' per questo che il buco ribolle allegramente.

Non sanno come fermare questo flusso di petrolio.  Si calcola che ci sono circa 14 miliardi di metri cubi di petrolio e 6 miliardi di metri cubi di metano che potrebbero continuare a sgorgare per settimane e settimane, formando un lago a Bayou Corne.

Se questo dovesse succedere sarebbe un lago tossico, perche' e' solo monnezza, e non c'e' acqua che arriva o che esce a diluirla.

Ad un certo punto hanno iniziato a costruire dei piccoli impianti accanto al buco per l'incerimento controllato di metano. Ce ne sono sei di impianti che fanno gas flaring da un paio di mesi.

Ma qualche giorno fa, da questi inceneritori e'  iniziato a venire fuori anche idrogeno solforato, disciolto nel gas metano.

Nello stesso giorno c'e' stata piu' attivita' sismica del normale.

Non si sa cosa fare.

Per intanto, la ditta responsabile di questo stoccaggio ha pagato 3 milioni di dollari per interventi di emergenza - mica ha pagato lo stato! - ma nessuno sa veramente cosa fare.

La natura non si puo' insultare ed aspettarsi di non pagare mai il conto.

Evviva allora la Louisiana - un petrolstato, dove nonostante la subsidenza in mare, la Cancer Alley, gli stoccaggi scellerati, lo scoppio nel golfo del Messico il governatore Bobby Jindal ha appena approvato altre trivelle nell'area. 



Tuesday, November 20, 2012

Marinella Sclocco, PD Abruzzo: si cavi dalla testa di essere rieletta


Ecco i nostri eroi:

Marinella Sclocco -- marinella.sclocco@crabruzzo.it
Berardo Rabuffo -- berardo.rabbuffo@crabruzzo.it


Come sempre, odio essere presa in giro.

Non mi paga nessuno, e per star qui appresso ai petrolieri occorre che io rinunci a mille altre cose.

E tutto accetto, ma non i politici che fanno finta di essere pro-ambiente e che poi invece nelle loro stanze segrete tramano su come distruggere questa nazione.

Non lo sopporto.

Mi sento presa in giro da un punto di vista personale. E nessuno deve e puo' pensare di potermi usare per conti politici o per farsi belli.

Ho incontrato Marinella Sclocco a Gennaio, a Pescara - in occasione del premio "Arcolaio d'Argento".

Dopo la cerimonia, abbiamo parlato e mi disse di essere "tanto sensibile" al problema petrolio, che voleva far qualcosa, che dovevamo organizzare una conferenza al piu' presto eccetera eccetera.

Ovviamente non l'avevo mai sentita nominare prima, segno che cosi sensibile non era mica senno no aspettava 5 anni per parlarmi, e senno' avrebbe fatto qualcosa di concreto sul problema trivelle.

Chiesi sia a lei che alla sua collega Alessandra Petri -  anche lei tanto materna - di dire a Chiodi che sarebbe stato opportuno rivisitare la legge 148 del 2010 per aggiungere due parole: In Abruzzo sono vietate le estrazioni di idrocarburi liquidi E GASSOSI.

Tutte carine, premurose, sorridenti.
Ma erano tutte promesse di marinaio.

Ovviamente della conferenza della Sclocco non se n'e' piu' fatto niente.
E la legge e rimasta tal quale.

Parola di politici, eh!
 
E poi, cosa succede? Che la Sclocco, cosi preoccupata per il petrolio decide di votare a favore di uno scellerata "Operazione Cave Selvagge" per continuare a distruggere le montagne d'Abruzzo.

Infatti, prima di questa approvazione c'era una moratoria che imponeva lo stop a nuove autorizzazioni per le cave finche' non fosse stato completato un piano per le attivita' estrattive.

La Regione doveva approvare questo piano cave dal 1983, si da trenta anni!

E cosi' invece di fare il piano cave, fanno le cave selvaggie.

Come dice Maurizio Acerbo:

La maggioranza e settori dell'opposizione dimostrano di essere asserviti a lobbies e incapaci di portare avanti un progetto di futuro per la nostra regione. Tutta Europa coniuga ambiente ed economia. In Abruzzo regna ancora la vecchia logica da far west. Dopo 30 anni in cui in Abruzzo si cava senza piano questi signori festeggiano l'abolizione della moratoria!

Il piano e' stato approvato il 13 novembre. L'ha votata compatta tutta la maggioranza di centrodestra, ma anche lei la Sclocco, del PD, quella che era tanto sensibile al petrolio.

In Abruzzo ci sono gia' ben 500 cave, senza regole e senza controlli.

Molte di queste cave diventano poi discariche abusive a aumentare il numero di siti contaminati in questa regione, che sono ben 2274 in totale.

Al consiglio regionale erano tutti cosi preoccupati delle cave, e nessuno che magari pensava di fare qualcosa sui siti contamianti, a partire da quella bomba ambientale che si chiama Solvay a Bussi e che non e' affare di nessuno, ne della Sclocco, ne degli altri.

Ma perche' me la prendo con la Sclocco, e non gli altri? 

Perche' lei, piu' degli altri, mi si e' proposta come difenditrice dell'ambiente.

Perche' e' lei che ha, nella mia interpretazione dei fatti, abusato della mia buona fede. Come detto a me non mi paga nessuno, a lei si.

Cosa, cara Marinella, le cave non vanno di moda e si possono fare ed il petrolio, che invece e' diventato - grazie alla sottoscritta, non certo grazie a lei o agli altri politici! - il lupus in fabula, no?

Ma se uno ci crede all'ambiente, deve salvare il territorio SEMPRE non solo perche' una cosa va di moda e perche' sarebbe un suicidio politico non farlo.

Capisce cara Sclocco?

Siccome non c'e' nessuno che va in giro per le piazze a cercare di salvare le montagne dalla furia dei cavatori, questo non vuol dire che non vadano protette.

Anzi, se lei e i suoi colleghi avessero un pochettino a cuore questa regione, sareste voi ad andare in giro per le piazze a spiegare perche' cave, trivelle, inceneritori, nucleare, e in generale consumo scellerato di territorio non siano cose intelligenti per l'Abruzzo e perche' invece sarebbe opportuno procedere con il Parco della Costa Teatina, per la difesa del Borsacchio e delle mille altre bellezze ambietali della regione.

Sareste voi a fare quel che faccio io, invece che star li ad assecondare speculatori di ogni genere.

Assieme alla Sclocco, c'e' anche Berardo Rabuffo, il cui amore per l'ambiente si estende anche alla riserva naturale del Borsacchio che vuole "riperimetrare", cioe' leggi rimpicciolirlo - chissa' per regalarne parte a speculatori e palazzinari? 

Ecco cosa dice Rabuffo:

 ''Con il provvedimento approvato e' stato finalmente sbloccato il settore delle cave, comparto fondamentale per l'economia regionale soprattutto nella fase di grave crisi attuale''. 

''E' un risultato importante raggiunto attraverso la condivisione con i Consiglieri dimaggioranza ed e' frutto di una mediazione, resasi necessaria, per superare lo stallo e la paralisi che la precedente norma aveva determinato. Era una situazione paradossale, dove le responsabilita' della politica, incapace di approvare un piano per quasi trent'anni, venivano scaricate su tutte le imprese operanti nel settore estrattivo. E' grazie alla presenza determinate di Fli in aula, e al nostro voto favorevole, che il provvedimento e' stato approvato''.

Cave aperte in Abruzzo dunque!
 
Di tutti i politici che prendono le decisioni in Abruzzo di questi anni, i veri instancabili operatori per l'ambiente sono stati Maurzio Acerbo e Walter Caporale.

Agli altri no so se gliene importa poi piu di tanto,  la Sclocco, Nasuti, Febbo, la Petri, Rabuffo, non li ho mai veramente sentiti nominare per il progresso sul fronte ambiente - e che sia regolarizzare le cave, la caccia, il parco della costa teatina, non cambia molto..


Adesso ci saranno le elezioni.

Non votatelo l'establishment.

Questi sono per la maggior parte incapaci, miopi, ciechi, si e' visto da ogni decisone che abbiano mai preso, dal primo giorno fino ad adesso.

Il segreto per vincerle secondo me?

Essere sinceri e coerenti, in tutto.

La gente lo sa, se ne accorge, si sente, si vede.



Monday, November 19, 2012

Fracking vietato in Lussemburgo



E va bene, e' una nazione molto piccola, ma ugualmente, il principio resta: dopo Francia e Bulgaria in Europa anche il Lussemburgo vieta le operazioni di fracking.

L'annuncio e' stato dato il 14 Novembre, quando il governo del Lussemburgo ha vietato la pratica di estrazione da gas di scisti a causa di preoccupazioni ambientali.

Uno dei rappresentanti parlamentari, a dire il vero, Robert Goebbels, aveva detto che il Lussemburgo poteva anche trarre dei vantaggi dal fracking, specie per l'approviggionamento energetico nel sud del paese, ma la maggior parte dei suoi colleghi e' stata contraria alla proposta.

E cosi', il Ministro dell'Energia Etienne Schneider, ha lui stesso espresso le proprie preoccupazioni sull'ambiente, sommato al fatto che studi indipendenti avevano mostrato che le quantita' di gas in Lussemburgo - localita' Bettembourg e Petange - sono troppo poche, il gas e' troppo vicino alla superficie e pone rischi alle persone.

E voila', vietato.

Hanno aggiunto la clausola che se mai esisteranno metodi sicuri di estrarre shale gas, riapriranno il discorso, ma che al momento i rischi sono troppi e che fare fracking non e' nell'interesse nazionale, specie nell'interesse di portare il Lussemburgo a consumi sempre maggiori di energia verde e sostenibile.

Un discorso logico, intelligente, e basato su fatti e programmazione a lungo termine.

Proprio uguale all'Italia.

L'equivalente del Ministro dell'Energia in Italia sarebbe il Ministro delle Attivita' Produttive, Corrado Passera, che piu' pro trivelle non si puo', sebbene anche il nostro gas sorga in zone densamente abitate-artistiche-sismiche-agricole, come in Lussemburgo, e sebbene sia scarso in quantita' e qualita', come in Lussemburgo.

Ma in Italia sul fracking non fiata mosca, sebbene ci siano gia' proposte di farlo in Toscana ed in Sardegna.

Nel nostro paese gli studi INDIPENDENTI non esistono, il fracking neppure, le discussioni in aula neanche, se non per avvallare il si, sempre e comunque.

Evviva l'Italia - come il Lussemburgo, come la Francia, come la Bulgaria? Ma non sia mai!


Saturday, November 17, 2012

Il ruolo del geologo: Primo non prendere soldi dai petrolieri




"L’obiettivo primario è quello di focalizzare
l’attenzione sul ruolo che il geologo ha assunto
in relazione allo sfruttamento compatibile e
sostenibile
delle fonti fossili naturali."

 
Ai lucani: non credeteci.
Lo sviluppo sostenibile delle fonti fossili non esiste.
I geologi al soldo dell'ENI servono solo
a certificare il tuttapposto.
Vogliono solo arricchirsi sulla vostra salute.


Si svolgera' a Potenza e a Marsico Nuovo una conferenza di "tre giorni intensi" fatta dai petrolieri, per i petrolieri, a favore dei petrolieri e per dire che trivellare va bene.

E' il primo "congresso dei geologi di Basilicata" e si intitola "Ricerca, sviluppo ed utilizzo delle fonti fossili". 

Sara' una cosa cotta e mangiata fra di loro, per andare sulla stampa a dire "tuttapposto". Sara' una cosa di immagine, per far vedere, e per far sentire importanti gli scellerati politici e trivellanti di Lucania che loro sono "il progresso" e "lo sviluppo" e che "guardate qui c'abbiamo pure una conferenza per certificarlo".

Non ci sara' il Prof. Ortolani, non ci sara' il Prof. Stoppa, non ci sara' la Prof. Colella, geologi pure loro, ma non invitati perche' personaggi scomodi che nel corso degli anni hanno osato chiedere, mostrare dati di inquinamento, instabilita' e di dire alla gente che: no, guardate, non e' vero che e' tuttapposto.

Anzi, non e' tuttapposto niente.

Infatti, e' una conferenza sponsorizzata da Assomineraria, Confindustria, dalla regione Basilicata e da tutto il governo nazionale.






E certo, i soldi vanno a loro, mica a noialtri!

E cosi invitano solo i loro amici.

E' una conferenza fatta per "tecnici di tutti gli Ordini e Collegi, Operatori del settore Oil& Gas, Top Manager, Amministratori, Dirigenti e Funzionari della Pubblica Amministrazione, Studenti."

Notare gli studenti, cosi gli si puo' fare meglio il lavaggio del cervello.

Notare che e' per tutti meno che appunto i geologi che dicono la verita' - Colella, Ortolani, Stoppa.

Ci sono tutti ma non i residenti di contrada le Vigne, quelli che l'idrogeno solforato devono resipirarlo tutti i santi giorni.

Ci sono tutti ma non quelli che si sono ammalati di tumore, i contadini che non possono piu' coltivare i campi, gli allevatori le cui mucche non vogliono piu' mangiare l'erba inacidita.

Ci sono tutti ma non quelli che devono emigrare perche' non c'e' piu' lavoro, quelli che hanno visto sorgenti d'acqua chiudersi o laghi martoriati dalla monnezza dei petrolieri.

Ci sono tutti meno che le carpe morte dalla monnezza petrolifera, messa li nel Pertusillo a loro insaputa.

Dicono che

"L’obiettivo primario è quello di focalizzare l’attenzione sul ruolo che il geologo ha assunto in relazione allo sfruttamento compatibile e sostenibile delle fonti fossili naturali. La tematica verrà affrontata grazie all’intervento di relatori di altissimo livello tecnico ed istituzionale, con interessanti dibattiti ed una tavola rotonda sulla gestione ambientale e formazione professionale."

Interessanti dibattiti?

Ma se sono tutti d'accordo sul dire "si alle trivelle!"

.. Eh, la malafede.

Se uno volesse dare una risposta seria a quella domanda, non ci sarebbe mica bisogno di una conferenza.

Basterebbe il buon senso.

La risposta sul ruolo dei geologi e' semplicissima: il suo ruolo e' NON PRENDERE SOLDI DAI PETROLIERI E DI DIRE LA VERITA'.

Proteggere, difendere, denunciare, conservare per le generazioni future e magari ripristinare lo schifo fatto finora.

E invece sono qui che continuano con la storia delle "fonti fossili sostenibili"!!

Ma con che vino si sono ubriacati?

Notare che pero' lo sanno anche loro che stanno difendendo l'indifendibile, perche' anche se usano parole come "possibile", "sostenibile", "lezioni",  sono tutti zuccherini per mascherare altre parole come "impatti sull'ambiente", "scoppio", "inquinamento".

Scorrendo la lista, rabbrividisco, perche' ci sono nomi noti che si sa, solo li sono per propaganda e a cui, alla fine, importa solo il portafoglio.

Davide Tabarelli di Nomisma Energia per dire che il petrolio porta lavoro e benessere.
Ma.. se la Basilicata e' la regione piu' povera d'Italia!

Cristiano Re per parlare dell'indotto in Val D'Agri. Ma..  se il centro di incubazione che sorge attorno al centro oli e' tutto arruginito e con le ragnatele?  Questo era quello che voleva fare il turismo petrolifero in Val D'Agri!!!!

Sergio Morandi  per parlare del rischio geologico. Ma... se quello - ex dipendente ENI -  con la Mediterranean Oil and Gas voleva mollarci una nave-centro oli a 9 chilometri da riva lungo la costa dei trabocchi con tutti i suoi rischi di scoppi! L'abbiamo cacciato dall'Abruzzo, non gli sono ancora bastate le umiliazioni?

Paolo Macini per parlare dello scoppio BP. Dal suo CV: "Dal 1992 ad oggi è membro del Consiglio Direttivo Nazionale della Sezione Italiana della Society of Petroleum Engineers". Sara' un difensore d'ufficio per dire non che lo scoppio BP e' stato il piu' grande disastro della storia ambientale USA ma per dire che "abbiamo imparato le lezioni" ed ora trivelleremo meglio? Fra l'altro e' lo stesso che parla di stoccare la CO2 nei pozzi di petrolio in mare. Evviva.

Fabrizio Agosta per parlare degli affioranti in superficie. E' uno sponsorizzato da Shell e Total per studiare, innocentemente, sicuramente, le riserve petrolifere di Appennino e di Puglia.

Marco Mucciarelli per parlare della sismicita' indotta.  Quello che aveva detto che in Italia non c'e fracking. Mai sentito parlare di Ribolla? Sulcis? Evidentemente no.

“Non ci sono attività di fracking in Emilia Romagna, non ci sono in Italia, non ci sono in Europa.” 

Ipse dixit.

Andrea Borgia il quale a suo tempo mi chiese materiale sull'idrogeno solforato e Kilburn etc etc contro le trivelle sul Monte Amiata. E pure se gli risolvevo una equazione matematica. Ma a che gioco gioca? Che schifo.

Hanno pure chiamato uno dell'America, che guarda caso e' uno che dice che il fracking non fa venire i terremoti!

Tale Haydar Al-Shukri.  Nonostante anche Fox news - notoriamente di destra, conservatrice, alla Romney - affermasse che i terremoti attorno a Little Rock potessero essere attributi al fracking, il prof. Al-Shukri insisteva che siccome solo 280 su 10000 terremoti si erano scatenati vicini al pozzo,
allora il "fracking non c'entra."

E si, se li scelgono bene i relatori!

E come non riconoscere:

Giuseppe Tannoia per parlare della prevenzione ambientale. Oddio. Quello li e' venuto a Pescara nel 2008 con il suo bel vestito di lino color senape a difendere il Centro Oli. Fece una figura barbina perche' di idrogeno solforato e di emissioni e di conseguenze sulla salute ne sapeva piu' la casalinga di Ortona che lui. E infatti dopo il convegno per cercare di farmi il lavaggio del cervello, venne a dirmi che lui... era un ambientalista!!!!!

Oltre a Tannoia, per parlare di "prevenzione ambientale" c'e' tutta la cricca dei politici, primo fra tutti

Vito de Filippo. Ma... Vito de Filippo non aveva presentato una moratoria contro le trivelle in Basilicata?  E perche' adesso va al convegno dei petrolieri?

Ah si, certo: era solo propaganda!!!
Infatti era per finta la moratoria!


e poi lui, il ministro dell'Ambiente a cui non importa niente dell'Ambiente:  

CORRADO CLINI


Ci sono tanti altri nomi nell'opuscolo della conferenza e non ho il tempo per indagare su ciascuno.

Ma come vorrei sapere quanta di quella gente e' pagata dall'ENI, Assomineraria, MOG, Total, Shell. Come vorrei sapere quanta di quella gente sa cosa significa veramente vivere vicino ad un centro oli.  Come vorrei sapere quanta di quella gente manderebbe i suoi figli a bere l'acqua del Pertusillo.

Vorrei sapere come fanno a dormire tranquilli la notte.

Invece secondo la locandina avranno cene sociali, cabaret, timbri d'argento, buffet.  Chissa' magari si presenta pure Rocco Papaleo a fare l'intrattentore al piano bar.

Hanno pure le gite alla "sorgente naturale" di petrolio!
Sara' felice Cristiano Re!

E chi paga tutto cio?

Il contribuente italiano? La regione Basilicata? L'ENI? Le royalties? Mistero.

Mentre la gente respira H2S.

Mi chiedo perche' non gli danno invece "Carpe del Pertusillo" o "Acqua di Calvello" o "Fagioli della Val D'Agri" - con condimento da idrocarburi cucinati al vapore di H2S e con deliziosi metalli pesanti per contorno? 

Mi sento sporca solo a leggerle queste cose.

Uno schifo che piu' schifo non si puo'.
Anzi si.

Qual'e' lo schifo maggiore?

Che tutta questa gentaglia che vive in posti remoti - Milano, California, Londra, Roma e Little Rock -
puo' andare in Basilicata a dire che e' tuttapposto.

E poi ripartire, felici, rimborsati, sorridenti. Con la pancia e il portafoglio pieni.

E invece gli abitanti della Basilicata, non solo non sono invitati, ma non possono neanche manifestare il loro dissenso. La questura ha infatti negato al tenente di Bello di organzziare una manifestazione in cui esprimere la propria contrarieta' alla Basilicata petrolizzata. La Cina e' piu' democratica.

Agli abitanti di Basilicata, e d'Italia.  Non credeteci, e' tutto sporco, brutto, disonesto, ingannevole, falso.

Il petrolio gli ha annerito anche le coscienze.





Friday, November 16, 2012

Bocciate le ispezioni sismiche al largo delle coste di California



 



sul perche' no delle ispezioni sismiche in mare


Non e' questa una storia di ispezioni sismiche per petrolio, ma di ispezioni sismiche per nucleare, visto che le trivelle in mare in California non ce le mettiamo piu' dal 1969.

La ditta Pacific Gas and Electric Company e' la proprietaria dell'ultimo reattore nucleare ancora funzionante in Calfiornia - si chiama Diablo Canyon Nuclear Power Plant, ed e' a meta' strada fra Los Angeles e Santa Barbara.

E' stata costruita lungo la spiaggia nel 1973, per usare l'acqua del Pacifico per raffreddare le unita' e le operazioni sono incominciate nel 1985. 

E' brutta ovviamente, ma chissa', nel 1973 non ci si pensava.

Il nucleare e' stato messo fuori legge nel 1976 quando si decise che siccome non si sapeva dove stoccare il materiale di scarto della fissione nucleare, sarebbe stato inopportuno continuare a produrre materiale radioattivo. 

Dopo quella decisone sono rimaste in piedi le quattro centrali nucleari gia' in funzione, che pian piano, a parte la Diablo,  sono state tutte spente, per vari motivi, economici in primis.

Cioe' per adeguarsi agli standard ambientali e alle norme antisismiche avrebbero dovuto pagare cosi tante migliorie che e' stato meglio chiuderle. In altri casi ci sono stati dei refendum. Alcune vecchie centrali sono gia' state smantellate, altre sono in via di demolizione.

Adesso succede che a causa dell'usura, e imparando anche dal disastro di Fukushima, ci si e' resi conto che questa ultima Diablo di centrale non era piu' tanto sicura e che occorre valutarne rischi e capire che interventi fare in modo che sia piu' resistente a terremoti e a possibili tsunami.

Fra l'altro c'era una legge che gielo imponeva da prima di Fukushima.

E allora la ditta proprietaria di Mr. Diablo hanno deciso di eseguire delle ispezioni sismiche al largo della costa, davanti alla centrale per indagare sulla possibile presenza di faglie sismiche. La stessa Pacific Gas and Electric diceva che queste ispezioni sismiche sarebbero state dannose alla vita marina, ma che non ci sarebbero stati effetti a lungo termine.

Volevano fare: 18 navi air gun, spari sonici ogni 10-20 secondi,  17 giorni, 130 miglia quadrate di mare attorno a Morro Bay, nove miglia di profondita' sotto l'oceano.

Proprio come quelle che si fanno per cercare il petrolio.

Nell'area c'e' un santuario marino e ci sono pesci, delfini, foche e leoni di mare. Hanno fatto un calcolo di circa 7000 mammiferi di mare, 5 milioni di pesci, numeri incalcolabili di uova e larve che sarebbero state impattate da 250 decibel di rumore, causando spiaggiamenti e possible morte.

L'idea di questo air gun del Diablo era di capire se nel sottosuolo ci fosse non petrolio, ma faglie sismiche.

Anche qui c'e' stato attivismo, da parte di studenti, ambientalisti, residenti e anche delle tribu indiane del Northern Chumash.

Gia' il giorno 6 Novembre un primo voto da parte della California Coastal Commission - l'ente indipendente, non politicizzato che decide queste cose - era stato negativo, ma la parola finale l'avrebbero data solo oggi.

Ed e' stata no.

Addirittura i membri della Commissione si sono posti una domanda piu filosofica, dicendo che e' ora di chiudere questa centrale, visto che e' sulla costa, e che e' molto meglio investire in fonti di energia pulita.

Che fine fara' la centrale Diablo, sconfitta dai delfini?

E' presto per dirlo, ma quando scadra' il suo permesso di operare, nel 2024, probabilmente la fine delle altre tre prima di lei - all'aceto.

Ciao Diablo!



Wednesday, November 14, 2012

Beni Chevron sequestrati in Argentina

Inquinamento Chevron/Texaco nella foresta amazzonica dell'Ecuador


Environmental crime will not go without punishment 

Pablo Fajardo, contadino, avvocato


Della storia del popolo di Ecuador che cerca di ottenere riscarcimenti dalla Chevron per avergli inquinato e distrutto l'ecosistema per decenni, abbiamo parlato tante volte.

La Texaco aveva operato vari campi di petrolio in Ecuador dal 1972 al 1990, nel pieno della foresta amazzonica, inquinando senza rispetto alcuno per gli abitanti.  Questa ditta e' poi stata comprata dalla Chevron nel 2001, la quale ne ha ereditato pozzi, raffinerie, pompe e... problemi legali e di inquinamento.

E' da circa 20 anni che i residenti di Lago Agrio cercano di avere giustizia, e che esigono che il disastro lasciato dietro dalla Texaco/Chevron venga ripulito e riscarcito.

Venti anni di cause in tribunale in cui la Chevron ha cercato di fare di tutto per non pagare - chiedendo di spostare tribunali, dicendo che c'era frode, malafede, che non c'era piu' l'inqiuinamento, che non spettava a loro ripulire.

Venti anni. Ci sono delle storie veramente edificanti, di una piccola comunita' che non si da per vinta, di avvocati USA che hanno lavorato gratis contro la Chevron per venti anni in favore degli indigeni dell'Ecuador, del contadino Pablo Fajardo che diventa avvocato per dire la sua.

Ecco alcuni post in merito:

Qui

Qui

Qui

Finalmente, dopo vari tira e molla, ricorsi negli USA e in Ecuador, un tribunale ecuadoriano ha deciso di mollare alla Chevron ben 19 milardi di dollari di multa, per ripristino ambientale, per le morti causate, per l'inqunamento delle acque della foresta amazzonica.

E' stata una sentenza storica per tanti motivi, per l'ammonto, per il fatto che fosse per inquinamento ambientale, per il fatto che la Chevron e' un colosso abituata a fare il comodo suo.

La Chevron, pero' fedele alla sua storia, se n'e' infischiata - o cosi credeva di poter fare - dicendo che non vuole pagare niente perche' come dice James Craig, il responsabile della Chevron in America Latina ed in Africa:

The Ecuador judgment is a product of bribery, fraud, and it is illegitimate
 Il giudizio in Ecuador e' un prodotto di corruzione, frode, ed e' illegittimo

Ovviamente, detto da loro e' un bel dire - visto che sono esperti di "corruzione, e frode".

E allora cosa hanno fatto in Argentina?

Hanno deciso di dare una mano all'Ecuador e di mettere un embargo su TUTTI i profitti della Chevron in Argentina.

Il giudice responsabile del procedimento si chiama Adrian Elcuj Miranda e riguarda tutti i depositi bancari e proventi delle vendite fino a che non si arriva a 19 miliardi di dollari.

Questo vale per il 100% delle azioni, profitti, investimenti  che la Chevron ha in Argentina.

Perche' l'Argentina? Perche' e' un paese dove e' forte la presenza della Chevron che qui produce circa 26,000 barili di petrolio e 1.5 milioni di metri cubi di gas naturale al giorno. La Chevron ha anche altri progetti per fracking di shale gas in Argentina.

Il giudice Enrique Bruchou ha poi detto che questo sequestro e' un qualcosa di "esemplare" e che lo fanno per dare un messaggio agli investitori che occorre usare gli stessi standard ambientali in tutte le parti del mondo, e che non e' che perche' sono in Ecuador possono fare quello che in California non sarebbe ammesso per nessun motivo.

Dice Bruchou:

We're making history in the preservation of the environment.

This is a ruling that sets an example. What we're telling the world is that in Latin America we want to demand that whoever comes to exploit does it following the same health an environmental standards as they do in their countries of origin.

Amen, brother!

Intanto il lavoro degli avvocati Ecuadoriani e del team New Yorkese che ha seguito la vicenda continua: l'Argentina e' solo primo passo. Chiederanno alla Colombia di fare lo stesso, e lo chiederanno anche ad altri paesi in Asia ed Europa.

La battaglia contro i petrolieri e' lunga e difficile, ma non e' impossibile.

Tuesday, November 13, 2012

La California e la tassa sulla CO2


Mary Nichols, 
California Air Resources Board


Mike Mielke, Silicon Valley

Diteglielo a Passera che sono queste 
le cose degli USA che si devono copiare!

Finalmente ci siamo.

Domani parte il "Cap and Trade" program dello stato della California, secondo il quale se inquini, devi pagare. E' considerato un programma rivoluzionario e il piu' ambizioso d'America nella lotta ai cambiamenti climatici.

Cap significa mettere un tetto massimo, trade significa scambiare.

La legge, detta AB 32 - Assembly Bill 32 -   era stata presentata nel 2006, sotto Arnold Schwarzenegger, e dopo sei anni di preparativi domani partira'.

Secondo questa legge, ciascuna industria avra' un tetto massimo di inquinamento consentito.

Se si vuole andare oltre questo tetto massimo, allora occorre comprare un "permesso inquinatore",
una cosiddetta "allowance".

Questi permessi saranno venduti all'asta in numero limitato e poi basta per il resto dell'anno. Saranno poi le ditte a doversele scambiare fra loro, ovviamente e pagamento e creando un mercato, che si spera incentivera' chi inquina a tagliare le emissioni invece che pagare per questi permessi.

Ed e' proprio domani che la California Air Resources Board vendera' all'asta i permessi "inquinanti" a circa 350 industrie - raffinerie in primis.

Per i primi due anni, il tetto massimo e' il 90% della CO2 prodotta.

Questo vuol dire che ciascuna ditta deve comprare il "permesso" ad inquinare per il rimanente 10%.

E' un tetto iniziale generoso, per dare tempo all'industria di adeguarsi, ma una volta implementato il tetto massimo si abbassera' gradualmente.

Si possono avere dei bonus se si presentano - e si realizzano! - piani di ri-forestazione o altri progetti che abbassano l'anidride carbonica nell'atmosfera.

Per l'anno fiscale 2012-2013 si prevede che gli inquinatori pagheranno quasi un miliardo di dollari per inquinare. Notare che questo inquinamento prima era a gratis perche' non dovevano pagare niente.

I soldi verranno usati per programmi di ricerca e di diffusione di energia rinnovabile.

Le compagnie inquinanti, interpellate, dicono che invece che compare i crediti per inqiunare sara' piu' conveniente per loro emettere meno anidride carbonica nell'atomsfera, proprio come la legge voleva.

Gli analisti predicono, come per tutte le cose, che l'esempio della California sara' seguito in altre parti degli USA e del pianeta, specie dopo l'elezione di Obama, e dopo il disastro dell'uragano Sandy che ha risvegliato le coscienze degli americani sui cambiamenti climatici. Questo e' ovviamente un passo, non una bacchetta magica, ma se il resto d'America va dove va la California, allora e' un passo enorme.

Ovviamente i signori inquinatori hanno tirato fuori un sacco di obiezioni - aumenta la disoccupazione, aumenta il costo dell'energia - ed hanno chiesto al governatore Jerry Brown di post-porre la data iniziale di questa "Cap and Trade".

Jerry Brown gli ha detto no.

Entusiasti  invece tutti gli altri - quelli della clean-tech, quelli che costruiscono prodotti efficenti, quelli che investono su cose che non sono le fonti fossili, quelli che producono i sistemi di monitoraggio della CO2. E infatti, da quando la legge AB 32 e' passata nel 2006, sono aumentati notevolmente i brevetti e gli investimenti nelle rinnovabili qui in California.

La California e' la nona piu' grande economia del mondo.

Se lo possiamo fare qui, lo possono fare tutti.

Sunday, November 11, 2012

Quadro non esatto e fuorviante





Da google "proprietary, drilling, fluid"
Proprietary significa coperto da segreto industriale.
Nessuna casa produttrice di fluidi perforanti 
rilascia le proprie ricette magiche con buona pace di Giuseppe Citterio. 


Se c'e' una cosa che non sopporto e' l'arroganza di chi pensa che siccome ha dietro una targhetta ENI o Assomineraria o Saras, e magari qualche sonoro titolo dirigenziale, allora puo' pensare di zittire tutti, decidere per tutti, schernire le legittime domande e richieste di residenti e cittadini, e appellarsi ad un saccente "ghe penso mi".

Nella fattispecie parliamo del "Responsabile Progetto Gas" della Saras, tale Giuseppe Citterio che vuole trivellare fra i campi di Arborea, in Sardegna. Con il progetto Eleonora, la Saras vuole piazzare il suo bel pozzo di gas vicino ad una riserva naturale lagunare dove vivono fenicotteri, vicino a case, campi e persone, vicino ad allevamenti di mucche e industrie casearie.

Il Citterio se la prende con un cittadino di Arborea, Davide Rullo, che giustamente si domanda cosa succedera' al suo paese se il folle progetto della Saras dovesse andare avanti e che democraticamente si e' informato ed ha deciso di essere contro questo ennesimo tentativo di bucare l'Italia, mandando una lettera all'Espresso.

Citterio, dipendente Saras, dice che la lettera di Rullo, cittadino, presenta un "quadro non esatto e fuorviante"  e che adesso arrivera' lui, novello Superman, a restituire"verità e oggettività" a questo progetto.

Ah. Allora siamo apposto! L'uomo della Saras con la verita' in tasca che gli altri non conoscono!

Della serie: chiediamo all'oste se il vino e buono!

Ma cosa vuoi che dica l'oste Citterio? E' pagato dalla Saras, dai Moratti, ed e' evidente che e' in pieno conflitto di interessi e che non potra' fare altro che cercare di giustificare l'ingiustificabile, vendendo aceto, se questo porta soldi.

Infatti inizia il Citterio con il ricordare a tutti che hanno inziatoil loro progetto nel 2006 e che da allora hanno avuto ben "30 nulla osta" e altri  permessi ottenuti dalla regione Sardegna. Dice poi che nel 2011 hanno cercato di fare approvare la trivellazione di un pozzo preliminare a 3000 metri nel sottosuolo di Arborea.

Beh, gia' qui mi chiedo: dal 2006?

E perche' la gente l'ha saputo solo nel 2011? Non ci sarebbe stato l'obbligo morale di dirlo anche a chi vive li che volevate trivellarli?

Non sarebbe stato opportuno CHIEDERE ai residenti se il tutto gli stava bene BENE prima che tutto incominciasse?

Perche' gli investitori di Milano sapevano tutto dal 2006 e la gente normale di Sardegna no?

E' dovere morale e di rispetto chiedere alla gente se vogliono che i loro paesi diventino zona di idrocarburi o no, visto lo schifo che la Saras ha gia' causato a Sarroch, e visto che, diciamo, l'industria petrolifera non e' certo fra le piu' sane.

Ci vuole il rispetto delle popolazioni, del loro diritto a decidere per se, e non questa saccenza di uno che viene non si sa da chissa dove a mettere i puntini sulle i.

E allo stesso modo, caro Citterio, sarebbe morale accettare che ad Arborea la maggior parte delle persone non ce la vogliono, non vogliono ne lei, ne i Moratti, ne il suo pozzo ne le sue vuote promesse. E accettare che la gente voglia dire la sua, e che qui lei e' lo straniero che lei deve rispettare chi ad Arborea ci vive e non pensare di volere venire qui a sfogliare la sua sapienza.

Perche' non ha ricordato a chi legge che quel pasticcio di progetto che avete presentato faceva piangere e che tutti gli impatti - sull'agricoltura, sull'immagine, sul paesaggio, sulla salute delle persone - erano tutti sottostimati,  trivializzati e considerati insignificanti?

Pensavate di farla franca, eh? Vi sarebbe piaciuto che la gente dormisse e che tutto fosse restato semi segreto cosi potevate fare quello che vi pare.

E invece no, magari l'oste dei Moratti dira' che il vino e' buono, ma non ha fatto i conti con tutti quegli altri osti che invece ad Arborea ci vivono.

Poi continua il Citterio dicendo che il pozzo esplorativo verra' eseguito in

un’area esterna, anche se vicina, alle zone di pregio ambientale in prossimità dello Stagno di S’Ena Arrubia. In considerazione del valore ambientale dell’area, l’intervento verrà realizzato con la massima attenzione per gli abitanti, l’ambiente e il territorio e con impianti di nuovissima generazione.

"Esterna ma vicina".

Beh, allora vuol dire che anche lui lo sa che vuole trivellare l'intrivellabile e che deve trovare un qualche modo di arrampicarsi sugli specchi.

Ma parlare di attenzione per gli abitanti, il territorio e di "impianti di nuova generazione" e' solo fumo, sono solo chiacchere, perche' lo sa lui meglio di me che tutto questo e' impossibile e che non e' successo mai da nessuna parte del mondo che le trivelle siano coesistite con agricoltura di qualita' e con una vita sana.

Cosa, l'aria si ferma al confine "esterno ma vicino" alla riserva perche' l'ha detto la Saras? 
Suvvia Citterio.

Ma ... e poi mi chiedo:

E.... a Sarroch, dove era questa massima attenzione per gli abitanti?
E.... a Sarroch, dove sono questi impianti di nuova generazione?
E.... a Sarroch, dove e' questa considerazione per l'ambiente?

Non mi risultano tutte queste premure a Sarroch, no? 

E allora o sono due pesi e due misure, per le quali dovreste vergognarvi, oppure sono tutte balle di una ditta - la Saras - che vuole cercare ad ogni modo di fare il lavaggio del cervello alle persone che tutto si puo' fare assieme. 

E questo, caro Citterio, non si puo'.

Non si puo' fare allevamenti, formaggi e ortaggi e dietro pozzi e magari raffinerie ed oleodotti e cisterne e camion che vanno e che vengono su strade di campagna.

Fa bene Rullo a lamentarsi, lo farei anche io, e sa una cosa?
Lo farebbe anche lei se volessero venire a mettere una trivella nei suoi campi e nel suo paese.

E' sempre comodo e facile fare i maestri da Milano.

Citterio insiste che si tratta della trivellazione di un pozzo solo che durera' al massimo sei mesi, e che addirituttura il pozzo potrebbe essere sterile, nel qual caso tutto verra' chiuso, pero' in caso di successo:

il progetto di estrazione del gas naturale prevede la distribuzione del metano alla rete di metanizzazione in corso di realizzazione nell’isola. Il metano di Arborea, infatti, non sarà esportato ma rimarrà interamente a disposizione della Sardegna.

Ma cosa il metano verra' direttamente messo in un metanodotto che non esiste? E nel frattempo? E non sa Citterio che ci vuole lavorazione, trattamento, stoccaggio? Non puoi mica mandare il metano direttamente nel metanodotto! E dove le facciamo tutte queste altre opere? E chi ci garantische che non ne verranno altri di pozzi?

Quello che manca alle affermazioni di Citterio  e' una analisi di LUNGO TERMINE. Cosa ne sara' di Arborea e dei suoi allevamenti e della sue gente fra 20 anni se andiamo avanti cosi?

Come sempre, basta andare a Sarroch, o a Viggiano per capirlo. I petrolieri arrivano e distruggono tutto quello che c'e' sul territorio.

Non sfugge a nessuno l’importanza che una eventuale scoperta di gas naturale potrà avere per lo sviluppo del territorio e per la possibilità di aprire nuovi scenari per l’intera Isola.

Certo, soprattutto non sfugge alla Saras e al suo portafoglio!

Così come è altrettanto evidente che la mancanza di gas naturale in Sardegna, unica regione in Italia a non avere il metano, continui a determinare condizioni di svantaggio sociale, economico ed ambientale, sia per le attività industriali ed agricole che per le famiglie.

E come poteva mancare l'occhiolino al famoso "territorio sano/disoccupazione" cosi' caro ai modelli di sviluppo anni '60?  Certo, e' sicuramente il pozzo di Arborea che risanera' i problemi sardi!
Ma cosa dice, Citterio! 

La situazione di crisi che le aree industriali della Sardegna stanno attualmente vivendo è anche legata ai costi energetici: l’energia in Sardegna ha un costo troppo alto e non ci sono fonti alternative. 


Non c’è il metano e stentano a partire i progetti di metanizzazione (Galsi). Il progetto Eleonora puo’ rappresentare, certo, solo una parziale soluzione del problema, ma domandiamoci tuttavia quali vantaggi potrebbe determinare la presenza di gas naturale nell’Oristanese e quali scenari potrebbe aprire per l’intera isola: riduzione dei costi energetici e contributo al mantenimento dei livelli produttivi e occupazionali; diminuzione delle spese per le famiglie; meno inquinamento (il metano è più pulito rispetto ai combustibili oggi utilizzati in Sardegna); impulso alle attività industriali del territorio e maggiore attrattività per gli investimenti sull’Isola.

Ma e' un pozzo di gas, o la lampada di Aladino?

Un pozzo che ridurra' i costi energetici, innalzera' i livelli produttivi e occupazionali, portera' alle distribuzione delle spese e meno inquinamento!

Ma che film e'?

Citterio, ma non si rende conto che le cose che dice sono ridicole! E' un pozzo che poterebbe anche essere sterile, e lei e' gia' partito in quarta?

In Italia consumiamo circa 95 miliardi di metri cubi di gas.

Le riserve di Arborea sono fra 1 e 3 miliardi di metri cubi di gas - se fosse vero quello che dice la Saras. 

La Sardegna ha il 2.8% della popolazione italiana.

Ora, una cifra stimata e' che i sardi utilizzeranno  il 2.8% del metano totale che si consuma in Italia, arrotondiamo al 3% di 100 miliardi di barili l'anno = 3 miliardi di barili. 

Per cui, se fosse vero quello che dice la Saras, cioe' che al massimo ci sono 3 miliardi di metri cubi di metano, questo metano servira' ai sardi al massimo massimo per un anno - spalmato in 20, 30 anni di attivita', in una regione dove il metanodotto non esiste e da una localita' dove non ci sono strutture per lavorarlo, stoccarlo, trattarlo questo metano.

E a proposito di energia, vogliamo ricordare la storia delle "fonti assimiliate"? Vigliamo ricordare che la Saras spremendo monnezza petrolifera - gli scarti delle raffinerie sarde - riceve i fondi del Cip6, per l'energia rinnovabile?

Potrei sbagliarmi, ma io vedo solo una enorme opera di speculazione.

Citterio: faccia cosi.

Vada fuori, apra gli occhi, li spalanchi forte forte e guardi su. Vedra' una enorme palla gialla splendere, gratis, 365 giorni l'anno.

E' quello il nostro futuro, basta solo volerlo.